venerdì 16 novembre 2007

Ammastelliamoci tutti!


Non è una novità che quando si dicono cose scomode i potenti abbiano la tentazione di tappare la bocca.
Questo è sempre successo e non ci dovremmo più di tanto scandalizzare.
Il Ministro di "Casta e Ingiustizia" Clemente Mastella (nella foto - fonte Ilmondodigalatea) ha deciso di andare per vie legali contro il popolare comico Beppe Grillo.
Il tutto per una frase che Grillo ha pronunciato il 13 novembre scorso nel corso di un incontro presso l'Unione Europea dove si discuteva dei fondi europei: "La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia".
Non è forse la verità? Mastella, in compagnia del Presidente del Consiglio Romano Prodi, sono indagati all'interno dell'inchiesta "Why not" portata avanti fino adesso dal sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro Luigi De Magistris.
Da quando però si sono fatti nomi così grossi sono cominciati i problemi per De Magistris. Prima Mastella chiede il suo trasferimento presso il CSM a causa di "violazioni deontologiche" che avrebbe commesso. In quell'occasione il CSM non trovò l'urgenza di un provvedimento del genere date le carte arrivate in suo possesso e perciò rinviò la decisione al 17 dicembre.
Sembrava che il calvario fosse almeno momentaneamente finito ma il 20 ottobre il procuratore generale facente funzione di Catanzaro Dolcino Fava ha avocato l'inchiesta, bloccando quindi tutto. In sostanza Mastella ottenne quello che voleva.
In quell'occasione parole dure furono espresse da un altro Ministro suo collega di governo, Antonio Di Pietro, che nel suo blog pubblicò un rovente articolo dal titolo "La fine dello Stato di diritto".

Perché allora non ha querelato anche lui? Probabilmente perché si è reso conto dell'enorme popolarità del comico genovese che ha al seguito numerosi sostenitori che lo appoggiano ovunque. Non potendo chiedere il trasferimento come per DeMagistris l'unica strada percorribile era quella di una bella querela per diffamazione per cercare di intimorirlo.
Mastella perciò ha chiesto ai suoi legali di "intraprendere le vie giudiziarie necessarie a tutelare la sua onorabilità a fronte degli attacchi gratuiti ed inaccettabili mossi nei suoi confronti". Inoltre, gesto da vero filantropo, "il risarcimento dei danni richiesto sarà devoluto alle vittime delle mafie".

Tuttavia ciò non è bastato a fermare Beppe Grillo che appena saputo la notizia è partito subito al contrattacco.
Così ha scritto il 14 novembre in un post intitolato: "Anch'io sono ammastellato":

"Sto rientrando dalla sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, in macchina. Sono passato anche attraverso una bufera di neve in Svizzera. Superate le Alpi mi hanno informato al cellulare che Clemente Mastella, ministro di Casta e Ingiustizia, mi ha querelato. Secondo l'Ansa: "a mandare su tutte le furie Mastella é un'altra frase di Grillo, riportata da diversi quotidiani: "La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia". Cosa avrò sbagliato, l'esplosivo? Nel 1992 non hanno usato il tritolo? O forse la politica non è intervenuta in alcun modo nell'indagine Why Not? O Mastella non è mai stato ministro? Chi condivide i tre punti incriminati: 1 - La magistratura è stata fermata dalla politica 2 - Una volta con Falcone e Borsellino si usava il tritolo 3 - Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia
può sottoscrivere con il suo nome e cognome l'iniziativa: "
Anch'io sono ammastellato" e riportare il box sul suo blog per diffonderla.

La
querela mi fa piacere, vuol dire che Clemente Mastella sarà finalmente costretto a chiarire in un pubblico dibattimento se ci sono state interferenze nell'inchiesta Why Not e chi le ha avviate. Siamo tutti curiosi..."

