sabato 22 settembre 2007

La bugia di Casini

«Il V-Day è una manifestazione della quale dovremmo vergognarsi perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato»

Pier Ferdinando Casini

Capisco che Beppe Grillo possa spaventare i politici. Non piace a nessuno essere così duramente attaccati da ampi strati della popolazione.
Quasi per istinto di sopravvivenza, politici e giornalisti vicini ai partiti sono riusciti a dire di tutto.
Le parole più usate sono state: demagogico, populista, qualunquista, masaniello, dittatore, fascista, comunista, rivoluzionario, pericoloso, "cattivo maestro", falso, solo per citarne alcune.
Rimangono opinioni DISCUTIBILISSIME ma pur sempre opinioni. Si possono criticare in quanto di parte ma comunque in democrazia le opinioni si rispettano.

Altri invece, non limitandosi solo ad attaccare, hanno fatto di più: hanno raccontato falsità! Hanno gettato del fango su Grillo, mettendolo alla stregua di un pericoloso terrorista.
La cosa più vergognosa secondo me è stata l'accusa di Pier Ferdinando Casini prima e del Professor Pietro Ichino poi: Grillo ha disonorato la figura di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse.
Ma si può arrivare a tanto?!
Grillo mai e dico MAI ha fatto una cosa simile, né sul suo blog, né sul palco allestito a Piazza Maggiore a Bologna in occasione del Vaffanculo Day.
Non ci credete? Pensate che dica così perché sono un "grillino" di parte?
Benissimo, allora guardatevi questi due filmati riguardanti sempre la manifestazione dell'8 settembre scorso:






Come vedete non ha offeso personalmente Biagi in nessuna occasione. Né in piazza di fronte alla gente come si è visto nel primo video, né nell'intervista che avete potuto ascoltare nell'altro filmato.
E allora perché tentare di ingannare così la gente?
Casini, come fa a spararle così grosse? Ma veramente si può dire tutto quello che si vuole senza provarlo?!
E poi Grillo sarebbe il populista? Quello che critica senza argomenti?

Dovremmo dunque fidarci di un politico come Casini che riesce a mentire così platealmente rispetto ad un avvenimento che ha raggiunto un tale successo?! Chissà quante altre bugie riuscirà a dire ai suoi elettori!
D'altronde è abilissimo a recitare due parti in commedia. Ve lo ricordate quando sfilava nella manifestazione del Family Day a favore della famiglia tradizionale?
Casini ha due famiglie: una, frutto del primo matrimonio con Roberta Lubich dalla quale ha avuto due figlie, Maria Carolina e Benedetta; l'altra, frutto invece della convivenza (!) con Azzurra Caltagirone (figlia del ricco imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone) dalla quale nel luglio 2005 ha avuto la figlia Caterina. Quest'uomo è il re dell'ipocrisia!
Non è l'unico e questa è la cosa che più rammarica...

Ormai della legge Biagi non se ne può più parlare. Non si può più parlare di una legge che ha peggiorato il mondo del lavoro a discapito soprattutto dei giovani. Si parla tanto di famiglia, di figli ma mi verrebbe da chiedere: "come le formi"? Come riesce un giovane a comprare una casa se possiede un impiego precario che non consente nemmeno di aprire un mutuo?
E allora? Si simpatizza con i brigatisti solo dicendo questo? Ma che razza di democrazia è questa!

Grillo come al solito non parla a sproposito. Se ci sono 6 milioni di precari non è solo colpa di una legge sbagliata, ma della negazione di una triste verità: non c'è lavoro!
Se non si dice questo non si entra seriamente nel merito della questione.
Il secondo libro in Italia più letto dopo "La casta" di Stella G. Antonio e Rizzo Sergio (ed. Rizzoli), è quello diffuso GRATUITAMENTE sul web da Beppe Grillo: si intitola "Schiavi Moderni". A fare la prefazione di questo libro dove sono raccolte numerosissime lettere spedite direttamente al comico genovese da lavoratori precari, è stato Joseph E. Stiglitz, premio nobel per l'economia.
Ecco quello che sostiene Stiglitz:

