giovedì 20 settembre 2007

Stasera, ore 21 su RaiDue

A distanza di 12 giorni ancora si parla del Vaffanculo Day. I media tradizionali, prima silenziosi sottovalutando il fenomeno, ora si trovano spaesati e non possono che incentrare l'attenzione su Grillo, il "cattivo maestro" come ha amato etichettarlo il direttore del tg2 Mauro Mazza.
Stasera c'è uno speciale su RaiDue nella prima puntata di Annozero, programma di Michele Santoro. Non lo perdete, è alle 21 e forse potrebbe venire in studio o apparire in un video. Fatto sta che ci saranno sicuramente argomenti da discutere nei prossimi giorni.
Ecco la presentazione della puntata di questa sera, presa direttamente dal sito del programma "Annozero":

"Annozero riparte questa sera alle ore 21.00 su Rai Due.
La prima puntata sarà dedicata al fenomeno Grillo e al V-Day, con un reportage realizzato interamente con materiali originali. Le nostre telecamere, coordinate da SandroRuotolo, sono state infatti le uniche, tra i grandi network, a seguire la kermesse di Grillo, che ha visto come protagonisti Sabina Guzzanti e Marco Travaglio, che in questa edizione terrà una rubrica anche da vedere.
Nella puntata i frames del nuovo film di Sabina Guzzanti, "Le Ragioni dell'Aragosta", si alternano alle immagine della piazza bolognese.
Altri ospiti in studio saranno il professor Giovanni Sartori e Antonio Polito.
Beatrice Borromeo, che ogni martedì alle 15.00 con Luca Chinello anima una diretta sul Web per raccogliere idee e proposte dei giovani, presenterà ogni settimana al pubblico di Annozero nuove facce e nuovi protagonisti.
Vauro, come sempre, concluderà la trasmissione con le sue vignette."

Come dicevo, ieri c'è stato uno speciale nel programma di approfondimento del Tg3 "Primo Piano", dove è stata mandata in onda un'intervista che il comico genovese aveva concesso a "EuroNews". Ecco quello che ha avuto modo di dire Grillo:

"Chi sono... Qui je suis. Je suis Beppe Grillo. Grillo nasce come una specie di comico, fantasista. E non so che cosa sono diventato, non riesco a capirlo. Ho cominciato con il cabaret, due persone, 5 persone, 50. Un po' come il blog con la rete. Un commento, due commenti, 3.000 commenti.

Io ho fatto una cosa, c'è stato un abbinamento, è successo un miracolo, l'abbinamento della mia persona abbastanza apprezzata, ma con una, se mi permettete, una dote. In 30 anni di lavoro mi sono conquistato un po' di reputazione e la reputazione oggi nell'informazione è tutto e specialmente in rete. Oggi in rete se tu fai un articolo in internet e racconti delle balle, dopo 24 ore ti arrivano 2.000 commenti e ti dicono che sei un cialtrone, uno scemo, un stupid, tu comprends? Allora non puoi mentire e questa è la democrazia. E' chiaro che se tu parli attraverso la tv, attraverso i giornali, non hai contraddittorio. Qui ce l'hai, allora hai la reputazione. Tutti, tutti hanno tentato, politici, giornalisti, di avere dei blog in Italia, ma li hanno chiusi quasi tutti... Mastella (Clemente, ministro di Grazia e Giustizia, ndr) ha aperto un forum in cui parla sempre di me nel blog... E' come se, non so, in Inghilterra, Gordon Brown aprisse un blog per parlare con Mister Bean... E i leader politici? Prodi, che è il nostro valium, quello che parla così che fa con le manine... ha cercato di aprire un blog. Lo ha chiuso dopo 15 giorni. Lo psiconano, che è Berlusconi, trufolo, lo chiamiamo un po' trufolo, è uno spot vivente, non c'è, non esiste, è un ologramma, un venditore di bava.

