Che delusione è stato leggere l'editoriale di Eugenio Scalfari pubblicato su "la Repubblica" di oggi, dal titolo "L'invasione barbarica del comico Grillo". Da un uomo che stimo profondamente per la sua enorme cultura e spirito civile non mi sarei mai aspettato un affondo così pesante nei confronti del comico genovese.
Per l'esattezza non ha detto che Grillo sia un dittatore, ma in pratica manifestazioni come il Vaffanculo Day sono l'anticamera della dittatura.
Anche Scalfari quindi è tra la schiera dei politici e commentatori che hanno dato a Beppe del demagogo e populista, considerazioni che non condivido assolutamente e che ho criticato proprio ieri su questo sito.
Ma vediamo il pezzo dell'articolo di Scalfari che più non mi trova d'accordo:
"[...] Movimenti di natura antipolitica, come quelli di cui stiamo discutendo, rompono dal seno della società e poi declinano rapidamente. La politica non è un'invenzione di qualche mente corrotta o malata, ma una categoria della vita associata. Il governo della "polis", cioè della città, cioè dello Stato. L'antipolitica pretende di abbattere la divisione tra governo e governati instaurando il governo assembleare. L' "agorà". La piazza. L'equivalente del blog di Internet. Infatti la vera novità del "grillismo" è l'uso della Rete per scopi di appuntamento politico (o antipolitico).
Ma nella Rete si vede più che mai il carattere personalizzato dell' "agorà"; di ogni "agorà". Da quella di Cola di Rienzo a quella di Masaniello, da quella di Savonarola a quella di Camillo Desmoulins. Il blog ha infatti un'intestazione ed è l'intestatario che indica la via, che formula gli slogan, che produce gli spot. E' lui insomma il padrone di casa che guida e domina l'assemblea.
In realtà il governo assembleare è sempre stato una tappa, l'anticamera delle dittature. La storia ne fornisce una serie infinita di conferme senza eccezione alcuna. Proprio per questo quando vedo prender corpo un movimento del tipo del "grillismo" mi viene la pelle d'oca; ci vedo dietro l'ombra del "law & order" nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura.
Non inganni lo slogan "né di destra né di sinistra". Si tratta infatti di uno slogan della peggiore destra, quella populista, demagogica, qualunquista che cerca un capo in grado di de-responsabilizzarla.
Il più vivo desiderio delle masse, cioè dell'individuo ridotto a folla e a massa, è di essere de-responsabilizzato. Vuole questo. Vuole pensare e prendersi cura della propria felicità delegando ad altri il compito di pensare e decidere per tutti. Delega in bianco, semmai con una scadenza. Ma le scadenze, si sa, sono scritte con inchiostri molto leggeri che si cancellano in breve tempo. Il potere, una volta conquistato, ha mille modi per perpetuarsi.
L'antipolitica è sempre servita a questo: piazza pulita per il futuro dittatore. Che non sarà certo uno come Grillo. Il dittatore quelli come Grillo li premiano e poi li mettono in galera. E' sempre andata così. [...]"
Come si fa ad avere la "pelle d'oca" di fronte ad una protesta che ha portato un milione di persone in piazza per votare una proposta di legge popolare da portare in Parlamento? Che ha portato a raccogliere 300 mila firme quando invece ne sarebbero bastate solo 50 mila? Dove le firme sarebbero state molte di più se solo non fossero finiti i moduli per raccoglierle?
Questa, Scalfari, è la democrazia. La democrazia non è solo andare a votare un personaggio che pensi o speri possa migliorare la società che ti sta intorno. La politica è anche andare a protestare, ad esporre le istanze che vengono dal basso per ottenere dei cambiamenti. Ad esempio, se non ci fossero stati i ragazzi del '68, quelli civili che protestavano per cambiare il mondo senza l'uso della violenza, non avremmo ottenuto delle conquiste sociali importanti che ora ci sembrano normali. Il movimento, il popolo non può far paura.