"Caro Beppe,
dall’Italia mi giungono notizie allarmanti: la legge sul primo impiego viene ritirata in Francia dopo poche settimane di mobilitazione studentesca e da voi la legge 30 resiste senza opponenti dopo anni.
Permettimi allora una breve riflessione. Nessuna opportunità è più importante dell’opportunità di avere un lavoro. Politiche volte all’aumento della flessibilità del lavoro, un tema che ha dominato il dibattito economico negli ultimi anni, hanno spesso portato a livelli salariali più bassi e ad una minore sicurezza dell’impiego. Tuttavia, esse non hanno mantenuto la promessa di garantire una crescita più alta e più bassi tassi di disoccupazione. Infatti, tali politiche hanno spesso conseguenze perverse sulla performance dell’economia, ad esempio una minor domanda di beni, sia a causa di più bassi livelli di reddito e maggiore incertezza, sia a causa di un aumento dell’indebitamento delle famiglie. Una più bassa domanda aggregata a sua volta si tramuta in più bassi livelli occupazionali.
Qualsiasi programma mirante alla crescita con giustizia sociale deve iniziare con un impegno mirante al pieno impiego delle risorse esistenti, e in particolare della risorsa più importante dell’Italia: la sua gente. Sebbene negli ultimi 75 anni, la scienza economica ci abbia detto come gestire meglio l’economia, in modo che le risorse fossero utilizzate appieno, e che le recessioni fossero meno frequenti e profonde, molte delle politiche realizzate non sono state all’altezza di tali aspirazioni. L’Italia necessita di migliori politiche volte a sostenere la domanda aggregata; ma ha anche bisogno di politiche strutturali che vadano oltre e non facciano esclusivo affidamento sulla flessibilità del lavoro. Queste ultime includono interventi sui programmi di sviluppo dell’istruzione e della conoscenza, e azioni dirette a facilitare la mobilità dei lavoratori. Condivido l’idea per cui le rigidità che ostacolano la crescita di un’economia debbano essere ridotte. Tuttavia ritengo anche che ogni riforma che comporti un aumento dell’insicurezza dei lavoratori debba essere accompagnata da un aumento delle misure di protezione sociale. Senza queste la flessibilità si traduce in precarietà. Tali misure sono ovviamente costose. La legislazione non può prevedere che la flessibilità del lavoro si accompagni a salari più bassi; paradossalmente, maggiore la probabilità di essere licenziati, minori i salari, quando dovrebbe essere l’opposto. Perfino l’economia liberista insegna che se proprio volete comprare un bond ad alto rischio (tipo quelli argentini o Parmalat, ad alto rischio di trasformazione in carta straccia), vi devono pagare interessi molto alti. I salari pagati ai lavoratori flessibili devono esser più alti e non più bassi, proprio perché più alta è la loro probabilità di licenziamento.
In Italia un precario ha una probabilità di esser licenziato nove volte maggiore di un lavoratore regolare, una probabilità di trovare un nuovo impiego, dopo la fine del contratto, cinque volte minore e fino al 40% dei lavoratori precari è laureato. Ma se li mettete a servire patatine fritte o nei call-center, perché spendere tanto per istruirli?
Grazie per l’ospitalità."
(sottolineature personali)

Anche Stiglitz è populista e demagogico?
Non mi sembra tanto complicato capire che le leggi sul precariato in Italia sono sbagliate, da cancellare del tutto o almeno da correggere. Se sei assunto a tempo determinato con un contratto sempre in scadenza e con l'incertezza di un futuro rinnovo, come si fa a pensare al futuro?
Chi ha un lavoro del genere, come sostiene Stiglitz, dovrebbe essere pagato di più e non di meno!
Gli elettori di sinistra su questo aspetto sono stati al momento traditi perché non c'è un progetto serio di riforma. Si ha paura di toccare questa legge forse per i troppi interessi di Confindustria che ha spinto un po' verso questa flessibilità selvaggia.

Quando si sta al potere e si vogliono riformare o creare nuove leggi, bisogna ascoltare la gente.
E una volta scoperti gli errori commessi, occorre cambiarle: niente in democrazia deve essere definitivo e irreversibile.
Per rendervi l'idea della condizione dei precari, leggete questa lettera pubblicata ieri da Grillo nel suo blog:

"Dal giorno in cui io, mio marito e mia figlia di 10 anni, stavamo trascorrendo qualche giorno di vacanza e abbiamo dovuto anticipare il rientro per il licenziamento in tronco di mio marito, senza preavviso, dopo un’esperienza lavorativa trentennale, e a 52 anni, ci è cascato il mondo addosso.
Io lavoro part-time e il mio stipendio si aggira sui 500 euro. Nonostante il mio impegno, la fortuna non mi ha assistito abbastanza per raggiungere una migliore retribuzione.
Mio marito ha risposto a diverse inserzioni e sarebbe disposto a qualunque lavoro, ma nulla. Ci siamo rivolti persino ai servizi sociali per avere almeno un aiuto economico in attesa di un’occupazione; tra l’altro è iniziata la scuola, le rate scolastiche, bollette, affitto, col rischio che presto arrivi lo sfratto, dovremmo pur mangiare. Ci siamo sentiti rispondere che col mio stipendio di 500 euro si può vivere, per legge. Sfido chiunque con un affitto che equivale al mio stipendio, a farlo.
Sono una donna affranta e una madre straziata per non poter concedere i bisogni primari a mia figlia, il primo pensiero naturalmente.
Come possono le istituzioni essere così crudeli nei confronti di chi si trova all’improvviso a dover affrontare situazioni del genere senza colpe?”
Maria Grazia Spadaromgarte@yahoo.it "

Le conseguenze di una legge sbagliata le subiscono persone come Maria Grazia Spadaro, non i nostri politici.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La mail di Maria Grazia Spataro è inesistente... forse è inesistente anche lei... forse è inesistente anche la sua storia.

Anonimo ha detto...

Non è vero...controllata tramite outlook e l'email risulta esistente.....

La solita disinformazione di governo......si rosica eh????