venerdì 31 luglio 2009

D'Alema vs Franceschini: lite tra bimbi

Beppe Grillo non poteva far parte del PD: non era degno.
All'inizio ero molto entusiasta perché, anche se probabilmente Grillo aveva poche chance per diventare segretario, poteva portare delle idee nuove all'interno di un "partito" che sembra sempre più una corrente del PDL. Ora sono molto contento che sia andata così, perché la mancata iscrizione di Grillo porterà questo partito alla sua rovina.
Dico questo perché i candidati accettati non parlano quasi mai di temi politici, ma litigano con un linguaggio politichese lontano anni luce dai problemi del Paese. L'unico a portare avanti delle idee è Ignazio Marino che cerca di far entrare nel non-dibattito il problema della laicità (assente) dello Stato.

Aprendo "laRepubblica" di oggi, a pag. 14, ecco il titolo di un articolo sul dibattito interno al PD in vista del Congresso e delle successive Primarie:" "Si è candidato contro di me": scontro D'Alema-Franceschini".
Già solo leggendo il titolo, per usare un'espressione comune, "ti cascano le braccia per terra".
Con tutti i problemi che ci sono D'Alema non ha di meglio da fare che bisticciare a mezzo stampa contro Franceschini, come se fossero due bambini dell'asilo.

Ecco il terribile attacco di D'Alema contro Franceschini: "L'ho voluto io al governo, come sottosegretario alle riforme istituzionali, e mi dispiace per le polemiche personali". Il segretario, infatti, ha caratterizzato la sua candidatura "innanzitutto contro quelli che c'erano prima e il risultato paradossale è che tutti quelli di prima lo sostengono, salvo il sottoscritto. Questo, ripensandoci, fa ritenere che ci si rivolgesse contro una sola persona...".

Che discussione su temi alti. Che grande forza di opposizione.
Quanto dà fastidio a D'Alema la candidatura del, seppur insignificante, Franceschini. Il leader Maximo d'altronde sostiene Pierluigi Bersani e in un'elezione "democratica" per lui non ci dovrebbero essere avversari. Con Bersani sono schierati tutti i "vecchi" del partito e guai un suo possibile risultato al di sotto delle attese (la sua vittoria è fuori discussione tanto...).

Come ha detto Andrea Forgione, mitico segretario del circolo del PD che diede la tessera a Grillo, in un'intervista pubblicata oggi sul settimanale "il venerdì": "Si dice di no al comico Grillo e si permette a un altro comico di governare l'Italia".
E' evidente ormai come la "guerra" tra PD e PDL la vedono solo i militanti e simpatizzanti di questi finti partiti. Quando hanno avuto l'occasione i politici del PD, gli stessi D'Alema&co. che cercano di convincere la gente a votarli, non hanno fatto assolutamente nulla. Il conflitto di interesse, ad esempio, è rimasto sempre intatto e Berlusconi non può far altro che ringraziare.

Questi due partiti rappresentano il compimento del "Piano di Rinascita Democratica" di Licio Gelli, colui che ha guidato la loggia massonica "P2". Due finti partiti che fanno finta di essere uno contro l'altro e che si alternano al potere portando avanti piani tenuti nascosti alla maggioranza degli italiani.
A vedere le loro politiche di fondo, sembrano quasi uguali, a fare le differenze sono solamente sfumature.

Questo sistema di controllo dei cittadini è applicato anche ad altri Stati "democratici".
Negli Stati Uniti si alternano Partito Democratico e Partito Repubblicano, ma in politica estera, tanto per fare un esempio, le differenze sono poche.
Obama doveva rappresentare un cambiamento radicale: subito l'hanno ribattezzato il John Kennedy di colore. In Afghanistan e negli altri scontri non è cambiato quasi nulla portando avanti la solita politica imperialista di sfruttamento. Anzi, se non sbaglio, in Afghanistan ha aumentato anche le truppe, con il pretesto di mantenere l'ordine in vista delle elezioni. La morte di bambini e civili in questi contesti sono solo effetti collaterali.

Per chiudere questo post, vi inserisco questo video semplice e chiaro che vi fa capire bene come anche in democrazia si possano tenere sotto controllo le persone senza bisogno di imporre la forza come in una qualsiasi dittatura:


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