venerdì 31 luglio 2009

D'Alema vs Franceschini: lite tra bimbi

Beppe Grillo non poteva far parte del PD: non era degno.
All'inizio ero molto entusiasta perché, anche se probabilmente Grillo aveva poche chance per diventare segretario, poteva portare delle idee nuove all'interno di un "partito" che sembra sempre più una corrente del PDL. Ora sono molto contento che sia andata così, perché la mancata iscrizione di Grillo porterà questo partito alla sua rovina.
Dico questo perché i candidati accettati non parlano quasi mai di temi politici, ma litigano con un linguaggio politichese lontano anni luce dai problemi del Paese. L'unico a portare avanti delle idee è Ignazio Marino che cerca di far entrare nel non-dibattito il problema della laicità (assente) dello Stato.

Aprendo "laRepubblica" di oggi, a pag. 14, ecco il titolo di un articolo sul dibattito interno al PD in vista del Congresso e delle successive Primarie:" "Si è candidato contro di me": scontro D'Alema-Franceschini".
Già solo leggendo il titolo, per usare un'espressione comune, "ti cascano le braccia per terra".
Con tutti i problemi che ci sono D'Alema non ha di meglio da fare che bisticciare a mezzo stampa contro Franceschini, come se fossero due bambini dell'asilo.

Ecco il terribile attacco di D'Alema contro Franceschini: "L'ho voluto io al governo, come sottosegretario alle riforme istituzionali, e mi dispiace per le polemiche personali". Il segretario, infatti, ha caratterizzato la sua candidatura "innanzitutto contro quelli che c'erano prima e il risultato paradossale è che tutti quelli di prima lo sostengono, salvo il sottoscritto. Questo, ripensandoci, fa ritenere che ci si rivolgesse contro una sola persona...".

Che discussione su temi alti. Che grande forza di opposizione.
Quanto dà fastidio a D'Alema la candidatura del, seppur insignificante, Franceschini. Il leader Maximo d'altronde sostiene Pierluigi Bersani e in un'elezione "democratica" per lui non ci dovrebbero essere avversari. Con Bersani sono schierati tutti i "vecchi" del partito e guai un suo possibile risultato al di sotto delle attese (la sua vittoria è fuori discussione tanto...).

Come ha detto Andrea Forgione, mitico segretario del circolo del PD che diede la tessera a Grillo, in un'intervista pubblicata oggi sul settimanale "il venerdì": "Si dice di no al comico Grillo e si permette a un altro comico di governare l'Italia".
E' evidente ormai come la "guerra" tra PD e PDL la vedono solo i militanti e simpatizzanti di questi finti partiti. Quando hanno avuto l'occasione i politici del PD, gli stessi D'Alema&co. che cercano di convincere la gente a votarli, non hanno fatto assolutamente nulla. Il conflitto di interesse, ad esempio, è rimasto sempre intatto e Berlusconi non può far altro che ringraziare.

Questi due partiti rappresentano il compimento del "Piano di Rinascita Democratica" di Licio Gelli, colui che ha guidato la loggia massonica "P2". Due finti partiti che fanno finta di essere uno contro l'altro e che si alternano al potere portando avanti piani tenuti nascosti alla maggioranza degli italiani.
A vedere le loro politiche di fondo, sembrano quasi uguali, a fare le differenze sono solamente sfumature.

Questo sistema di controllo dei cittadini è applicato anche ad altri Stati "democratici".
Negli Stati Uniti si alternano Partito Democratico e Partito Repubblicano, ma in politica estera, tanto per fare un esempio, le differenze sono poche.
Obama doveva rappresentare un cambiamento radicale: subito l'hanno ribattezzato il John Kennedy di colore. In Afghanistan e negli altri scontri non è cambiato quasi nulla portando avanti la solita politica imperialista di sfruttamento. Anzi, se non sbaglio, in Afghanistan ha aumentato anche le truppe, con il pretesto di mantenere l'ordine in vista delle elezioni. La morte di bambini e civili in questi contesti sono solo effetti collaterali.

Per chiudere questo post, vi inserisco questo video semplice e chiaro che vi fa capire bene come anche in democrazia si possano tenere sotto controllo le persone senza bisogno di imporre la forza come in una qualsiasi dittatura:


martedì 28 luglio 2009

Le donne brutte si estingueranno: teoria scientifica che cambierà le sorti dell'umanità

Oggi ho letto una notizia importantissima che cambierà le nostre abitudini, il nostro stile di vita, che offrirà un futuro radioso per la nostra specie: le donne brutte si estingueranno!
Ora sì che almeno i nosti discendenti, i pronipoti dei pronipoti dei pronipoti dei pronipoti, ecc., potranno accoppiarsi solo con donne alla Pamela Anderson o alla bella e nostrana Sabrina Ferilli, solo per citarne alcune.
L'aspetto interessante è che queste "ficone" non si accoppieranno con maschi attraenti, ma preferiranno i maschi più brutti.

A fare questa sensazionale scoperta è Markus Jokela dell'università di Helsinki. Mi pare corretto, vista l'importanza, che questa ricerca ha interessato molto i media e per questo è stata informata la popolazione mondiale.
Nel corso di 40 anni è stata seguita la vita riproduttiva di 1244 donne e 997 uomini statunitensi: mica scherzano gli scienziati finlandesi!
Dalla ricerca emerge che le donne "attraenti" mettono alla luce il 16% di figli in più rispetto alle "brutte". Le "molto attraenti" invece di figli ne fanno il 6% in più delle "attraenti". Le "bonazze" - per quest'ultimo termine mi sono preso la licenza poetica di sceglierlo io - prolifereranno bimbe di sesso femminile con una probabilità del 36% più alta rispetto alla probabilità di mettere al mondo bimbi maschi.
Per i maschietti un po' bruttini, ce n'è anche per loro: i padri più attraenti hanno il 13% di figli in meno.