Al contrario di quello che sostiene, è questo l'insegnamento dato dalla "polis". Non si può essere passivi, ma proprio in quanto facenti parte di una società che si scende in piazza. Senza proteste non ci sarebbero cambiamenti sociali.
La critica fatta nei confronti dei "blog" e di Internet in generale la trovo veramente anacronistica. Non si vuole accettare il cambiamento. Non si vuole accettare che un libero cittadino come me nel mio piccolo possa ogni giorno o quando vuole esprimere un'opinione e trovare qualcuno che la possa condividere o contestare.
Internet è la vera libertà, un mondo dove ognuno si può esprimere senza dover sottostare ad un editore che ti possa indirizzare verso una precisa linea editoriale. Non si hanno padroni e quello che io o Grillo possiamo scrivere, non deve trovare consenso da nessuno per poterlo diffondere.
A Grillo bisognerebbe invece dirgli GRAZIE!
A prescindere se quello che dice si possa condividere o meno, se il linguaggio sia scurrile o meno, se di un certo orientamento o meno.
Con i suoi interventi quotidiani, ci ha fatto conoscere cose che magari a molti sarebbero rimaste del tutto ignorate.
Se qualcuno sa cosa sia il Wi-Max, il fotovoltaico, le fonti rinnovabili o il Pm10 non è solo merito di Beppe, ma ANCHE merito suo.
E questo non è né populismo, né demagogia, né qualunquismo.
Per esprimere le proprie opinioni, non c'è bisogno di un particolare titolo onorifico, basta un cervello per pensare.
Se le idee saranno giuste, sarà il popolo a deciderlo.
mercoledì 12 settembre 2007
Beppe Grillo è un "dittatore". By Eugenio Scalfari...
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8 commenti:
sei un mongoloide,
monn-gooo-loiii-deeeee,
capito?
mongoloide, ecco quel che sei,
Ah grazie... Sarebbe anche interessante sapere il perché. Troppo facile insultare senza dare una spiegazione
Detto da uno che non si firma nemmeno!
Giovi non te la prendere..come hai detto tu nella conclusione del post "ci vuole un cervello per pensare", e purtroppo il nostro anonimo non ne è in possesso..non tutti sono in possesso del ben dell'intelletto. Se il suo disappunto (nemmeno troppo velato a dir la verità) è riferito al posto sugli attacchi al mitico Beppe Grillo, non ha capito la profondità dei commenti, delle azioni e dei comizi di Grillo, che vanno a colpire non solo l'opposizione ma anche la maggioranza al governo. Purtroppo credo che Scalfari abbia frainteso il significato del V-day, altrimenti non lo avrebbe mai accusato di "dittatura" o presunta tale. E' cosa buona e giusta che ci siano degli spazi in cui il popolo (tutto) possa esprimere tutto il suo disappunto verso le tante cose che non vanno nel nostro paese, dalla politica alla cultura e tanti altri aspetti. Quindi Giovi, continua per la tua strada e non dar retta a qualche idiota che apre la bocca solo per dire stronzate. Come dissi in commenti precedenti, I CONIGLI STANNO BENE NELLA STALLA!!!
Scalfari è legato anche lui alla politica e si è un pò sclerotizzato su certe posizioni! Viva Beppe Grillo!
100, 1.000, 100.000 Beppe Grillo! Quanto all'acefalo che non si firma perchè non ha nemmeno le palle, non ci curiam di lui.
In un suo intervento su Repubblica di mercoledì 12 settembre, Eugenio Scalfari si è preso la briga di avventurarsi in improbabili comparazioni tra il fenomeno del "grillismo", come lui lo chiama, e due tendenze storiche dell'anarchismo, l'anarco-individualismo (ma forse intendeva l'individualismo anarchico) e l'anarco-sindacalismo.
Noi sappiamo bene che Scalfari non è né ignorante né sprovveduto, quindi non possiamo fare altro che prendere atto della sua deliberata intenzione di attaccare l'anarchismo, come pensiero filosofico e movimento politico, svilendolo e rinchiudendolo nei soliti e qualunquisti cliché. Scalfari fa riferimento all'anarchismo definendolo "virus", "valvola di sfogo" fino alla prevedibile accusa di anacronismo. La premessa, inconsistente come la conclusione che ne deriva, è che in Italia «c'è una lunga tradizione di "tribuni" e capi-popolo, un germe che ha messo radici da secoli e che rimane una latenza costante nell'"humus" anarcoide e individualista della nostra gente».
