martedì 19 maggio 2009

Italia: verso il disastro finanziario col sorriso. I dati della crisi

«Non possiamo permetterci neanche lontanamente che vada deserta un'asta pubblica di titoli di Stato. Ci sarebbe una carenza di liquidità per pagare pensione e stipendi e faremmo come l'Argentina».

Maurizio Sacconi, Ministro del Welfare

Queste sono state le parole pronunciate a dicembre 2008 dal nostro Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
Seppure parzialmente smentite, queste parole ci devono far riflettere sulla disastrosa situazione economica del nostro Paese.
La crisi finanziaria globale nata dagli Stati Uniti, ha investito anche l'Italia e questo non può che aggravare ulteriormente i seri problemi strutturali che ci portiamo dietro da decenni.
Chi governa in questo momento dovrebbere prendere seriamente la situazione e invece, a mio avviso, Berlusconi non fa altro che spargere ottimismo come se i problemi si risolvessero per magia e non attraverso interventi concreti. 
Proprio pochi giorni fa, a questo proposito Berlusconi ha tenuto a dire inutilmente e per l'ennesima volta che: "nella crisi il fattore massimo è quello psicologico e per questo nostro compito è infondere fiducia e ottimismo".
Quindi i disoccupati e tutti quelli che riscieranno di perdere il posto di lavoro non se la devono prendere ma farsi solamente una bella risata. Che vi frega, in fondo, come diceva una nota pubblicità, "l'ottimismo è il profumo della vita!"
Mah, questa è veramente la politica delle barzellette...
Se è vero che il fattore psicologico ha una sua influenza, di sicuro non lo ritengo "il fattore massimo".

Ora qui di seguito riporto dei dati allarmanti che indicano chiaramente la dimensione della crisi che sta investendo il nostro Paese. Spero che dopo questo elenco riuscirete a rimanere ottimisti.

PIL:
Nei primi mesi dell'anno il PIL è diminuito del 5,9% rispetto lo stesso periodo dell'anno 2008, e del 2,4% rispetto i tre mesi precedenti.

Produzione industriale:
Secondo l'Istat, a marzo la produzione industriale è diminuita del 23.8% su base annua e del 4,6& rispetto al mese precedente.

Precariato:
Secondo la Fp Cgil, a causa dello stop alle stabilizzazioni, i precari che perderanno il posto di lavoro saranno 60.000 a partire dal 1° luglio 2009, per arrivare a oltre 120.000 nel 2010 e a 200.000 nel 2011.

Finanza pubblica:
- Il debito pubblico, secondo la Banca d'Italia, a marzo è salito a 1.741,275 miliardi di euro contro i 1.707,410 del precedente record registrato a febbraio. Interessante sottolineare che solo di interessi sul debito lo Stato paga circa 80 miliardi l'anno;
- Secondo la Commissuione Europea, il rapporto deficit/PIL aumenterà dal 105,8% del 2008, al 113% nel 2009 fino ad arrivare al 116,1% nel 2010: si ritornerà sostanzialmente agli alti livelli degli anni '90. Per arricchire il quadro è utile ricordare che l'Italia si colloca tra il 5° (OCSE) e il 7° (CIA e FMI) posto tra i Paesi più indebitati al mondo;
- Il fabbisogno del settore statale è aumentato di circa 17 miliardi nei primi mesi del 2009, passando a 48.400 milioni di euro dai 31.411 milioni del 2008. Contemporaneamente tra gennaio e febbraio 2009 le entrate sono diminuite di 3,994 miliardi di euro: in pratica lo Stato spende di più e incassa meno.

Cassa integrazione:
La cassa integrazione nell'industria ad aprile 2009 è aumentata del 27,75% rispetto a marzo e addirittura dell' 864% rispetto ad aprile 2008.

FIAT:
Mentre Sergio Marchionne vuole fondere la FIAT con la Chrysler e l'Opel, parla di "una riduzione graduale della capacità produttiva".
Molto discusso in Germania è il cosiddetto "Progetto Fenice" con il quale la FIAT riuscirà forse a comprarsi la Opel e quindi, ad accaparrarsi anche un po' di aiuti pubblici tedeschi.
Il "Frankfurter Allgemeine" nei giorni scorsi ha parlato di circa 10.000 lavoratori che in Europa rimarrebbero a casa.
Ci sarebbero rischi persino nel norstro Paese dove ben 3 stabilimenti potrebbero chiudere: Termini Imerese in Sicilia, Pomigliano in Campania e la Pininfarina di S. Giorgio Canavese in Piemonte.
Queste notizie fanno veramente temere per il lavoro di migliaia di operai che dall'oggi al domani potrebbero trovarsi in mezzo a una strada perché considerati dalla propria azienda inutili. Ma chi ci guadagna dietro l'operazione FIAT? Solo la famiglia Agnelli e i suoi ricchi manager? La risposta mi sembra più inutile della domanda...
Ora non ci resta che aspettare domani quando Marchionne presenterà al governo tedesco i piani per l'acquisizione della Opel.
Di fatto il clima è molto teso tra gli operai FIAT e preoccupante è stata la manifestazione che si è svolta a Torino il 16 maggio scorso. In quell'occasione l'esasperazione è stata talmente alta che Gianni Rinaldini, leader della FIOM, spintonato da alcuni operai dei Cobas, è caduto dal palco.


Questa è la situazione reale in cui versa il nostro Paese.
Siamo proprio sicuri di non fare la fine dell'Argentina?

Fonti utilizzate:

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