Ecco qui di seguito, per soddisfare la vostra curiosità scientifica, l'articolo " L'estinzione delle donne brutte: "Sempre più belle nel nostro futuro" ", scritto da Elena Dusi e pubblicato a pag. 37 su "laRepubblica" di oggi:

"Scherzi dell'evoluzione. Che ama le donne, selezionando le più belle mentre tra gli uomini tende a premiare i meno attraenti facendoli riprodurre di più. Se lo studio di Markus Jokela dell'università di Helsinki dovesse rivelarsi corretto, ci ritroveremmo in un futuro remoto fatto di donne da copertina che si innamorano di uomini inguardabili. Ma a spulciare bene tra i dettagli della ricerca finlandese, sembra che non si faccia altro che perpetuare il vecchio mito della bellezza femminile contrapposta all'intelligenza maschile, usando dati e statistiche in cui la logica non riesce a fare da mastice.
Seguendo nel corso di 40 anni la vita riproduttiva di 1.244 donne e 997 uomini statunitensi, Jokela ha osservato che le madri classificate come "attraenti" hanno in media il 16 per cento di figli in più rispetto alle "brutte". Le "molto attraenti" a loro volta hanno il 6 per cento di figli in più rispetto alle "attraenti". E la probabilità che queste super-donne diano alla luce bimbe di sesso femminile - per qualche arcano motivo che Jokela non chiarisce - è del 36 per cento più alta rispetto alla probabilità di far nascere un bimbo maschio. Né appare meno misteriosa la causa per cui le figlie delle donne belle debbano ereditare i caratteri di viso e capelli solo dalla madre, diventando a loro volta sempre più attraenti nonostante dei padri che l'evoluzione, evidentemente, tende a rendere sempre più brutti.
Per i padri, infatti, vale il percorso opposto: i più attraenti hanno il 13 per cento di figli in meno. "E' noto che la bellezza colpisce più gli uomini che non le donne - spiega Jokela in un'intervista a Forbes - perché è un indicatore di fecondità e offre informazioni importanti sulla salute della futura madre. Un segnale su cui i maschi fanno molto affidamento quando scelgono un partner".
Più della chirurgia estetica e delle creme di bellezza, suggerisce questo studio, può la selezione naturale. E anche se Jokela mette in guardia (l'effetto evolutivo si fa sentire su scale di tempo molto lunghe) la conclusione che "l'evoluzione rende belle" ha scatenato la stampa, soprattutto quella britannica che molto ama questo tipo di notizie al confine tra scienza e aneddotica.
Alla ricerca finlandese si potrebbe, infatti, obiettare che la valutazione della bellezza era affidata a semplici foto. E per nulla teneva conto di altri aspetti della seduzione come voce, movenze o eleganza. Ma sul Daily Mail e su un'altra dozzina di quotidiani britannici, lo psicologo evoluzionista della London School of Economics Satoshi Kanazawa si dà da fare per corroborare la tesi di Jokela: "La bellezza è una caratteristica fisica ereditabile - spiega Kanazawa - e in un mio precedente studio ho dimostrato che ci sono mediamente più donne belle che uomini belli. Se genitori più attraenti hanno più figlie e se l'attrattiva fisica è ereditaria ne consegue logicamente che le donne nel corso di molte generazioni sono diventate fisicamente più attraenti rispetto agli uomini".
In una serie di studi pubblicati sul Journal of Theoretical Biology tra il 2005 e il 2008, lo stesso Kanazawa era arrivato a conclusioni simili a quelle di Jokela, e non più convincenti: le coppie più belle avrebbero il 26 per cento di figli maschi in meno rispetto a quelle meno attraenti, mentre gli uomini violenti tenderebbero a generare più maschi.
Duecento anni dopo la nascita di Charles Darwin, padre della teoria della selezione naturale, sembra dunque che l'evoluzione ci riservi un ventiduesimo secolo popolato di mariti picchiatori e belle litigiose, che combattono fra loro per ottenere un posto sotto ai riflettori o una nomina in politica. Magari invece tutti finiranno per innamorarsi della bruttina dalle movenze sexy e dalla voce sensuale (magari anche intelligente). Mandando all'aria le fatiche contabili di Jokela."

Secondo me la teoria di Darwin, anche se riesce a spiegare molte cose di rilevante importanza, è frutto di uno studioso dell'Ottocento che aveva una visione positivistica della storia. Comincio a pensare vedendo simili idiozie che, più che di evoluzione, sarebbe corretto parlare di "devoluzione" della specie umana.

lunedì 27 luglio 2009

Pacifismo targato Lega

In questi giorni si registra una novità veramente interessante sul piano politico: la Lega Nord vuole ritirare le truppe dall'Afghanistan!
Una cosa veramente inaspettata visto che in questi anni hanno votato in Parlamento tutti i rifinanziamenti alle missioni militari. Beh, non è mai troppo tardi per cambiare!

Oggi il Ministro Calderoli si è spinto a dire che "la democrazia non si esporta e non si impone". Per fortuna, così cominciamo a smetterla a creare confusione alla gente chiamando le guerre missioni di pace!
Ha anche proseguito, come riportato nell'intervista di oggi uscita sul quotidiano "laRepubblica", dicendo che: "I tempi dell'emancipazione sono diversi. Non ce la fai a costruire la democrazia, il contesto culturale e storico è diverso dal nostro".

Come sempre avviene quando si alza una voce fuori dal coro all'interno del Parlamento, maggioranza e opposizione compatte a difendere le missioni dei nostri militari all'estero. Ad esprimere dubbi, oltre alla Lega è solo l'Italia dei Valori, indice forse che questi due partiti sono rimasti nel bene e nel male i soli a esprimere ancora dei concetti e a portare delle idee all'interno delle istituzioni.
PD e PDL, insieme ai democristiani dell'UDC, portano avanti, nelle linee di fondo di politica internazionale ed economica, gli stessi programmi. Incredibile è come le persone durante le campagne elettorale si scontrino veementemente quando alla fine i politici dei due schieramenti avversi hanno idee simili, a parte qualche lieve sfumatura.

L'occidente, sfruttatore della gran parte delle risorse mondiali, si arroga il diritto di portare pace e prosperità all'estero esportando la democrazia. Al di sotto della loro propaganda c'è soprattutto un discorso economico. Le guerre sono anche loro un business proficuo. Spesso nella storia si è visto come i Paesi occidentali, con le loro banche, abbiano finanziato indifferentemente i popoli che si scontrano duramente all'interno di una guerra.

