sabato 29 settembre 2007

La "casta" del Vaticano

Dopo il gran successo del libro "La Casta" di Rizzo e Stella, che come sappiamo con questo termine identificavano i politici e i loro numerosi privilegi, si scopre che in Italia esiste un'altra "casta" presente in un'istituzione non repubblicana: il Vaticano!
Tutti crediamo che la Chiesa Cattolica faccia del bene aiutando spesso i più bisognosi grazie alla capillarità delle numerose parrocchie dislocate nel territorio. A quanto pare non è così! O almeno, non del tutto così!
Con il famoso 8 per mille ogni anno arrivano nelle casse vaticane 1 miliardo circa di euro, pari più o meno a 2 mila miliardi delle vecchie lire.
Inoltre, considerando i numerosi privilegi fiscali e gli aiuti diretti provenienti dallo Stato e dagli enti locali, la cifra sale a 4 miliardi di euro all'anno. In pratica mezza finanziaria l'anno.
Non ci sarebbe nulla di male se questi soldi andassero a buon fine.

Invece di questi 4 miliardi di euro ogni anno solo un quinto viene destinato alla carità mentre il resto è utilizzato per lo stipendio dei preti e degli insegnanti di religione, finanziamento alle scuole private e altre spese di gestione di cui non è dato sapere.
A dare queste cifre non è niente di meno che la Cei, cioè la Conferenza Episcopale Italiana che evidentemente è così distante dal mondo reale da non rendersi conto della gravità dei dati forniti.
Gli italiani quindi, non solo devono provvedere ai costi dello Stato ricevendo in cambio molto poco in termini di servizi sociali. Ma, anomalia per i paesi occidentali, pagano almeno altrettanto, se non di più, l'organizzazione vaticana che sta assumendo una potenza mediatica mai vista prima.
I programmi elettorali infatti negli ultimi anni sono modellati per non disturbare le alte gerarchie ecclesiastiche. Mettersi contro i vescovi è veramente pericoloso per vincere le elezioni. Basti vedere le polemiche scatenate per la civilissima legge dei DICO che hanno spinto la Chiesa Cattolica ad organizzarsi in una imponente manifestazione dal nome Family Day. Come ho varie volte avuto modo di dire, in quell'evento c'è stata veramente una passerella dell'ipocrisia del mondo politico. Uomini divorziati e conviventi che si facevano belli in Piazza San Giovanni a Roma per difendere una famiglia tradizionale che loro probabilmente non sanno nemmeno cosa sia.

Ma diamo qualche cifra perché altrimenti il mio può sembrare un discorso fazioso.
Ieri c'è stato un interessante dossier in materia, realizzato da Curzio Maltese sul giornale "la Repubblica", intitolato "Quanto ci costa la Chiesa" di cui ora vi riporto alcuni passi:

"[...] Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre a quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione («Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire», nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stetto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni. La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta da vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati. Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 perc cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 su "Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini. Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri? Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Si cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. [...]"

Cioè, avete capito? Dell'8 per mille versato ogni anno dal 35% degli italiani (che poi attraverso un meccanismo assurdo viene esteso anche a chi non ha espresso alcuna preferenza) ad aiutare i più bisognosi non va nemmeno la metà!
Ora riporto alcune tabelle prese proprio dal sito www.8xmille.it , che sono state utilizzate da Curzio Maltese per scrivere la sua inchiesta:




Sono pienamente d'accordo ad una profezia, citata sempre dal giornalista di Repubblica, che lanciò un teologo trent'anni fa: «La Chiesa sta diventando per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».
Pensate, lo disse il giovane Joseph Ratzinger, oggi diventato Papa Benedetto XVI.

Se uno dona l'8 per mille con la speranza di dare un sostegno ai più poveri deve sapere che solo una piccola parte va in quella direzione. Invece questo è tenuto molto all'oscuro ingannando platealmente le buone intenzioni dei credenti.