Questo attacco al pensiero anarchico è piuttosto fuori luogo non solo nel merito delle considerazioni avanzate, ma soprattutto perché viene usato nell'economia di un'argomentazione rivolta contro Beppe Grillo e il suo V-Day con i quali gli anarchici non hanno proprio nulla a che fare.
Scalfari saprà senz'altro che l'anarchismo è portatore di una visione e di una pratica rivoluzionaria antigerarchica, che rifugge ogni leaderismo, che disprezza i capipopolo e i tribuni, e che si fonda sulla piena assunzione di responsabilità dell'individuo. Una responsabilità che non è né autoreferenziale né ostile al senso di comunità, ma che mira solidalmente alla trasformazione radicale della società in vista della piena uguaglianza e della piena libertà per tutti. Non per fare un mondo senza regole o in preda a invasioni barbariche, ma per realizzare un mondo in cui le regole emergano dal basso e siano scelte e condivise da tutti per il bene di tutti. Scalfari certamente non condividerà né apprezzerà il messaggio etico e politico dell'anarchismo, ed è liberissimo di farlo, ma usare le idee libertarie come termine di paragone negativo per assimilarle al V-Day ci pare davvero strumentale. Non c'è nulla di anarchico o libertario nel V-Day, e ciò è evidente nell'orizzonte parlamentarista, istituzionale e legalista in cui questa mobilitazione si è consumata (una proposta di legge che – nelle intenzioni dei promotori – dovrebbe servire né più né meno a migliorare e rendere più efficiente la democrazia rappresentativa), e nella dinamica spiccatamente leaderistica che la caratterizza. Da anarchici non possiamo che apprezzare l'insofferenza popolare per il potere o le storture della democrazia, ma questa insofferenza di per sé non può definirsi automaticamente anarchica se non si carica di un progetto e di una volontà rivoluzionaria di cambiamento al di fuori di ogni istituzione e contro ogni gerarchia.
I compagni della Federazione Anarchica Italiana di Palermo e Trapani
giustiziaeliberta@interfree.it
15/09/2007
Anche secondo me Eugenio Scalfari questa volta ha fatto un'analisi sbagliata. E' vero che Beppe Grillo sta andando duramente contro le istituzione e i partiti che si vorrebbe rappresentassero il popolo. Ma questo non significa, come dite anche voi, che si tratti di anarchia.
Infatti nel Vaffanculo Day si è andati a firmare una legge di iniziativa popolare per MIGLIORARE la situazione presente all'interno delle istituzioni stesse. Grillo ha attaccato i partiti dicendo addirittura che sarebbero da cancellare. Ma questo è un modo forte per attaccare quelli attuali, non il Parlamento e il sistema democratico tout court. Proprio per questo la democrazia dal basso, per Beppe è da esercitare attraverso il diretto coinvolgimento dei cittadini nelle istituzioni e questo grazie a delle liste civiche.
Quindi diciamo che si attaccano i partiti ma non le istituzioni. Al contrario i veri anarchici, come a quanto pare siete voi, vorrebbero non solo la protesta popolare ma anche un cambiamento radicale della società così come è organizzata oggi. E su questo punto non mi trovate d'accordo...
Ciao
Scalfari per certi aspetti ha ragione. Il movimento di Grillo è la fotocopia di ciò che storicamente viene definito "Sansepolcrismo". Che cosa è il Sansepolcrismo? Il Sansepolcrismo è il manifesto originario del movimento fascista steso nel 1919 - un progetto estremamente rivoluzionario per quei tempi, che equivale ai famosi 100 punti del Movimento 5 Stelle. Lo si vada a leggere! Ovviamente, quando il fascismo andò al potere, tutti quei punti furono esattamente rovesciati.
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