Questo V-Day che abbiamo fatto l'8 settembre. Una petizione popolare, con una ufficialità, con una perfezione costituzionale! Un milione e mezzo di giovani senza rompere niente. Senza violenza, senza una bandiera. La rete ti da anche modo di fare manifestazioni non violente, standotene a casa tua. Noi ne abbiamo organizzata una sul mio sito. Se voi andate a vedere su beppegrillo.it, c'è una piccola marcia di avater. Che marciano. Sono piccoli pupazzetti, sembra un gioco. Sembra un giochino, ma se clicchi con la freccetta su un avaterino, sono 235.000. Clicchi, esce il nome e congnome di una persona, con una sua frase.

Abbiamo 24 condannati in via definitiva in Parlamento. Dei fuorilegge che fanno le leggi! Uno su 10 in Parlamento ha un problema con la giustizia in corso, o primo grado, o secondo grado o ha patteggiato o ha reati prescritti. Uno su 10 in Parlamento è un pregiudicato. Nel Bronx, abbiamo fatto una percentuale, nel Bronx dei delinquenti ce n'è uno su 15. Il Bronx ha paura del nostro Parlamento. Allora abbiamo fatto questa legge. Via i pregiudicati, via. Mi sembra ovvio e naturale. Via quelli che hanno più di due mandati. Due mandati sono 10 anni...Avrai tempo in 10 anni di fare un po' di politica, 10. Non sono mica sei mesi, 10. E poi il voto diretto del proprio candidato. La tua preferenza la dai a uno che te lo porti fino in Parlamento.

Destra o sinistra? Non c'è più questo ragionamento, io ti spacco la faccia! No, scherzo. Non c'è più. Non c'è più nè destra nè sinistra.

I veri proprietari di queste grandi società tipo Telecom sono i piccoli azionisti. Noi avevamo il Tronchetto dell'Infelicità, questo Tronchetto che si spacciava da grande imprenditore e poi era un fasullo come si è dimostrato con le stock option. Ma negli Usa gli danno 20 anni di galera a uno così. Qui ha preso 240 milioni di euro e sta andando di bolina con la sua barca a vela. Lasciando nella merda due società: la Telelcom e la Pirelli. Io sono andato lì per rappresentare. Ho fatto una share action. Potete farla anche in Francia. La share action. Ho chiesto ai piccoli azionisti di darmi la rappresentanza delle loro azioni in modo da andare a parlare in nome e per conto loro. Dato che io parlo e loro no.

Bellissimo, straordinario. Ho fatto un post su EuroNews, lo vai a vedere che è l'unico telegiornale che si può vedere. Il silenzio è meraviglioso, quando non senti le voci. Guarda una partita di calcio quando sono in sciopero i giornalisti. E' una meraviglia, metti due microfoni, senti i colpi del pallone, i commenti del massaggiatore, dell'allenatore. Non servono più i giornalisti. Siete finiti!"

Il filmato dell'intervista è quello che segue:



Oltre a Primo Piano, anche Matrix, il programma di approfondimento in seconda serata su Canale5 condotto da Enrico Mentana, ha dedicato uno speciale intitolato "Il fattore Grillo". Per chi è interessato, la puntata si può rivedere cliccando qui.

Martedì ho letto un interessante articolo scritto da Giacomo Dotta sul sito HTML.it dal titolo "A ritmo di bit" dove secondo me è presente un'ottima analisi. Ora vi riporto ampi stralci dell'articolo in questione:

"Il V-Day è un fenomeno troppo complesso per esaurirsi in un giudizio univoco. Ma una legame è innegabile: il V-Day vive su dinamiche saldamente legate al web e alla cultura partecipativa. La tendenza, oggi ai primi bagliori, potrebbe essere irreversibile. [...]