A pagare il conto sono i poveri e gli indifesi, carni da macello per stabilire la legge del più forte. Noi ormai siamo diventati insensibili a tutto questo a causa di un'informazione deviante che ripropone sempre i fatti di politica internazionale, dando voce e spazio alla propaganda di regime a favore dei nostri cosiddetti "governi democratici".

Bellissima e commovente una frase pronunciata da Gino Strada nel video che vi propongo qui di seguito:

"Quello che c'è in atto non è una guerra al terrorismo. E' una guerra contro i poveri del mondo: questa è la guerra!"



Passaparola di lunedì 27 luglio

Come ogni lunedì alle 14, trasmetto in diretta streaming il programma "Passaparola" con Marco Travaglio.




[Upgrade]: Oggi il programma non è andato in diretta streaming e perciò vi ho inserito la registrazione caricata su YouTube. La puntata di oggi è stata registrata lunedì 20 luglio 2009

domenica 26 luglio 2009

Psichiatria: finti malati per un grande business

"C'è un genere di medici, i medici della mente, che ritengono di aver scoperto una nuova malattia ogni volta che escogitano un nome nuovo"
Kant

Con questa bella e illuminante frase si apre un articolo di Umberto Galimberti che vi proporrò al termine di questo post.
La psichiatria è una scienza che mi ispira poca fiducia perché la vedo troppo spesso uno strumento di controllo sociale e un grande business. E' vero, non bisogna scartarla del tutto, bocciandola senza eccezioni. Ci sono dei casi patologici gravi che meritano un intervento rapido ed efficace, tutti quei casi come forme gravi di depressione che potrebbero portare al suicidio.
Ma nel complesso la psichiatria è una sorta di "pietra filosofale" per le case farmaceutiche: la nascita di nuove malattie genera introiti talmente elevati che è difficile anche solo pronunciarli.

La Bibbia degli psichiatri si chiama DSM, acronimo che sta per "Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders". Ogni psichiatra non può fare a meno di usarlo perché lì sono classificate tutte le malattie secondo delle linee ben precise.
Di questo DSM sono state pubblicate versioni e aggiornamenti diversi e ora ve le elenco qui di seguito: DSM-I (1952), DSM-II (1968), DSM-III (1980), DSM-III-Revised (1987), DSM-IV (1994), DSM-IV-Text Revision (2000) ed è in fase di pianificazione il DSM-V che sarà probabilmente pubblicato nel 2012.
A distanza di un DSM e l'altro, alcune malattie sono eliminate e moltissime sono aggiunte. Addirittura nel DSM-IV-TR il numero di disturbi mentali è aumentato di tre volte rispetto a quello della prima edizione!

Scommetto che se aprite quel testo, probabilmente vi ritroverete ad avere 2-3 malattie. Per aver diagnosticato un disturbo mentale, basta avere l'insorgenza di tre sintomi: tanto basta per assumere, spesso anche a vita, una pasticchetta. Se ho solo due sintomi ok, se più di tre, è indifferente perché prendo la stessa pasticchetta del soggetto che di sintomi ne ha solo tre.

Curioso poi come, nella settima ristampa del DSM-II avvenuta nel 1972, sia stata tolta l'etichetta di "disturbo mentale" all'omosessualità: in seguito alle numerose proteste degli attivisti omosessuali, i membri dell' American Psychiatric Association si sono riuniti e con una votazione hanno tolto l'omosessualità dalla classificazione psicopatologica.

Oggi, in particolare negli Stati Uniti, milioni di persone assumono farmaci per curare disturbi che a volte non ritengo tali. Se un bambino è un po' scalmanato e fa i capricci, oppure se a scuola è quello che disturba i compagni e non sta attento alle lezioni, allora è un malato mentale: la diagnosi è iperattività! Soluzione: Ritalin!
Ecco, ora curano con psicofarmaci anche i bambini e ci sono numerose associazioni che contrastano questo fenomeno registrando dei dati veramente preoccupanti di bambini che arrivano, dopo l'uso di questa pasticca in modo massiccio, a suicidarsi.
Ma come è possibile che un bambino arrivi al suicidio?!! E' questa la scienza che si preoccupa del benessere dell'uomo?

Dietro la psichiatria c'è il sospetto che ci siano degli interessi economici spaventosi. Inventati una malattia, prescrivi una pasticchetta appropriata e un individuo è schiavo della medicina probabilmente per tutti gli anni che gli rimangono da vivere.
Il profitto, o meglio il profitto per il profitto, è il grosso male della nostra società.

Come anticipato all'inizio, ecco la risposta di buon senso data da Umberto Galimberti in "la Repubblica delle Donne" di ieri a una lettrice che, da psicologa e medico specializzato in psichiatria, si domandava il "perché debba essere così tanto tragico ed etichettante ricevere diagnosi":

