"Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»."
Vangelo secondo Luca 10, 29-37
Chi è che non conosce questa parabola di Gesù?
Quanti dei cosiddetti "bravi cristiani" che non si perdono una messa la domenica mettono in pratica questo insegnamento di Gesù?
Dopo la vergognosa introduzione del reato di clandestinità, voglio raccontare una storia che forse alcuni di voi non avrà mai sentito.
La storia parla di un musicista rumeno di nome Petru Birladeanu, venuto in Italia per cercare di cambiare vita, provando a costruirsi un futuro migliore. Invece, arrivato in Italia, ha incontrato la morte.
A Napoli, nei pressi della stazione della Cumana di Montesanto, degli schifosi camorristi passano con il motorino e, probabilmente per un regolamento di conti, sparano all'impazzata. Il povero Petru ha avuto la sfortuna di trovarsi lì e un colpo l'ha ferito gravemente.
Mentre si trascina per terra chiedendo aiuto, la gente passa e fa finta di niente. Alcuni obliterano anche il biglietto per entrare in stazione come se nulla fosse.
La moglie di Petru sta lì, chiede aiuto disperatamente ma nessuno che prova solamente ad avvicinarsi. Petru muore e questa è stata l'ultima immagine che ha visto dell'Italia e degli italiani.
Ma ecco il video dell'accaduto:
Si dice spesso "italiani brava gente". Eccoli.
Magari alcuni tra quelli che si trovavano in quel momento in stazione erano dei cristiani. Probabilmente non hanno capito nulla della loro religione e si definiscono tali solo per abitudine o per paura di andare un giorno all'Inferno.
Perché, parafrasando la parabola del buon samaritano, Petru è come quell' uomo che "incappò nei briganti" i quali lo lasciarono "mezzo morto".
Petru purtroppo è stato più sfortunato perché a soccorrerlo non è passato nessun samaritano.
Voglio concludere questo post con la breve e significativa lettera inviata da Raffaele De Chiara al settimanale "il venerdì" numero 1111 del 3 luglio 2009:
"In un tardo pomeriggio napoletano, una raffica di mitragliette semina il panico nei pressi della stazione della Cumana di Montesanto. Un corpo cade per terra, è ferito ma vivo. Rantola ancora cercando invano di aggrapparsi all'ultimo respiro di vita mentre una moltitudine di ossessi e menefreghisti gli passa accanto.
«Per cinque minuti ha parlato. Per dieci mi ha guardato fisso negli occhi e, quando io gridavo, lui scuoteva la testa e mi stringeva più forte la mano. Per mezz'ora il corpo di mio marito Petru è rimasto per terra e nessuno ha fatto niente».
Questo il racconto di Mirella, la moglie del giovane, vittima innocente della faida di camorra.
«Ci guardavano tutti e c'era anche chi scattava foto. Poi è arrivata un'ambulanza ma non per noi, era per un bambino ferito. Due feriti, un'ambulanza sola... per l'italiano. Agli italiani noi rumeni facciamo paura e ci lasciano morire»."
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