7 commenti:

dani ha detto...

Ma ci vogliamo prendere per il culo??
No perchè se è così basta che ci mettiamo d'accordo..
questi incommensurabili stronzi sono dei ladri!!
La chiesa è un'associazione per delinquere che nel corso della storia ha commesso omicidi, portato avanti guerre e ingannato tramite frodi.. e questo lo sanno tutti.
Ma ora,visto che è politicamente scorretto fare tutto alla luce del sole,meglio muoversi sotto vesti invisibili no?.
Questo cazzo di 8 per mille è una buffonata di dimensioni bibliche (è proprio il caso di dirlo). Dicono tutti: lo si può destinare a chi si vuole,non obbligatoriamente alla chiesa.. eh già..però chissà com'è che in tv fanno solo la pubblicità per loro.E usano esempi grotteschi: 'Vuoi scappare dal racket?dai l'8 per mille alla chiesa cattolica' era l'ultima trovata che ho sentito..
Ma come cazzo fa un prete a bloccare il racket ditemi voi??
ci voleva l'indagine per sapere che i soldi se li mangiano..
Preti pedofili,preti antiracket,preti evasori,preti sposati,preti calciatori (è nata la nazionale eh,per chi non lo sappia.. fra poco farà le qualificazioni mondiali..sai gli arbitri..Moggi gli fa una pippa)... sono scurrile se dico che c'hanno rotto altamente i coglioni??
Ah beh poi se lanciano perle quali 'pagare le tasse è morale,evaderle no' siamo a posto..
quel pezzo di merda del papa (la P maiuscola non si deve usare per rispetto alla P) si permette di elargire questi consigli del cazzo quando la UE ci sta per processare per FAVOREGGIAMENTO FISCALE!!
cioè,in pratica siamo indagati per aver concesso alla chiesa di evadere 22miliardi di euro di ICI negli ultimi anni (la chiesa è proprietaria di 1 casa su 8)..a parte che quei soldi a noi dimezzerebbero il debito pubblico.. ma poi è normale che dobbiamo subire un processo a causa di alcuni coglioni vestiti di bianco,di rosso e dell'anima de li mortacci loro e de chi nun je lo dice co la voce der papa inculato da un mulo????
ma se la prendessero in quel posto..
mi stanno proprio sul cazzo....

Anonimo ha detto...

Complimenti Dani! Hai espresso tutto il mio disgusto nei confronti di quell'omo demmerda vestito di bianco che la domenica mattina dice cazzate in piazza san pietro!!! Devolvere l'8 per mille alla chiesa del cazz...ehm...cattolica equivale a fonanziare la più grande organizzazione criminale italiana. Tanto vale donarlo alla camorra...
Ci si lamenta tanto della situazione economica italiana, abbiamo un debito pubblico che supera il 60% del PIL. Il trattato di maastricht sancì che i membri dell?UE non potessere suprare un debito pubblico pari al 5% del PIL. Iniziamo a requisire tutto ciò che da secoli la chiesa occupa abusivamente (mancato pagamento ICI delle case). E si potrebbe arrivare anche oltre: non troverei nulla da obiettare se si demolisse il vaticano e si adibisse la superficie ad area edificabile!! Abbiamo già tante tasse per conto nostro dopo cinque anni di fascismo, perchè dobbiamo continuare a mantenere una categoria di stronzi che non pagano nulla e anzi, continuano ad ingrassare predicando una "fede" che secondo me loro non sanno nemmeno dove sia. E' ora di finirla! Diamo all'Italia quel che è dell'Italia!! E soprattutto cacciamo una volta per sempre quel nazista demmerda di maledetto XVI.
VATICANO VAFFANCULO, W MILINGO!!!

Anonimo ha detto...