"Non mi fraintenda, anche se posso avergliene dato l'occasione. Non ho nulla contro la psichiatria e i suoi progressi sperimentali che consentono di individuare farmaci che attenuano la sofferenza. talvolta atroce, di chi soffre di disturbi mentali. Semplicemente vorrei attenuare quella fiducia incondizionata e acritica che alcuni psichiatri nutrono per le loro diagnosi, e ricordare loro che la psichiatria è una "latria" ossia una pratica medica, non una "loghia", ossia un sapere costruito su chiare basi concettuali.
Si prenda ad esempio la crisi di panico, oggi curata con farmaci antidepressivi che rivelano la loro efficacia, senza che questo buon risultato autorizzi a includere il panico nel quadro nosologico delle depressioni. Quando le diagnosi sono decise dall'efficacia farmocologica, come si fa a dar torto a Ludwig Wittgenstein là dove scrive: "La psichiatria è quella scienza fatta di metodi sperimentali e confusione concettuale"? E infatti come opportunamente osserva Ian Hacking dell'Università di Toronto: "Non abbiamo ancora chiara l'interazione tra la conoscenza degli esperti e il comportamento delle persone con problemi psichici. E' questo l'obiettivo da perseguire".
E' noto che la malattia mentale ha bisogno di vittime e di esperti. Dove ci sono le vittime, ma non gli esperti, oggi diremmo dove ci sono i pazienti ma non gli specialisti, la malattia non è individuata, non è isolata, al limite non è neppure avvertita. E' il caso dei bambini che la psichiatria rubrica come "depressi" o "iperattivi", quindi da trattare gli uni con il Prozac e gli altri con il Ritalin. Costoro sono affetti da disturbi mentali reali o vittime di concettualizzazioni psichiatriche, di sindromi alimentate da specialisti, o più semplicemente di postulati tipici di una cultura che vuole medicalizzare ogni grattacapo che dà filo da torcere a genitori, insegnanti, educatori, o più semplicemente ai conducenti degli autobus?
A proposito delle malattie mentali, il nostro serbatoio di ignoranza è senza limiti, ma nostre sono anche le confusioni concettuali che le nuove conoscenza e soprattutto le nuove definizioni e le nuove diagnosi non aiutano a eliminare, con buona pace di tutti i rigidi seguaci del DSM (il manuale diagnostico-statistico) che si attaccano alle sue definizioni come un naufrago a tutto quello che gli capita sotto mano per non affogare nel mare dell'incertezza e della non conoscenza.
Cento anni di osservazione psichiatrica ci hanno abituato al carattere transitorio di molte malattie mentali, non solo nel senso che queste vanno e vengono nella vita di un individuo, ma anche nel senso che si presentano in una certa epoca e in un certo luogo e poi spariscono, come è il caso della "demenza precoce" della seconda metà dell'Ottocento o dell' "isteria" della prima metà del Novecento, che oggi nessun psichiatra sottoscriverebbe, per non parlare della masturbazione, oggetto degli studi di Tissot e di Zimmerman che si erano specializzati in "malattie respiratorie e masturbazione".
Come si vede, i dati culturali non sono meno significativi dei riscontri clinici. E bene farebbe la psichiatria ad affiancare alla ricerca genetica e biologica un'elevata sensibilità e attenzione per le trasformazioni sociali. Ma per questo occorre una cultura umanistica, perché è difficilmente contestabile il fatto che non è possibile curare la mente, prescindendo dalla cultura che è il lavoro della mente.
Del resto, già quarant'anni fa, lo psichiatra inglese Roland Laing, ne "La politica dell'esperienza" (Feltrinelli), avvertiva che "la biochimica di un essere umano è altamente sensibile alle circostanze sociali". Evitiamo di invertire questa relazione e concludere, come sembra fare la psichiatria appiattita sulla farmacologia, per la quale "le circostanze sociali si sono fatte altamente sensibili alla biochimica". "

venerdì 24 luglio 2009

David Icke: "NON FATE IL VACCINO!" Oscura questione di marketing

Dal primo momento questa cosiddetta pandemia mondiale non mi ha convinto. Alcuni hanno sostenuto che questo virus sia stato creato in laboratorio, forse è sfuggito al controllo per un errore.

Fatto sta che da subito ha creato il panico mondiale, facendo dimenticare il solo vero grande problema che stiamo affrontando: la crisi economica!
Fino adesso si registrano solamente circa 150 morti, numero di morti nettamente inferiore rispetto a qualsiasi tipo di influenza stagionale. Eppure tanto basta per far indebitare i nostri stati, prenotando milioni di vaccini prima ancora che siano messi in produzione a pieno regime.

Era da parecchio ormai che non se ne parlava più della febbre suina. Sembrava che anche questa notizia ingigantita dai media, stesse facendo la stessa fine di allarmi SARS, antrace &co., allarmi rientrati dopo aver fatto temere per la sopravvivenza della razza umana.
Devo dire che ho un rammarico: quello di non aver scritto prima della mia previsione, oggi divenuta certezza, sul panico che si sarebbe ricreato nuovamente e forse in maniera più pesante a partire da settembre/ottobre.
Insomma, il giusto tempo per mettere in produzione un vaccino e per studiare una campagna di marketing per far credere alla gente che vaccinarsi sia necessario!

Io sono contrario al vaccino!
Le evidenze fin qui registrate mostrano che il virus ha una mortalità bassa rispetto alle influenze stagionali che si ripropongono con costanza ogni anno.
Si dice: "aspetta, ma il virus muterà e diventerà più nocivo! Tu sei pazzo a dire una cosa del genere!".
Beh, a questa affermazione mi viene da fare un sorriso. Senza bisogno di complicare troppo il discorso, se è vero che il virus muterà e diventerà più nocivo, allora, qualcuno mi potrebbe spiegare che senso ha vaccinarsi con un vaccino messo in produzione ora?
Se il virus muta e il vaccino è stato studiato e creato prima della mutazione, che utilità potrebbe mai avere?

La verità è che tutto come sempre gira intorno ai soldi.
Dagli anni '70 il business dei vaccini era fallimentare. Grazie a pericoli di pandemie, dal 2004 invece sta tornando agli antichi splendori.
Ecco una breve citazione di un articolo che mi sono conservato, intitolato "Vaccini Spa" e pubblicato su "laRepubblica" del 25 maggio 2009:

"[...] E i big della farmaceutica avevano deciso di cercar fortuna in altri campi più redditizi: i produttori di vaccini sono crollati da 26 a 7 dal 1970 al 2004. In America sono scesi da 5 a 2. E quando sono arrivati l'antrace, le Torri Gemelle con il rischio di bio-terrorismo e le nuove pandemie, i virus si sono ritrovati a combattere con truppe nemiche ridotte all'osso [...]"

O forse le "nuove pandemie" sono state uno strumento per rivitalizzare un settore farmaceutico che stava vivendo una pesante crisi economica...

