lunedì 29 giugno 2009

Richiesta DIMISSIONI per due giudici della Corte Costituzionale: vergognosa cena con Silvio Berlusconi

(PAOLO MARIA NAPOLITANO e LUIGI MAZZELLA, fonte: www.antoniodipietro.com)


Ormai non c'è veramente più limite alla decenza.
A maggio c'è stata una cena a casa di Luigi Mazzella, giudice della Corte Costituzionale.
Gli invitati erano: il suo collega Paolo Maria Napolitano, il Premier Silvio Berlusconi, il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta (da notare la continua presenza di quest'uomo, sconosciuto ai più, quando c'è da prendere una qualche decisione importante...), il Ministro della Giustizia Angelino Alfano e il Presidente della Commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini (indagato per corruzione con favoreggiamento a Cosa Nostra, un vero uomo delle istituzioni insomma...).
Cosa accomuna tutte queste belle persone?
Ve lo dico io: IL LODO ALFANO!

Sì, perché questa storia ha dell'incredibile.
Come sapete la legge 124 del 2008, meglio nota come Lodo Alfano, ha reso immuni le quattro più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Presidente della Camera e quello del Senato. A beneficiarne è solo il nostro Premier Silvio Berlusconi che grazie a questo non è stato condannato per corruzione nella sentenza che invece ha condannato il corrotto avvocato inglese David Mills. In sostanza è stato condannato in primo grado il corrotto e non il corruttore.

Ebbene, il 6 ottobre la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi in merito alla costituzionalità di questa legge, da molti non considerata tale perché violerebbe l'articolo 3 della nostra Costituzione, quello che afferma che: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali [...]".
Tra i componenti della Corte ci sono i due giudici che sono andati tranquillamente a cena con Berlusconi, l'unico che, qualora il Lodo sia considerato incostituzionale, dovrebbe continuare a sostenere un processo che lo condannerebbe certamente in primo grado per corruzione.

Una cosa così è inaccettabile!
E di cosa avranno mai potuto parlare in quella cena?
Questa notizia forse non ha abbastanza rilevanza per uscire su tutte le prime pagine dei quotidiani? E il silenzio dei telegiornali?

Come al solito la maggioranza degli italiani non ha la possibilità di giudicare un simile fatto.
Sono fortissimi i sospetti che i giudici Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella abbiano parlato del Lodo Alfano che il 6 ottobre dovranno stabilire se sia costituzionale o meno.
Chi ci dice che non si siano messi d'accordo?

Tra l'altro il curriculum di questi giudici non è esattamente di due persone indipendenti e super partes.
Luigi Mazzella è stato Ministro della funzione pubblica nel secondo Governo Berlusconi, dal 14 novembre 2002 al 2 dicembre 2004. Durante lo stesso Governo, è stato eletto giudice della Corte Costituzionale il 15 giugno 2005.
Paolo Maria Napolitano è stato invece componente del gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini all'inizio del primo Governo Berlusconi. Nel 2003 conseguì la nomina a Consigliere di Stato. Inoltre seguì Fini alla Farnesina, ricoprendo il ruolo di capo dell'ufficio legislativo.

MA CI VOGLIONO PRENDERE PER FESSI?!
Se anche voi non lo siete, allora chiedete le loro dimissioni inviando la richiesta al Presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, CLICCANDO QUI

Fonti utilizzate:

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso dire, in aggiunta, che a quella cena c'era pure tua sorella. Complimenti, bel pezzo di fi.a .

Anonimo ha detto...

ma sei geloso perchè silvio berlusconi non ha invitato tua madre?.....evidentemente berlusconi si e accorto che faceva parte della schiera prostitute,a maggior ragione che non e stata convocata...... ma fatti i fatti tuoi e vai a lavoraer invece di scrivere i fatti che non ti riguardano.......

Anonimo ha detto...

Siamo alla politica delle cannonierie mediatico giudiziarie, però sembra che non portino a nulla, salvo un rancoroso livore e un credere che ridistribuendo le forze possiate vincere. Insomma, siamo alla resa dei conti e voi lo sapete bene perché continuate ad avercela con gli italiani che gli danno il voto. Ma Scalfari, oltre ad essere guardone, è anche buco? Paperino Paolino

Giovanni Tonetti ha detto...

Complimenti per la profondità del tuo ragionamento.
Quello che hai scritto si commenta da solo e non c'è bisogno che scriva altro.