Non solo, ma ieri ha pubblicato una lettera scritta dal fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, che ha chiesto di essere querelato anche lui visto che è stato il primo a pronunciare pubblicamente le affermazioni incriminate:

"Caro Beppe, ricevo da Benny Calasanzio una lettera piena di dignità e di disgusto per l'ultima, inaccettabile esternazione del signor Clemente Mastella, mi ripugna adoperare per questo personaggio il titolo di Ministro della Repubblica, che ha annunciato di avere intenzione di querelare Beppe Grillo per le sue dichiarazioni al Parlamento Europeo e di volere devolvere gli eventuali proventi di questa querela ai familiari delle vittime della mafia. La minaccia di querela e' uno spauracchio che viene ormai correntemente usato come surrogato degli “avvertimenti mafiosi” da politici che hanno dimestichezza con questo tipo di procedure, per cercare di tacitare le accuse che loro rivolte da giornalisti, scrittori, presentatori e anche persone comuni che scrivono in rete e sui blog. Lo stesso signor Mastella, non molto tempo fa non trovò di meglio per replicare alle accuse che gli avevo rivolte con lettere aperte pubblicate in rete e nel corso della trasmissione di Anno Zero che ricordarmi di "avere fatto concedere la pensione alla famiglia Borsellino". In quella occasione replicai in primo luogo al signor Mastella che non si tratta della “concessione” di un Ministro, ma di un “riconoscimento” da parte dello Stato, ma probabilmente lo stesso signor Mastella e' troppo abituato alle consuetudini clientelari per afferrare la differenza. In secondo luogo che, per quanto mi riguarda, oltre a non essere ovviamente beneficiario di alcuna pensione, ho persino rinunciato a richiedere la “provisionale” che avrei potuto richiedere come parte civile nel processo per l'assassinio di mio fratello perché quello che mi aspetto dallo Stato è solo Giustizia e non provvedimenti economici. Ma probabilmente il signor Mastella non e' competente neanche in fatto di Giustizia e quindi non ha ritenuto di darmi una risposta. Per finire poi ricordo allo stesso signor Mastella che nelle sue affermazioni fatte al Parlamento Europeo Beppe Grillo non fa altro che riportare quanto da me già affermato in una lettera aperta del 20 settembre:
"Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che da soli combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si è sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve più neanche il tritolo, oggi basta,alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava ad arrivare al livello degli “intoccabili”, perché tutto continui a procedere come stabilito.
Perché questa casta ormai avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che ormai considera di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del Governo, forse anche egli coinvolto nelle stesse vicende, minacciando una crisi di governo, perchè tutta una classe politica faccia quadrato intorno al suo degno rappresentante e il messaggio arrivi forte e chiaro ai vertici molli della magistratura"
.
Ecco quanto ho scritto e riaffermo. Se il signor Mastella ritiene di dover querelare per le sue frasi Beppe Grillo, lo prego di fare la stessa cosa anche nei miei confronti, mi potrà così poi devolvere, come familiare di una vittima della mafia, una parte dei proventi che gli deriveranno dalla messa in pratica del suo “avvertimento”. Alla lettera di Benny Calasanzio non ritengo di poter aggiungere altro se non che mi associo alla sua richiesta fatta per conto della propria famiglia. E' così piena di dignità offesa e di disgusto per le squallide dichiarazioni dei politici cui fa riferimento che ogni altra parola sarebbe superflua."

Ironica è la sua conclusione dove sottolinea che, in caso di querela nei suoi confronti, dovrebbe essere risarcito in quanto familiare di una vittima della mafia. Forte inoltre è l'espressione usata da Salvatore Borsellino quando ha paragonato la minaccia di querela agli "avvertimenti mafiosi".

Vi invito perciò a sottoscrivere questa nuova iniziativa di Beppe Grillo, firmando qui o cliccando nell'apposito box presente a lato di questa pagina.
A questo punto Mastella dovrebbe querelare l'intera blogosfera!

1 commenti:

dani ha detto...

No aspè Giovà..
Mastella io personalmente non lo sopporto,e va bene..
Grillo io personalmente lo ritengo simpatico e portatore di molte verità..
Ma stavolta ha sbagliato.
Dare del 'mafioso' a chicchesia gratuitamente senza uno straccio di prova è reato: diffamazione si chiama. Non si può accusare una persona solo perchè 'ci sta antipatica'. Tra l'altro,ha offeso un'ISTITUZIONE della Repubblica italiana.
Grillo sta in torto e può raccogliere quante firme vorrà.. la causa la perde,basta leggere il codice.
E ripeto: Mastella non lo sopporto e Grillo mi sta simpatico.