Oggi ho letto una notizia importantissima che cambierà le nostre abitudini, il nostro stile di vita, che offrirà un futuro radioso per la nostra specie: le donne brutte si estingueranno!
Ora sì che almeno i nosti discendenti, i pronipoti dei pronipoti dei pronipoti dei pronipoti, ecc., potranno accoppiarsi solo con donne alla Pamela Anderson o alla bella e nostrana Sabrina Ferilli, solo per citarne alcune.
L'aspetto interessante è che queste "ficone" non si accoppieranno con maschi attraenti, ma preferiranno i maschi più brutti.
A fare questa sensazionale scoperta è Markus Jokela dell'università di Helsinki. Mi pare corretto, vista l'importanza, che questa ricerca ha interessato molto i media e per questo è stata informata la popolazione mondiale.
Nel corso di 40 anni è stata seguita la vita riproduttiva di 1244 donne e 997 uomini statunitensi: mica scherzano gli scienziati finlandesi!
Dalla ricerca emerge che le donne "attraenti" mettono alla luce il 16% di figli in più rispetto alle "brutte". Le "molto attraenti" invece di figli ne fanno il 6% in più delle "attraenti". Le "bonazze" - per quest'ultimo termine mi sono preso la licenza poetica di sceglierlo io - prolifereranno bimbe di sesso femminile con una probabilità del 36% più alta rispetto alla probabilità di mettere al mondo bimbi maschi.
Per i maschietti un po' bruttini, ce n'è anche per loro: i padri più attraenti hanno il 13% di figli in meno.
Ecco qui di seguito, per soddisfare la vostra curiosità scientifica, l'articolo " L'estinzione delle donne brutte: "Sempre più belle nel nostro futuro" ", scritto da Elena Dusi e pubblicato a pag. 37 su "laRepubblica" di oggi:
"Scherzi dell'evoluzione. Che ama le donne, selezionando le più belle mentre tra gli uomini tende a premiare i meno attraenti facendoli riprodurre di più. Se lo studio di Markus Jokela dell'università di Helsinki dovesse rivelarsi corretto, ci ritroveremmo in un futuro remoto fatto di donne da copertina che si innamorano di uomini inguardabili. Ma a spulciare bene tra i dettagli della ricerca finlandese, sembra che non si faccia altro che perpetuare il vecchio mito della bellezza femminile contrapposta all'intelligenza maschile, usando dati e statistiche in cui la logica non riesce a fare da mastice.
Seguendo nel corso di 40 anni la vita riproduttiva di 1.244 donne e 997 uomini statunitensi, Jokela ha osservato che le madri classificate come "attraenti" hanno in media il 16 per cento di figli in più rispetto alle "brutte". Le "molto attraenti" a loro volta hanno il 6 per cento di figli in più rispetto alle "attraenti". E la probabilità che queste super-donne diano alla luce bimbe di sesso femminile - per qualche arcano motivo che Jokela non chiarisce - è del 36 per cento più alta rispetto alla probabilità di far nascere un bimbo maschio. Né appare meno misteriosa la causa per cui le figlie delle donne belle debbano ereditare i caratteri di viso e capelli solo dalla madre, diventando a loro volta sempre più attraenti nonostante dei padri che l'evoluzione, evidentemente, tende a rendere sempre più brutti.
Per i padri, infatti, vale il percorso opposto: i più attraenti hanno il 13 per cento di figli in meno. "E' noto che la bellezza colpisce più gli uomini che non le donne - spiega Jokela in un'intervista a Forbes - perché è un indicatore di fecondità e offre informazioni importanti sulla salute della futura madre. Un segnale su cui i maschi fanno molto affidamento quando scelgono un partner".
Più della chirurgia estetica e delle creme di bellezza, suggerisce questo studio, può la selezione naturale. E anche se Jokela mette in guardia (l'effetto evolutivo si fa sentire su scale di tempo molto lunghe) la conclusione che "l'evoluzione rende belle" ha scatenato la stampa, soprattutto quella britannica che molto ama questo tipo di notizie al confine tra scienza e aneddotica.
Alla ricerca finlandese si potrebbe, infatti, obiettare che la valutazione della bellezza era affidata a semplici foto. E per nulla teneva conto di altri aspetti della seduzione come voce, movenze o eleganza. Ma sul Daily Mail e su un'altra dozzina di quotidiani britannici, lo psicologo evoluzionista della London School of Economics Satoshi Kanazawa si dà da fare per corroborare la tesi di Jokela: "La bellezza è una caratteristica fisica ereditabile - spiega Kanazawa - e in un mio precedente studio ho dimostrato che ci sono mediamente più donne belle che uomini belli. Se genitori più attraenti hanno più figlie e se l'attrattiva fisica è ereditaria ne consegue logicamente che le donne nel corso di molte generazioni sono diventate fisicamente più attraenti rispetto agli uomini".
In una serie di studi pubblicati sul Journal of Theoretical Biology tra il 2005 e il 2008, lo stesso Kanazawa era arrivato a conclusioni simili a quelle di Jokela, e non più convincenti: le coppie più belle avrebbero il 26 per cento di figli maschi in meno rispetto a quelle meno attraenti, mentre gli uomini violenti tenderebbero a generare più maschi.
Duecento anni dopo la nascita di Charles Darwin, padre della teoria della selezione naturale, sembra dunque che l'evoluzione ci riservi un ventiduesimo secolo popolato di mariti picchiatori e belle litigiose, che combattono fra loro per ottenere un posto sotto ai riflettori o una nomina in politica. Magari invece tutti finiranno per innamorarsi della bruttina dalle movenze sexy e dalla voce sensuale (magari anche intelligente). Mandando all'aria le fatiche contabili di Jokela."
Secondo me la teoria di Darwin, anche se riesce a spiegare molte cose di rilevante importanza, è frutto di uno studioso dell'Ottocento che aveva una visione positivistica della storia. Comincio a pensare vedendo simili idiozie che, più che di evoluzione, sarebbe corretto parlare di "devoluzione" della specie umana.
1 commenti:
.....successe anche ai dinosauri, erano grossi e brutti e l'evoluzione li ha fatti scomparire.
o Markus Jokela ci vai da solo o ti cerchiamo l'accompagnamento?
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