E' verissimo quanto detto da Daniele (anche se nn sono proprio d'accordo ). Qualcosa da ridire sul commento di Giorgio.Paragonare l'8 per mille alla camorra nn si può proprio sentire.Hai toccato il fondo.Non mi sembra che la CHIESA compia ,almeno oggi,(in passato ha coperto molti massacri)omicidi,traffici illeciti come la camorra.Con questo nn voglio dire che tutti i preti sono bravi e che la chiesa nn ha colpe.Da credente però mi sono sentito un pò offeso.Forse la persona che ogni domenica dice quelle che per te sono cazzate è un uomo di merda (possiamo anche levare il forse) ma nn ti puoi permettere di offendere San Pietro e tutta la Chiesa!Ritornando all'8 per mille io nn ho mai dato una lira a questa associazione preferisco dare i soldi ai poveri per strada.
Bisogna avere più fiducia e nn sputare veleno su un qualcosa o qualcuno solo perchè nn si crede.

Anonimo ha detto...

Tommaso voglio ricordarti che sono secoli che la chiesa mangia a spese dello Stato italiano senza che nessuno abbia mai mosso un dito per fermare questo schifo. In periodi in cui si parla tanto di ridurre gli stipendi dei parlamentari, perchè non fare lo stesso con i preti e tutti i membri del clero? Come possono arrogarsi il diritto di evadere le tasse del Paese che tanto ostentano di difendere? Te lo dico io: perchè ormai i preti stanno diventando come i politici. Tutti badano al proprio orticello, a riempirsi la pancia e le tasche, a soddisfare non i bisogni SPIRITUALI dei fedeli ma solo i loro bisogni MATERIALI. Mi piacerebbe molto conoscere a quanto è stimato il patrimonio personale di ratzinger e degli altri alti esonenti del clero. Sono convinto che iniziando a tassare anche le loro (notevoli) rendite si potrebbe iniziare a fare molto per risolvere i reali bisogni dello Stato italiano e i problemi del Mondo. Il tutto ovviamente seguito da un miglioramento dell'economia italiana, così non andremo più a raccogliere magre figure davanti ai parlamenti di tutta Europa. Vedrai che se analizzi tutti i loro averi, resterai sorpreso dall'enormità della cifra che ne verrà fuori. E' tempo che tutti facciano questa benedetta denuncia dei redditi!!
Pensaci Tommaso..
Ps: nel post precedente ho commesso un errore di battitura, non era 5% ma 50%.

Anonimo ha detto...

Scusate non ho firmato il commento precedente...ma rimedio ora!

Anonimo ha detto...

Hai ragione!però io ti ribadisco ancora una volta che nn bisogna fare di tutt'erba un fascio...Oltre alla Santa Chiesa Cattolica quante persone nn denunciano tutto quello che guadagnano..Mi sembra ora che la Chiesa sia diventata un capro espiatorio...La Chiesa sbaglia ha sbagliato e sbaglierà ma come lei tante altre persone...caro Giurgit!

Anonimo ha detto...

Certo, sicuramente la chiesa non è l'unica esente da questo tipo di reato, ma a me sembra un po' strano che tra i tanti evasori d'Italia ci siano anche coloro che predicano il rispetto delle leggi e dei diritti umani. Mi pare che il quinto comandamento dica "non rubare", e secondo me l'evasione fiscale è un reato paragonabile al furto. Anche in questo caso il clero ha dimostrato come tutti siano capaci a "predicare bene e razzolare male". La chiesa dovrebbe essere la prima a dare il buon esempio sul rispetto delle leggi, e non la prima a frodarle (di certo non sarà nemmeno l'ultima). Così forse, per la prima volta, sarà un aiuto e non un peso per lo Stato italiano e per il suo languido erario.
Concludendo, ti consiglio di ascoltare attentamente una canzone di Fabrizio de Andrè, intitolata "Il testamento di Tito". Come saprai, Tito era uno dei due ladroni (quello buono) che dicono siano stati crocifissi accanto al tuo gesù cristo. Ascoltala, riflettici bene e poi rispondimi, o qui o a voce.
Ciao!!