Un vaccino realizzato così in fretta a seguito di un panico lanciato da tutti i media, potrebbe essere pericoloso e uccidere delle persone.
Questa non può essere stigmatizzata come una considerazione lanciata dallo scrittore e giornalista David Icke, a cui in senso dispregiativo affibiano l'etichetta di "complottista".
Questo a mio avviso è un rischio serio perché la storia ci insegna che è già avvenuto!
Nel 1976 nel New Jersey 13 militari furono contagiati dalla febbre suina e un militare morì.
Panico generale e creazione di un vaccino. Campagne pubblicitarie terrorizanti che spingevano tutti e subito a vaccinarsi.
La pandemia non si verificò, ma in compenso morirono delle persone a causa della sindrome Guillain-Barré provocata dal vaccino stesso.
Ecco una piccola citazione in merito presa dallo stesso articolo di prima:

"[...] Il panico, in effetti, è stato sempre cattivo consigliere - anche in termini economici - per il mondo dorato del business del virus. La madre di tutte le influenze suine, quella scoppiata nel 1976 a Fort Dix nel New Jersey, è paradigmatica: ha contagiato 13 militari, uccidendone uno. Washington, con l'incubo della pandemia, ha vaccinato 40 milioni di americani, spendendo centinaia di milioni di dollari. Il morbo non si è mosso da Fort Dix e non ha più ucciso nessuno.
Gli effetti collaterali del vaccino (la sindrome Guillain-Barré, sintomi la paralisi) sono costati però a Casa Bianca e produttori 93 milioni per le cause legali."

Ora venitemi a raccontare che l'avvertimento di David Icke non sia verosimile:



Ecco la pubblicità del 1976 che spingeva gli americani a vaccinarsi:



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giovedì 23 luglio 2009

NIKE e GEOX si sono impegnati per far respirare l'Amazzonia! Continua la mobilitazione



Bello vedere quando una battaglia a cui si è aderito riesce ad ottenere dei risultati positivi.
Come già scritto su questo blog, il turbocapitalismo di oggi non guarda in faccia a niente e a nessuno. La deforestazione dell'Amazzonia non è una minaccia per l'umanità, ma solo un'occasione per aumentare illegalmente i propri profitti.
Questo in sostanza stava avvenendo in Amazzonia.

I giganti del commercio della carne e della pelle brasiliani Bertin, JBS e Marfrig, si rifornivano da alcune fattorie che, oltre a contribuire alla deforestazione, facevano uso del lavoro schiavile e occupato riserve indigene. Queste grosse aziende brasiliane inoltre avevano grossi legami con i noti marchi globali Geox, Nike, Timberland, Adidas, Reebok e Clark's.

Oggi mi è arrivata una splendida notizia: GEOX e NIKE hanno preso atto dell'inchiesta realizzata da Greenpeace e si sono adoperate a interrompere il rapporto con queste aziende illegali.
La Nike ha messo in atto una politica che obbliga i propri fornitori a certificare formalmente che la pelle bovina venduta non provenga dal bioma amazzonico.
L'impegno della Geox è invece quello di "attivare strumenti contrattuali di verifica volti ad evitare in maniera assoluta di favorire - anche solo indirettamente - il fenomeno denunciato da Greenpeace".

Questo ottimo risultato della nostra mobilitazione via telematica si aggiunge ad altri risultati già ottenuti da Greenpeace, come riportai il 18 giugno scorso.
Elencandoli, i risultati erano in breve i seguenti:
- l' "International Finance Corporation" aveva cancellato il prestito di 90MILIONI destinato alla Bertin;
- la giustizia brasiliana aveva aperto un'indagine;
- grazie ad un'azione civile del "Ministerio Publico Federal", le principali catene di supermercati brasiliani avevano cancellato i contratti stipulati con la Bertin.

Ora dopo la risposta positiva della Nike e della Geox, mancano all'appello Timberland, Clark's, Adidas e Reebok. Visti gli ottimi risultati raggiunti, continuate a mobilitarvi inviando una lettera di sollecitazione a queste aziende, CLICCANDO QUI

Leggi anche:

lunedì 20 luglio 2009

Lettera dal Partito ANTIdemocratico: Migliavacca risponde

Come scrissi tempo fa, in seguito alla candidatura di Beppe Grillo, lunedì 13 luglio ho richiesto la tessera del PD per ottenere il diritto di voto ai fini congressuali.
Sapete come è andata a finire: un partito chiuso su se stesso che decide a tavolino di espellere un possibile candidato che avrebbe probabilmente messo in crisi il loro status quo.
Questo e solo questo è avvenuto.

Domani è il limite massimo per gli iscritti per votare il proprio candidato da mandare alle primarie. Dalla mia richiesta del 13 luglio, mi hanno risposto OGGI per dirmi di far presto e di recarmi domani in un circolo del PD per prendere la tessera e pagare 15 euro.
Visto il controllo e la decisione stile partito sovietico che ha portato un fantomatico Comitato di Garanzia a definire Grillo sostanzialmente indegno all'iscrizione, mi domando: se io domani andassi in sezione a prendere la mia tessera, chi mi controllerebbe? Faranno delle sedute specifiche o un interrogatorio prima di darmela? Per Grillo hanno applicato una regola ad personam?

Ecco parte della lettera che mi hanno inviato:

"Cari amici,
vi ricordiamo che per poter esercitare i diritti di voto ai fini congressuali è necessario ritirare la tessera presso il proprio circolo territoriale o d'ambiente, o in caso di difficoltà presso il relativo Coordinamento Provinciale, entro e non oltre il 21 luglio 2009.
L'elenco dei Coordinamenti provinciali è disponibile sul sito del PD alla pagina
"Le sedi territoriali".
Ai dubbi su congresso, primarie, tesseramento e sul no alla candidatura di Beppe Grillo (sulla quale ci avete scritto in tanti) ha risposto a Question Time Maurizio Migliavacca, responsabile Organizzazione del PD [...]"

Ecco il soporifero quanto scontato intervento sul merito di Maurizio Migliavacca:


Penso che la mossa di Grillo sia stata molto efficace perché ha messo in evidenza i contrasti, le divisioni e la mancanza di idee di uomini politici che non sanno parlare ai cuori della gente. Si parla di statuto, di regole, di partito liquido, di organi elettivi, ecc. senza parlare di programmi che possano materialmente cambiare la vita di milioni di persone convinte ancora che, votandoli, possano cambiare qualcosa.

