domenica 21 ottobre 2007

Mastella ha ottenuto quello che voleva

«Siamo alla magistratura degli Anni Trenta, siamo tornati a un ordinamento giudiziario gerarchizzato proprio dell'epoca fascista»

Luigi De Magistris

Queste sono state le parole pronunciate dal sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro Luigi De Magistris dopo aver saputo dell'avocazione della sua inchiesta "Why not". In questa inchiesta, come forse molti di voi già sanno, aveva messo tra il registro degli indagati l'attuale Presidente del Consiglio Romano Prodi per abuso d'ufficio. E' chiaro che indagare sui politici è dannoso per la propria carriera e così l'attuale Ministro della Giustizia Clemente Mastella ha pensato bene di chiedere il trasferimento del PM "rivoluzionario" direttamente al CSM per delle "violazioni deontologiche". Le ragioni di Mastella erano talmente gravi che era necessario il trasferimento immediato facendo così interrompere tutte le inchieste in atto.
Il CSM non trovò queste gravi ragioni e così il giudizio era stato spostato di ben due mesi, al 17 dicembre.
Nel frattempo De Magistris non molla e continua nel suo lavoro nonostante le minacce di morte che gli sono arrivano.
Così venerdì si scopre attraverso una soffiata del quotidiano "Libero" che tra gli indagati c'è anche (ma guarda un po'?) Mastella per aver commesso i seguenti reati: concorso in truffa, finanziamento illecito ai partiti, abuso d'ufficio e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. L'ultimo reato è abbastanza singolare perché supporrebbe che il Ministro sia anche un massone.
Subito c'è stata la dura presa di posizione dell'indagato che pieno di collera ha esclamato: «Non mi dimetto, sono una persona perbene e non sono mai stato un massone».
Il sostegno del mondo politico a Mastella si è fatto presto sentire e Prodi, a quanto ci è dato sapere, gli ha anche telefonato per tranquillizzarlo.

Si arriva così a ieri con l'atto finale di questa assurda ma reale storia. Il procuratore generale facente funzione di Catanzaro Dolcino Fava ha avocato l'inchiesta condotta da De Magistris perché sospettato di aver agito per "inimicizia". Questa motivazione è veramente incredibile!
Cioè, siccome Mastella ha chiesto il trasferimento di De Magistris al CSM, allora quest'ultimo non avrebbe dovuto procedere con l'inchiesta secondo l'articolo 372 del codice di procedura penale.
E' veramente un controsenso! Se De Magistris ha iscritto nel registro degli indagati il Ministro, significa che ha raccolto delle prove ben motivate e frutto di mesi di lavoro. Quindi non è un'accusa costruita ad hoc in qualche settimana, dopo la richiesta di trasferimento.

Ora non sapremo più niente. L'inchiesta passerà di mano ad un altro pm che intanto dovrebbe studiarsi le numerosissime carte scritte da De Magistris. Senza poi, come è immaginabile, andare fino in fondo, intimorito dal trattamento ricevuto dal suo predecessore.
Questo è lo Stato?
Questo è il governo che ho votato?
Mastella dovrebbe dimettersi per il bene delle istituzioni. Se non lo fa lui di persona lo dovrebbe sollecitare Prodi anche se è evidente che nella coalizione di centrosinistra è la persona che conta meno.
Si continuano a fare gli sbagli fatti dal precedente governo di destra, quando Silvio Berlusconi più volte ha attaccato la magistratura.
La differenza è che se l'attuale capo dell'opposizione durante il suo governo si fosse comportato come Mastella, sarebbero scesi tutti in piazza, gridando alla dittatura!
Oggi questo non avviene e forse l'unico che si salva è Antonio Di Pietro, probabilmente per la vicinanza con De Magistris. Come si sa, Di Pietro ha rappresentato la speranza della fine di una politica corrotta, nella stagione di "Mani Pulite". Anche lui alla fine fu costretto a lasciare il suo ruolo di magistrato forse per le forti pressioni ricevute da più parti.
Ecco quello che scrive Di Pietro all'interno dell'articolo "La fine dello Stato di diritto", pubblicato oggi sul suo blog:

"[...] Ciò che emerge dallo scontro che il Ministro della Giustizia ha provocato scientemente nei confronti del magistrato che lo ha messo sotto indagine è l’immagine di una classe politica che, sulla falsariga del Governo Berlusconi, non si vuole far giudicare e per questo ne inventa di tutti i colori pur di fermare i magistrati che fanno il loro dovere.
Ancora una volta si dà l’impressione, vera o no che sia, che i potenti di turno cercano, e riescono a trovare, scorciatoie per eliminare magistrati scomodi e per minare l’indipendenza della magistratura.
Si dà l’impressione che i potenti, e solo loro, siano in grado di muovere meccanismi che permettono di scegliersi il magistrato che fa comodo e togliere di mezzo chi non si adegua. E’ questo un dato politico di estrema gravità in cui è coinvolto non solo il Ministro della Giustizia ma l’intero Governo ed in primo luogo il Presidente del Consiglio.
Romano Prodi è chiamato ora ad una delicata assunzione di responsabilità specie con riferimento all’opportunità di permettere che in capo allo stesso soggetto possa mantenersi, in quanto Ministro della Giustizia, il ruolo di titolare dell’azione disciplinare nei confronti del magistrato che lo ha sottoposto alle indagini. Siamo di fronte ad un bivio che, se non affrontato subito e con determinazione, ci travolgerà tutti perchè stiamo rischiando di mettere in pericolo lo Stato di diritto, come giustamente affermano alcuni autorevoli osservatori e la maggioranza dell’opinione pubblica."

Di questo fatto ne ha parlato oggi anche Beppe Grillo sul suo blog:

"Mastella è indagato per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, concorso in truffa nell’ambito di finanziamenti europei e nazionali da De Magistris. Appena lo sa ne chiede il trasferimento. Non ci riesce. De Magistris diventa l’indagato. Qualcuno fa uscire notizie riservate dalla Procura di Catanzaro. De Magistris riceve una busta con delle pallottole. Va avanti lo stesso. Mastella minaccia di mandare a casa Prodi a primavera. L’inchiesta è subito tolta a De Magistris. E’ finita qui?
Si, è finita, ma per il centro sinistra. E’ morto, defunto. Nessun partito ha chiesto le dimissioni di Mastella. Vergogna. In un Paese normale Mastella sarebbe a Ceppaloni a raccogliere pomodori. E Prodi, anche lui indagato? E' sereno. Il giudice non c’è più e oggi, insieme al compare Mastella, è a Napoli per ricevere il Papa. [...]"

Non ho più parole. Non ho più speranze. Le numerose petizioni, gli appelli, i commenti e quello che ho scritto anche sul mio blog, non sono serviti a nulla. Il termine "casta" è quello più giusto per descrivere come i politici siano arroccati in sé stessi, difendendosi da tutto e da tutti. Stanno perdendo del tutto il contatto con la gente, mobilitandola solamente quando gli fa più comodo.
Che tristezza...

Leggete l'intervista a De Magistris pubblicata oggi su "la Repubblica".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ha lasciato piacevolmente soddisfatto il fatto che De Magistris abbia usato la mia stesa espressione quando commentavo su questo sito la legge Levi-Prodi. Si sta ritornando al fascismo!!! Non si può chiudere la bocca ad un magistrsto che sta solamente facendo il suo lavoro, come non si può minacciare di adire le vie legali contro tutti quelli che hanno un blog solo per far tacere Beppe Grillo! E' una cosa improponibile e soprattutto anticostituzionale...