Anonimo ha detto...

io penso che se ci fosse mussolini a quest'ora una bella spruzzattina di olio di ricino non vi farebbe male......e non sono fascista mi auguro che tutti quei morti a viareggio siano dei vostri parenti cosi imparate a criticare meno e collaborare di più.....

Giovanni Tonetti ha detto...

No, non sei mica fascista...

Comunque se qui c'è qualcuno che si deve vergognare sei proprio te che da quando hai scritto il primo commento non hai fatto altro che insultare pesantemente senza fare un minimo di ragionamento sensato.

Mi devi spiegare perché devi offendermi personalmente senza fare un commento sensato dicendo il perché non condividi la notizia data.

Disgustoso mettere in mezzo la strage di Viareggio solo per offendere. Oltretutto dopo sei riuscito a scrivere anche che dovrei imparare a "criticare meno e collaborare di più".

Scusa e con chi dovrei collaborare?
Non è forse grave che un Presidente del Consiglio abbia problemi con la legge e che per evitare condanne si faccia delle leggi ad personam per evitare i processi?
Dove sta l'urgenza di una legge come il Lodo Alfano a confronto dei problemi economici e sociali del nostro Paese?

The One ha detto...

Anonimo sei veramente un fallito ahahahaha mio dio che tristezza immane che deve essere la tua vita di servo dei servi, fai fai continua a spargere la tua idiozia e il tuo qualunquismo. Non ho capito se nei diversi commenti hai tentato di cambiare personalità o cosa, veramente arguto... Mah, che gentaglia
P.S. Guarda che i puntini di sospensione di solito sono 3 non 8000, fattelo un favore, regalti un dizionario italiano perchè l'ostrogoto arcaico è più comprensibile della tua pseudo-lingua

Anonimo ha detto...

Riporto:
La polemica contro i giudici della Corte Costituzionale accusati di aver cenato con Silvio Berlusconi si ritorce sul leader dell’Italia dei Valori. Il Presidente della Repubblica esclude qualsiasi intervento sulla Consulta in rispetto dell’autonomia della Suprema Corte. E l’azione di Di Pietro assume l’aspetto di una aperta e pressante intimidazione nei confronti della Consulta perché bocci il nodo Alfano

Giovanni Tonetti ha detto...

Riporto:
Il Quirinale tace, respinge le insistenze di Di Pietro, ma rinvia pubblicamente la palla alla Corte quando ricorda che "ogni organo costituzionale decide nella sua autonomia". E nelle regole della Corte, dove non c'è l'obbligo dell'astensione, solo la voce del presidente ha ragione. Amirante avrebbe voluto chiudere la partita "in famiglia", evitare pubblici richiami, ma Napolitano e Mazzella gli hanno forzato la mano quando hanno minimizzato la cena fingendo di non vedere quella che alcuni colleghi hanno battezzato in questi giorni come "una gravissima gaffe istituzionale".
Fingono di non vedere, i due, il grave conflitto d'interessi. Spiega un giudice della Corte dove l'anonimato è di rigore: "Non c'è bisogno di regole scritte per obbligare uno di noi a non andare a cena con il premier alla vigilia di una decisione che lo riguarda in pieno". Mazzella finge l'indifferenza, Napolitano lo teorizza e sfida le norme quando dice che "il giudice costituzionale non è un giudice ordinario". Per il quale c'è l'obbligo di astensione e il rischio del processo disciplinare. Certo, c'è molto di più. Se per il primo, e per tutti i giudici amministrativi grazie all'estensione del Consiglio di Stato, vale l'articolo 51 del codice di procedura civile per cui "se un giudice è un commensale abituale di una delle parti egli deve astenersi dal giudizio", ciò vale al doppio, forse al triplo per il più alto dei giudici, quello delle leggi.
Alla Consulta lo spiegano con parole semplici. Queste: "La decisione sul lodo Alfano, com'è stata quella sul lodo Schifani, rappresenta un unicum. Abbiamo di fronte leggi del tutto particolari, che non sono astratte, che non riguardano migliaia di cittadini, ma uno solo. E a uno solo sono state applicate. Quell'uomo politico, quel presidente è Berlusconi. La decisione della corte perde la sua astrattezza, si cala inevitabilmente nel personaggio, ne decide la sorte politica. Può uno di noi, alla vigilia di questa decisione, andare a cena con quest'uomo? No, non può. E non è necessario che ciò sia scritto o vietato. Lo dice il buon senso comune. Se la nostra opzione deve essere sopra le parti, come sarà, i comportamenti devono essere sterili, come se fossimo in sala operatoria".