Grillo aveva un programma preciso e chiaro e forse avrebbe portato una ventata di freschezza nella politica italiana.
Purtroppo è incompatibile perché fa parte di un "Movimento Politico Ostile"...

Per fortuna nel PD tutti non la pensano così e c'è chi vorrebbe un partito aperto, capace di interpretare bisogni nuovi provenienti dalla società.
Spero che tra gli iscritti ci siano molti Andrea Forgione, il segretario locale di un circolo del PD in provincia di Avellino che, sfidando i vertici del partito, ha deciso autonomamento di iscrivere Grillo (iscrizione comunque ritenuta dalla dirigenza priva di valore):



Come ha scritto in un commento al video l'utente saurolopez:
"Evviva il cocomero, il frutto della democrazia"!!!

Passaparola di lunedì 20 luglio

Oggi il programma "Passaparola" con Marco Travaglio inizierà alle 15.30 anziché alle 14. Come sempre trasmetto la diretta streaming.



domenica 19 luglio 2009

Sull'editoriale di oggi di Eugenio Scalfari: SONO D'ACCORDO e NON SONO D'ACCORDO

Se dicessi che Eugeni Scalfari, il fondatore del quotidiano de "laRepubblica", è vicino alle posizioni del PD, avrei scoperto l'acqua calda. Ma più che essere vicino a questo "partito" direi che è proprio un suo acceso sostenitore: avrà mica la tessera del PD?


Leggendo l'editoriale di oggi, "Una democrazia malata che deve guarire", ho trovato delle cose che mi trovano d'accordo e delle altre no. Non sono d'accordo proprio con le prese di posizioni del noto giornalista.

Ecco un breve elenco di alcune parti dell'articolo che condivido e quelle che invece mi trovano distante:

"[...] Napolitano, com'è noto, ha promulgato la legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento ma ha accompagnato la sua firma con una lunga lettera diretta al presidente del Consiglio, ai ministri proponenti (Maroni, Alfano), ai presidenti delle Camere e al presidente della Corte costituzionale.
La lettera elenca i punti critici della legge che, secondo il presidente della Repubblica, rischiano di inceppare l'ordinamento penale vigente suscitando effetti contraddittori rispetto a quelli voluti e interpretazioni molteplici da parte di chi dovrà attuarne le norme. I critici di Napolitano si sono domandati perché il Capo dello Stato, avendo ravvisato molteplici difetti della legge, non l'abbia rinviata al Parlamento come la Costituzione gli consente di fare. Questo dire e non dire, questo promulgare criticando e criticare promulgando sarebbe segno di incertezza e configurerebbe l'irritualità rimproverata [...]": SONO D'ACCORDO!
Mi sembra ovvio che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "avendo ravvisato molteplici difetti della legge", invece di inviare una "lunga lettera", avrebbe dovuto rinviare la legge al Parlamento "come la Costituzione gli consente di fare".

"Noi non pensiamo che le cose stiano così. Il potere di rinvio alle Camere d'una legge da esse approvata è previsto in caso di mancata copertura finanziaria (e non è questo il caso) e di altre palesi forme di incostituzionalità. Palesi, poiché se tali non fossero spetterebbe alla Corte - se e quando attivata - aprire un'indagine ed emettere la sua sentenza.
Napolitano non ha ravvisato palesi incostituzionalità ma preoccupanti elementi di incoerenza rispetto all'ordinamento penale vigente ed ha allertato le competenti istituzioni (e innanzitutto la Corte) affinché vigilino e provvedano a evitare gli incidenti di percorso che quella legge malfatta potrebbe produrre.
Non mi pare che ci siano obiezioni da opporre ma soltanto solidarietà da esprimere al Capo dello Stato che sta cercando con diuturna fatica di raddrizzare il timone d'una barca assai mal diretta dai nocchieri che dovrebbero assicurarne un'ordinata navigazione
[...]": NON SONO D'ACCORDO!
Ma come, Napolitano non poteva rinviare la legge al Parlamento "come la Costituzione gli consente di fare"?

"Il buon andamento della cosa pubblica riposa anche sull'esistenza d'una forte opposizione che abbia idee chiare sulla visione del paese e sui suoi problemi. Un'opinione molto diffusa, non soltanto nel centrodestra ma anche in ampi settori di centrosinistra, ritiene che il Partito democratico non abbia idee chiare sulla propria identità, non conosca né voglia conoscere i problemi del paese e sia percorso da una pulsione alla rissa interna alimentata soltanto da contrastanti ambizioni personali.
Offra insomma al pubblico uno spettacolo miserando che qualcuno ha definito tragicomico e che avrebbe il solo effetto di accrescere l'irruente baldanza del potere berlusconiano [...]": SONO D'ACCORDO!
A mio avviso l'opposizione del PD è poco o per nulla incisiva.

"Noi non pensiamo che le cose stiano in questo modo anche se non mancano segnali di preoccupazione e forze centrifughe che spingono al peggio.
I valori del partito riformista sono largamente condivisi al suo interno. Sono i valori di libertà, eguaglianza, solidarietà con i deboli, non violenza, difesa dell'ambiente. Ma poi questi valori che distinguono fortemente la sinistra dalla destra, vanno tradotti in una linea concreta e qui, come è naturale, le posizioni divergono [...]": NON SONO D'ACCORDO!
"I valori del partito riformista sono largamente condivisi al suo interno": ma si può dire una cosa del genere? Già il rifiuto della candidatura di Beppe Grillo per opera della "Commissione di Garanzia" del PD (cosa che sa molto poco di "democratico"...) e la tessera numero 40 data al comico genovese dal segretario locale di un circolo del PD in provincia di Avellino, Andrea Forgione, mettono da sole in evidenza i contrasti di idee e vedute all'interno del partito.


"Noi non pensiamo che le cose stiano così"...
"Noi non pensiamo che le cose stiano in questo modo"...
Ogni giudizio di Scalfari inizia col "Noi"...
Plurale maiestatis o un modo per mettere in evidenza come il giornale "laRepubblica" sia "Organo del Partito Democratico"?

venerdì 17 luglio 2009

Nuovo colpo di scena: Beppe Grillo iscritto al PD ad Avellino! Ma le "muffe incrostate" rifiutano ancora

Sì, proprio così: MUFFE INCROSTATE!

