giovedì 27 settembre 2007

Effetto Grillo

Hanno cercato di demonizzarlo sminuendo la portata delle sue proposte firmate da più di 300 mila persone in un solo giorno.
L'hanno denigrato, dandogli del fascista, del dittatore, del "cattivo maestro" che indica possibili bersagli da eliminare anche con le pallottole.
Insomma, ne hanno dette di tutti i colori.
Visto il successo del Vaffanculo Day però, ora con Beppe Grillo ci devono fare i conti.
La gente infatti continua a sostenerlo e le adesioni su internet non finiscono mai.
Che fare allora?
Non si può più fare finta di nulla e allora tentano timidamente di darsi un'autoregolamentazione in modo da diminuire i privilegi che tanto hanno sdegnato i cittadini di questo Paese.

Di politici seri ancora ce ne sono. Uno di questi è Antonio Di Pietro che, a prescindere dal suo colore politico, ha sostenuto sempre Grillo e le sue battaglie attaccando quanti per tanto tempo l'hanno sottovalutato.
Così, ieri è arrivata una proposta di legge dell'Italia Dei Valori, il partito di Di Pietro, che si basa su due punti importanti:

  • come avviene per i Consigli comunali, i condannati definitivi a oltre due anni di carcere non possono candidarsi in Parlamento;
  • ineleggibilità di chi è a capo di un'impresa che svolge la sua attività in regime di concessione dallo Stato. Tale regola si estende non solo ai titolari ma anche a chi può disporre dell'azienda e ne può determinare gli indirizzi.

Certo, come sappiamo, la proposta di legge popolare avanzata da Grillo rendeva illeggibili tutti i condannati e quindi non c'era questa distinzione. Tuttavia è di sicuro un bel segnale che qualcosa sta cambiando. Ora bisogna vedere chi sosterrà la proposta di Di Pietro.
Ovviamente c'è già chi prende le distanze. Ad avanzare le maggiori critiche indovinate chi è? Dai non è difficile...
Vabbè, ve lo dico io: Forza Italia! Non c'è da stupirsi visto che è il partito con più condannati in via definitiva in Parlamento. Specificatamente, su 24 condannati, ben 10 sono del partito di Berlusconi.
In particolare a creare le maggiori ostilità è l'articolo 3 di questa proposta di legge, quello che rende ineleggibile chi è in vario titolo responsabile di un'impresa rilasciata in concessione dallo Stato. Se passa questo articolo infatti si colpirebbe l'uomo più ricco e con il più grande conflitto d'interessi dei paesi democratici: Silvio Berlusconi.
Di sicuro, questo sarà il punto che farà decadere questa proposta perché a difendere Berlusconi non sono solo quelli di destra ma in fondo in fondo anche i politici di centrosinistra. Prima delle elezioni hanno tanto ben parlato di eliminare questa grave anomalia italiana, ma a conti fatti non si è realizzato ancora niente e secondo me mai si realizzerà. Anche perché il problema c'è da anni e se avessero voluto, una legge in questo senso l'avrebbero dovuta proporre già durante il primo governo Prodi...

Oltre a Di Pietro e il suo partito, altri nel centrosinistra dalle offese hanno capito che bisogna affrontare e risolvere in qualche modo il malcontento popolare.
Ecco che così Piero Fassino, segretario del quasi sciolto partito dei Democratici di Sinistra, ha scritto una lettera pubblicata oggi sul quotidiano "la Repubblica" dove ha avanzato "dieci proposte contro l'antipolitica" che ora vi riporto:

  1. Si affidi a cinque personalità indipendenti l'incarico di un nuovo rapido censimento degli enti che usufruiscono di contributi pubblici, sopprimendo quelli inutili e sospendendo immediatamente ogni contribuzione;
  2. il Parlamento modifichi subito gli articoli 56 e 57 della Costituzione, stabilendo che - quale che sia la legge elettorale in vigore oggi o in futuro - i membri del Parlamento non superino i 400 Deputati e i 150 Senatori;
  3. il Governo chieda ai Presidenti delle Regioni di proporre ai rispettivi consigli la revoca dell'aumento di consiglieri regionali adottato in questi anni e, con le elezioni del 2010, si torni alle dimensioni precedenti;
  4. si riducano le dimensioni dei Consigli Comunali e Provinciali e delle rispettive Giunte, con un provvedimento che entri in vigore già con le elezioni amministrative parziali della primavera 2008. Si sopprimano i Consigli di Quartiere nelle città con meno di 500.000 abitanti;
  5. si allineino indennità e pensioni di parlamentari e altri incarichi elettivi alle medie europee. Si riveda il sistema delle indennità per incarichi pubblici, concentrandole su funzioni di governo e di rappresentanza essenziali, ripristinando il principio che un incarico pubblico possa essere a titolo gratuito, senza prevedere obbligatoriamente indennità o compensi;
  6. si adottino criteri di nomina negli enti pubblici statali, regionali e locali, fondati su professionalità e merito, prevedendo forme di accertamento delle competenze - per esempio come negli Stati Uniti con audizioni pubbliche dei nominandi - e di verifica dell'attività svolta, nonché criteri rigorosi per il ricorso a consulenze esterne;
  7. tutti i Consigli di amministrazione di Enti pubblici statali e locali - comprese le società collegate e le società per azioni a prevalente capitale pubblico - siano composti da non più di 5 membri, ponendo fine a nomine pletoriche fondate su spartizioni e lottizzazioni e si stabilisca che le indennità di carica non siano superiori alle indennità in vigore nell'ente nominante, e in ogni caso, di dimensione monetaria contenuta. E si introducano tetti retributivi per i manager pubblici;
  8. le missioni internazionali promosse in campo economico-commerciale possano essere svolte, oltreché dallo Stato, solo dalle Regioni - e non più anche da città e province - e le delegazioni non possano essere costituite da più di tre rappresentanti istituzionali e il personale amministrativo di accompagnamento non ecceda la stessa dimensione. Gli stessi criteri di sobrietà valgano per ogni missioni di cooperazione internazionale da parte di Enti locali in campo culturale e sociale;
  9. si deleghino le Regioni ad una revisione delle attuali Province, stabilendo parametri (come soglie di popolazione minima) che riducano del 50% il numero delle attuali Amministrazioni provinciali e si abolisca la selva di consorzi intercomunali, trasferendone la competenza alle Province. Le Regioni operino una revisione delle Comunità Montane, riducendone il numero, gli organi e i costi;
  10. si riformi il sistema dei rimborsi elettorali e si sopprima la garanzia dello Stato sui mutui contratti dai partiti politici i quali, come ogni cittadino o persona giuridica, devono garantirsi con i propri beni.

Fassino conclude così:

"[...] Un uomo politico ricordi che la sua credibilità deriva dall'essere come gli altri: andare allo stadio o al cinema pagando il biglietto, fare la fila alle casse del supermercato, accompagnare i figli a scuola con la propria auto, prenotare le analisi allo sportello come un cittadino normale."

Tutto ciò è condivisibilissimo però... PASSATE DALLE PAROLE AI FATTI!!!
Non vorrei che i buoni propositi di qualcuno siano soppressi dalle negligenze dei più numerosi menefreghisti e difensori dello status quo.


PS: Come suggerito da Grillo, in basso a destra ho inserito il logo "V-DAY IO C'ERO". Per quanti vogliono fare lo stesso sul proprio sito, copiate e incollate il codice HTML che trovate qui.

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