Due sfaccettature, solo due su tante:

Risvolto politico
La politica e tutto il suo entourage giornalistico si è schierata contro Grillo. E lo ha fatto con una intelligenza raffinata: non scagliandosi rumorosamente contro il comico, ma facendo passare sotto silenzio una manifestazione che, invece, ha avuto pochi precedenti negli ultimi decenni. Il silenzio è stato l'arma mediatica del "sistema" e la cosa ha un suo significato molto preciso: è il "sistema" a stabilire ciò di cui la popolazione deve discutere. Per imporre un tema è sufficiente parlarne, massicciamente, sui giornali e sulle tv nazionali. Lo si cala a pioggia dall'alto e si "bagna" l'opinione pubblica di dati e immagini ad hoc. È un meccanismo noto da tempo immemorabile, meccanismo che ha fatto la fortuna politica di chi l'ha saputo manovrare: non si tratta di parlare bene o male di una cosa, l'importante è parlarne. Così si impongono i temi, così si creano le esigenze, così si creano i desideri a cui poi la politica venderà le proprie soluzioni. Così, insomma, si pilota l'opinione pubblica: creando un'opinione e propinandola al pubblico.

Ad oggi il giudizio politico sulla manifestazione deve giocoforza rimanere sospeso: la raccolta firme porterà la proposta in parlamento e l'esito del tutto sarà una sentenza inappellabile. Il giudizio è lasciato nelle mani dei "colpevoli", di quei politici a cui il V-day ha lanciato un segno inequivocabile. Risulta quantomeno fantasioso pensare a 600 "tafazzi" che si autoinfliggono una condanna etica approvando le tre norme proposte da Grillo, ma in qualche modo un appello firmato da migliaia di cittadini dovrà essere accolto. Un gesto simbolico è attendibile, una rivoluzione no.

Grillo, nel frattempo, ha già fatto il passo successivo: una lista civica nazionale, a cui le liste locali potrebbero aggregarsi, il tutto trovando nel web il mezzo preferenziale di organizzazione e collaborazione. Ancora una volta il mezzo viene a legarsi inestricabilmente al fine.


Risvolto sociale

Si potrebbe discutere per anni sul significato di "blog". Ci si potrebbe spellare vivi per capire se Beppe Grillo sia un blogger o meno. Ci si potrebbe prendere per i capelli per decidere se il suo sia web partecipativo o no. Ma non è questo il punto, lasciamo il dibattito ai puristi. La verità più importante è la più semplice: centinaia di migliaia di persone, organizzatesi tramite il web, si sono trovate in piazza per fare qualcosa tutte assieme. Avevano bisogno di vedersi, toccarsi, parlare. Urlare, anche: farsi sentire, farsi toccare, farsi vedere. Ci siamo, siamo qui, siamo in tanti. [...]

L'utenza della rete è come un profumo: la senti, ma nè la tocchi nè la vedi. Svanisce se non c'è un qualcosa a contenerla e a raccoglierla: in breve si dissolve in tanti bit, ma quando si espande lascia la scia. È un dolce profumo a cui si da un nome per identificarlo in qualche modo, perchè non ha corpo. La piazza, invece, da sempre è soprattutto fisicità. Lì tutto è estremamente concreto e la massa assurge ad identità propria che si fa forza sulla sua improvvisa materializzazione. Si tratta spesso di un percorso pericoloso, ma non in questo caso: educazione e ordine sono state regole assolute, tutto è andato a compimento senza il minimo incidente. Ma la massa, quando si concretizza, fa sempre e comunque male: perchè materializza, oltre che una presenza, quel profumo che aleggia normalmente con le idee.

Il web, nuovamente, ha fatto da catalizzatore. Poi, però, c'è stato quell'istinto irrefrenabile alla discesa in piazza. Da sempre è così, forse forse il web si è solo inserito in un meccanismo inciso ormai nel nostro DNA di esseri umani, o forse le piazze sono davvero un luogo elettivo di rivolta. [...]

Demagogismo, populismo, rivoluzione, qualunquismo: ognuno legga la cosa come meglio gli pare. Quello che però forse è il risultato più concreto è un altro: per la prima volta il web ha dato un chiaro segno di presenza, di influenza sull'opinione e di capacità organizzativa. I blog, le mappe, i trackback, i link hanno fatto sistema ed hanno saputo creare qualcosa sconfiggendo il silenzio imposto dai media "di regime" (direbbe qualcuno). [...]"

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