lunedì 10 settembre 2007

Reality = spazzatura

«Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo»
(tratto dal libro “Acido solforico” di Amélie Nothomb, ed. Voland)

Così inizia il bellissimo libro "Acido solforico" con il quale la scrittrice Amélie Nothomb ha voluto esprimere la sua critica nei confronti dei reality.

La storia è ambientata in Francia, dove dei produttori senza scrupoli, per fare loschi guadagni, hanno idealizzato un Grande Fratello dal titolo inequivocabile: “Concentramento”.

Come nei celebri campi di concentramento nazisti dove venivano mandati "senza biglietto di ritorno" gli ebrei, anche qui vengono arruolati dei kapò che hanno lo scopo di sterminare giorno dopo giorno i più deboli di fronte all’occhio vigile delle telecamere. I "concorrenti" vengono presi casualmente dalla strada senza sapere inizialmente di essere stati scelti per soddisfare il sadismo dei telespettatori e dei produttori.

In “Concentramento” spicca una ragazza, Pannonique alias CKZ 114, dalla forte personalità e carisma che diventerà un’eroina per tutti i suoi compagni di sventure.

Per non farla troppo lunga, vi cito un breve pezzo nel quale CKZ 114 si rivolge direttamente al pubblico:


"Spettatori, spegnete i vostri televisori! I maggiori colpevoli siete voi! Se non accordaste un’audiance così vasta a Concentramento, questa mostruosa trasmissione sarebbe finita da un pezzo! I veri kapò siete voi! E quando ci guardate morire, i vostri occhi sono i nostri assassini! Siete voi la nostra prigione, siete voi il nostro supplizio!"


Lascio a voi immaginare come prosegue poi il libro… Vi invito vivamente a leggerlo perché ricco di colpi di scena oltre che per l’importante tema affrontato.

Ma la realtà pare discostarsi non troppo dalla finzione.

Notizia di un mese fa, in Olanda è stato prodotto un reality-choc dal nome "La gabbia d’oro" (De Gouden Kooi). Anche questo "programma" è stato inventato dal "genio", o "mente malata" che dir si voglia, John de Mol, fondatore dell'Endemol, società di cui è azionista Mediaset.

Ci sono 10 concorrenti, rinchiusi in una casa con telecamere che li riprendono 24 ore su 24.

Fino a qui tutto già visto…

La novità è che potenzialmente il programma potrebbe durare ininterrottamente anni, in quanto non c’è alcuna votazione del pubblico e vince chi resiste il più possibile. In loro possesso hanno 6 milioni di euro con i quali, oltre al cibo, possono permettersi feste, servitù e prostitute.

In onda dall’ottobre scorso, fino adesso se ne sono andati solo tre concorrenti: due perché si sono feriti e uno perché non ha più resistito.

Il pubblico guardone deve essere sicuramente soddisfatto…

Oltre ai normali litigi, ci sono state orge, risse e si dice anche stupri. A fare scalpore è stato quando una ragazza, durante un litigio, è stata presa, spogliata e con violenza buttata in piscina. Molti telespettatori hanno persino chiamato la polizia chiedendo di intervenire.

Il più violento dei concorrenti è chiamato banalmente “il Terrore” che ha confessato piangendo di ottenere istruzioni per le sue malefatte direttamente dagli autori.

Numerose le proteste e le petizioni anche sul web per la chiusura del programma. Ma numerose anche le voci di sostegno. Fatto sta, che intanto John de Mol ha guadagnato milioni di dollari vendendo il reality alla rete americana Abc.

Finalmente giovedì 23 agosto il programma è stato chiuso perché troppo violento. Per una volta ha vinto il buon senso.


In Italia per fortuna non si è toccato il fondo in questo modo.

Tuttavia ormai quasi ogni canale televisivo ha un suo reality. Programmi come il "Grande Fratello" sono una macchina che fa soldi a palate. Infatti a basso costo, soddisfando il voyeurismo degli spettatori, si fanno enormi ricavi grazie alla pubblicità. Gli ascolti, anche se sembrano in lieve calo negli ultimi anni, restano elevati e ciò si capisce dal fatto che nessuno di noi non ha visto almeno una volta una trasmissione del genere.

Vuoi per curiosità, vuoi perché non ci sono spesso alternative, ne dobbiamo tutti fare i conti.

Per me di spettacoli del genere è utile che se ne parli criticandoli perché è troppo facile dire che “se non lo vuoi vedere, cambi canale”. Così si spegne sul nascere ogni discussione che ci possa far riflettere sul degrado della tv cosiddetta generalista.

Per avere programmi o film di qualità saremo, e in molti lo siamo già, costretti a servirci di servizi Pay per View, a differenza dei molti che, non avendo la consapevolezza della qualità di ciò che vedono, accettano passivamente tutto ciò che “passa il convento” in questo caso televisivo.

Che i reality vengano trasmessi dalle reti private come quelle Mediaset di Silvio Berlusconi, non c’è niente da dire: non si può impedire loro di fare ciò che vogliono rispettando i dovuti limiti.

Ma che a mandarli in onda sia la RAI, la NOSTRA RAI, sostenuta con i soldi del Canone, questo proprio no!

Non si può pagare questa tassa per mantenere, solo per fare un nome, personaggi come Albano che si va a sponsorizzare sull' "Isola dei famosi", che spesso di famoso hanno solo un passato di gloria ormai lontano. La RAI non dovrebbe utilizzare gli stessi parametri dei privati, perché è di Stato e da lei si richiede un servizio pubblico oggi quasi del tutto assente. Sono lontani i tempi della tv in bianco e nero con trasmissioni che insegnavano a "leggere, scrivere e far di conto" agli italiani del dopoguerra in gran parte analfabeti.

Che diventasse privata allora!

Perciò chiedo: eliminare i reality in RAI o abolizione del Canone!

Forse sono troppo idealista…

1 commenti:

Max Conteddu ha detto...

Concordo pienamente! ma anche pessimi esempi di televione come Lucignolo andrebbero censurati!
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