Marco Travaglio, nel programma "Passaparola" di lunedì 13 luglio, non poteva utilizzare termine migliore per descrivere la dirigenza del PD.
Politici vecchi, non solo di anagrafe e/o di vissuto parlamentare, ma di mentalità e di idee.
Hanno ancora la visione di un partito settario, luogo dove vengono accettati solo coloro che credono in questa entità dogmatica chiamata appunto "Partito". Sconvolgente sentire nei giorni scorsi la giovane e (sembrava) promettente Debora Serracchiani che, pur condividendo alcune idee di Grillo, ha detto che per iscriversi bisogna "voler bene al partito".



Per fortuna, alcuni desaparecidos elettori e iscritti, non la pensano come la nomenklatura del PD che di "Democratico" non ha proprio nulla.
E' di oggi la notizia che Grillo è stato iscritto in una sezione del PD ad Avellino. Per la precisione è il tesserato n.40 del circolo "Martin Luther King" di Paternopoli.
L'autorizzazione l'ha data il segretario locale Andrea Forgione il quale ha detto:

"Il caso Grillo costituisce un precedente molto grave. Chi ha infatti la legittimazione a decidere chi tesserare e chi no? Beppe Grillo non è iscritto a nessun altro partito e ha una fedina penale pulita, quindi perché negargli la tessera? Non vogliamo che il Partito democratico si trasformi in un partito burocratico. Se ci chiamiamo Partito democratico dobbiamo tenere porte e finestre aperte, altrimenti potevamo continuare a chiamarci Ds, Margherita, o Pci, o Pcus".

Queste sono parole serie di un politico che ha a cuore il bene comune e non una venerazione fideistica verso una struttura partito verticistica e chiusa in se stessa.
Questo è il tipo di ragionamento che ci aspetteremmo da coloro che ancora si ostinano a definirsi democratici a parole.

Purtroppo non la pensa così il segretario regionale della Campania del PD Tino Iannuzzi, il quale ha specificato che l'iscrizione del comico genovese è priva di valore:

"a sua (si riferisce a Beppe Grillo, ndr)iscrizione e' del tutto incompatibile con l'adesione al Partito democratico. Sappiamo che le regole possono a volte apparire fredde, ma a Grillo ricordiamo che rappresentano, in democrazia, una garanzia per tutti".

In ruoli di comando evidentemente accettano senza fare troppe storie solo gli stupratori...

Non so bene come possa terminare questa querelle.
Tuttavia ecco il commento di Grillo appena appresa la notizia:

"Devo raccogliere entro due giorni 2.000 firme di carta, non online che ne abbiamo centinaia di migliaia, io ci provo... ma sarà difficile. Proviamo tutto quello che abbiamo detto, fino all'ultimo secondo possibile. Nel caso, comunque, va bene anche così. Vuol dire che io sono tesserato e che andrò al loro congresso a parlare. Adesso bisogna vedere se lo statuto prevede che un tesserato parli al congresso. Se non ci sarà un'altra commissione di garanzia dove l'articolo 4 del paragrafo 9 dirà che io non posso parlare... allora vedremo. Comunque andrò al congresso. Questo è sicuro".

Staremo a vedere le prossime mosse di Grillo.

Fonti utilizzate:

mercoledì 15 luglio 2009

140MILIONI di Euro per l'editoria: specificazioni e primi effetti

Sabato avevo riportato la notizia che il Governo ha deciso di stanziare, per il 2009 e il 2010, ben 140MILIONI di Euro per l'editoria. Beh, forse è un piccolo prezzo per pagare il silenzio dei giornalisti.


Nel mio articolo avevo parlato di un commento dell'utente "zinedineful" che in un video di YouTube faceva distinzioni su quali giornali finanziare e quali no.
Visto che mi ha risposto e ha argomentato meglio le sue motivazioni e, siccome le trovo anche interessanti, le riporto qui di seguito insieme alla mia successiva risposta:

"zinedineful:
Credo che l'unica conseguenza buona di questa iniziativa di Grillo sia la denuncia dello spreco di carta che deriva appunto da stampare copie non vendute per ottenere i finanziamenti .
Ma a parte questo non ci siamo e mi spiego meglio.
Per intenderci ti devo premettere che penso che l'informazione debba essere un diritto accessibile a tutti e che il vero potere che l'informazione deve tallonare è in mano alleconomia privata (altroché casta).
Per questo credo che sia doveroso distinguere da quei giornali (Libero, il Foglio, il Giornale, il Sole24ore, l'Avvenire,il Corriere, ogni tanto anche Stampa e Repubblica ecc..) che sono già in mano a quel potere e quelli (ilmanifesto ecc.) che non si sono ancora sporcati.
Credo quindi che Grillo (spero in buona fede, ma non ne sono tanto sicura) si muova verso una direzione liberista che può solo peggiorare l'informazione essenzialmente per due motivi :
1- l'informazione di qualità sarà costretta ad alzare i prezzi e/o fare una giornale solo per abbonati (ma non tutti possono permetterselo) (e cmq non vedo come possa essere di qualità uninformazione trasformata in merce);
2- la maggior fetta dell'informazione che rimarrebbe generalista e di massa sarà tutta costretta , per mantenere bassi i prezzi , a finire sotto il controllo delle grosse lobby private e si passerebbe quindi da un semi-finto padrone e che non conta un tubo come lo stato (e che poi alla fine siamo noi) a un padrone peggiore, cioè quel padrone che veramente comanda la scena attuale e che è l'economia privata (multinazionali, banche ecc.).

Appena l'informazione (come una qualsiasi merce) passerà totalmente sotto il controllo degli interessi privati, veramente non ci sarà più informazione perché i riflettori saranno puntati soltanto verso finti obbiettivi (il politico condannato, cronaca nera ecc.) rendendo il popolino più becero, ignorante, qualunquista e quindi ancora più innocuo e addomesticato di quanto non sia già.

Ciao


gio2785 (IO):
Ho capito quello che intendi e non è assolutamente campato in aria. Tuttavia rimango dell'idea che i giornali dovrebbero pagarli chi li compra.
Io sono dell'idea che o si danno i finanziamenti a tutti i giornali oppure a nessuno. Le distinzioni sono antidemocratiche nonostante le specificazioni che hai fatto.
I finanziamenti vengono dati perché altrimenti molti giornali chiuderebbero. Io mi domanderei: perché? Perché la gente non li compra più?
Io ho letto spesso "Il manifesto" quindi non ce l'ho con lui in particolare. Tuttavia le vendite di questo come di altri giornali sono crollate. Forse, e i dati confermerebbero queste ipotesi, molti preferiscono informarsi su internet dove è più facile trovare un'informazione libera. Un'informazione fatta anche di opinioni e di liberi dibattiti tra persone come stiamo facendo io e te in questo momento.
Non so se hai sentito parlare del nuovo giornale diretto da Antonio Padellaro che uscirà a settembre in edicola: "Il Fatto Quotidiano". Io credo molto in questo giornale che uscirà senza prendere alcun finanziamento pubblico, ma solo quello dato dagli abbonati e dai lettori.
Vediamo come andrà questo progetto o se fallirà miseramente dimostrando se sia veramente impossibile per un giornale mantenersi da solo con le proprie forze.

Ciao"


Intanto si registrano i primi effetti del finanziamento pubblico ai giornali. Come segnalato anche da Beppe Grillo, nell'ultimo editoriale domenicale del fondatore de "laRepubblica", Eugenio Scalfari, c'è un elogio spudorato nei confronti di Silvio Berlusconi e di come ha gestito il G8 de L'Aquila.
Parole totalmente impensabili da un anziano giornalista da sempre ostile al Cavaliere, da quando è sceso in politica.
Ecco quello che ha scritto in un estratto dell'articolo dal titolo: "Il meritato successo di un abile anfitrione":

"Ultimo argomento: il successo di Berlusconi e quindi dell'Italia, perché è vero che nei vertici internazionali un successo del governo è patrimonio comune al di là dei partiti e delle persone.

Berlusconi ha avuto successo, ha ricevuto complimenti da tutti, ha evitato con abilità i guai che incombevano sul suo capo e di questo gli va dato atto.

Per che cosa è stato complimentato? Per il suo ruolo, magistralmente ricoperto, di padrone di casa. Se lo è meritato."

Come ha scritto Beppe in un suo post:

"Il G8, lo scrivono i giornali inglesi e americani, lo ha dichiarato Rifkin, non ha prodotto nulla. Una passarella per lo psiconano. Scalfari è meglio di Giordano, superiore a Belpietro, una spanna sopra a Fede. I soldi, si sa, danno alla testa."

martedì 14 luglio 2009

Beppe Grillo l'uomo dell'anno! Ho richiesto l'iscrizione al PD


Come ho scritto domenica, quando ho letto della candidatura di Grillo al PD, mi sembrava assurdo. Pensavo a uno scherzo. Invece la storia si sta facendo veramente seria.
Immaginarsi Beppe Grillo Presidente del Consiglio certamente fa un po' sorridere: abbiamo bisogno di un comico per far politica.
Mi torna in mente un bel film che ho visto insieme ad un mio amico, dal titolo "L'uomo dell'anno". La trama racconta di un comico che, affrontando con ironia tematiche molto serie, è spinto dalla gente a candidarsi per diventare Presidente degli Stati Uniti.
La somiglianza è veramente completa!

Ieri sera ho deciso di iscrivermi al PD. Come segnalato sul sito di Beppe, ho mandato la richiesta su internet e ora mi dovrebbero contattare per ritirare la tessera. Il tutto costa 15 euro.
E' questo il prezzo per poter cambiar qualcosa?
Quando mi daranno la tessera avrò il diritto di votare come candidato Beppe Grillo e, una volta raggiunto un certo numero di firme a suo favore, potrà presentarsi alle primarie.
Questa è la teoria, ma la pratica è ben diversa.
Ci sono codicilli che possono benissimo estromettere la sua candidatura e sicuramente lo faranno.

Hanno una paura enorme di un comico perché il comico sta smascherando la loro falsa politica. Per anni ad esempio hanno parlato di conflitto di interesse e quando sono andati al potere non hanno fatto assolutamente nulla.
Il PD non è l'opposizione, è stata trasformata in una corrente del PDL! Alla faccia degli iscritti, persone convinte di poter cambiar qualcosa e che credono negli ideali sostenuti probabilmente dai loro leader solo nei comizi.

Dicevo che sto aspettando la chiamata per ritirare la tessera.
Se vogliono impedirmi di poter firmare per far eleggere un candidato, mi chiameranno dopo il 21 luglio. Vediamo se hanno il coraggio!
Infatti nel modulo di registrazione è scritto: "Per poter esercitare i diritti di voto ai fini congressuali è necessario ritirare la tessera presso il proprio circolo territoriale o d'ambiente, o in caso di difficoltà presso il relativo Coordinamento Provinciale, entro e non oltre il 21 luglio 2009".
Nell'email di conferma che mi hanno inviato è scritto: "Il modulo compilato è stato inviato al tuo circolo territoriale di appartenenza che, nelle prossime settimane, ti contatterà per ufficializzare la tua iscrizione".

La paura per la candidatura di Grillo alle primarie è data da questo:

Mario Adinolfi: 249 voti
Pierluigi Bersani: 2166
Dario Franceschini: 701 voti
Beppe Grillo: 23825 voti
Ignazio Marino: 2102 voti

La fonte è molto vicina al PD in quanto sono dati presi dal sito de "L'espresso", in un sondaggio aperto che conta alle 23.34 ben 29043 voti.
Non ha certamente un valore statistico, ma solo di opinione. Tuttavia non si può ignorare l'interesse e il sostegno che ha il comico tra la gente.

Ecco il video pubblicato oggi da Grillo, dove ci dà alcune informazioni e aggiornamenti sulla vicenda: