martedì 16 ottobre 2007

Veltroni il "furbacchione"

Domenica 14 ottobre per la prima volta i cittadini hanno potuto scegliere il leader di un partito: è nato il Partito Democratico.
Sicuramente un grandissimo evento, per una volta possiamo dare l'esempio al resto d'Europa. A prescindere dall'elezione scontata è sempre un fatto positivo quando milioni di persone possono esprimere la loro scelta. A votare sono andati circa 3 MILIONI E MEZZO e bisogna rispettare la loro (nostra...) scelta. Ovviamente le critiche dalla destra le capisco perché lì sono poco abituati. Da anni comanda un uomo solo, Silvio Berlusconi, un imprenditore che ha creato un partito solamente con la forza dei soldi e delle televisioni di sua proprietà. Come si direbbe a Roma... "rosicano"!

Tuttavia non voglio risparmiare critiche. Sarà che è stata la prima volta, ma si sono fatti gli stessi errori del passato. L'errore più grande è stato il solito "predicare bene e razzolare male". Infatti il sistema di voto usato è stato quello delle liste bloccate, caratteristica del tutto copiata da quella "porcata" della legge elettorale firmata da Roberto Calderoli sul finire del precedente governo di centrodestra. In pratica questo significa che non si è potuto esprimere la propria preferenza, cosa che dimostra come i candidati siano stati scelti dall'alto.
Ma la cosa più scandalosa è stata la candidatura di Walter Veltroni.
All'inizio era presentato come il solo candidato, amato praticamente da tutti. Persone come il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani hanno rinunciato a presentarsi per non creare tensioni nel futuro partito.
Hanno fatto di tutto per farlo vincere. Addirittura tre liste lo sostenevano e all'interno c'era tutto e il contario di tutto. Da quelli dell'ex "Correntone" dei Ds più di sinistra, ad addirittura Paola Binetti, orgogliosa di portare il cilicio (il suo slogan potrebbe essere "Orgoglio bigotto!"...).
La sola, o meglio, la prima a mettere il bastone tra le ruote è stata Rosy Bindi, una vera e propria pasionaria. Ha fatto una campagnia elettorale seria, senza buonismi di sorta e punzecchiando giustamente il candidato prescelto. A sostenerla c'erano le sue idee molto chiare, aggiungo chiaramente di sinistra, che ha mostrato anche nell'attuale governo dopo la lunga battaglia a sostegno della sua proposta di legge sui DICO. Una vera laica che, seppur cattolica praticante, è riuscita a trovare un punto di incontro tra credenti e non. Purtroppo non è bastato vista la politica reazionaria dell'attuale Papa Benedetto XVI che non lascia spiragli a un minimo cambiamento. Anzi, si veda la sua "liberalizzazione" della Messa in latino...
Sarò impopolare ma sono orgoglioso di averla votata.

Veltroni come sapete ha vinto in modo plebiscitario: circa il 75% dei voti!
L'attuale sindaco di Roma è riuscito a convogliare le esigenze di molti con il semplice utilizzo dell'espressione "ma anche". Tanto è vero che Maurizio Crozza l'ha definito «ma-anchista».
Guardate questi simpatici sketch ripresi dalla trasmissione "Crozza Italia live" che è andata in onda domenica scorsa:







Come scrivevo nel mio ultimo post, in politica bisogna farsi dei nemici. Non si possono accontentare tutti perché alla fine quando si andrà al governo "i nodi vengono al pettine".
La sua campagna elettorale l'ho travata poco seria, strizzando l'occhio a Confindustria, i lavoratori e soprattutto personaggi dello spettacolo o famosi come l'attuale moglie di Berlusconi, Veronica Lario.
Più che una politica-spettacolo è meglio una politica semplice e chiara che non pretenda di "far finta" di cambiare subito il mondo.

Veltroni è anche un po' "furbacchione"...
Sentite questa intervista realizzata da Fabio Fazio all'interno della suo programma "Che Tempo Che Fa", prima della riconferma del suo mandato come sindaco di Roma:



Non mi sembra sia stato molto coerente. Per carità, forse un politico così capace sarebbe stato un peccato perderlo ma quando si dice una cosa, in genere bisognerebbe rispettarla.
Roma l'ha amministrata abbastanza bene, non posso che sperare che comunque riesca a formare in futuro un governo stabile e concreto. Certo, se sono queste le premesse, mi vengono un po' di dubbi.
Stare al governo e tenere unita una coalizione è difficile. Troppo facile sparare a zero su Romano Prodi, ma al contrario bisognerebbe obiettivamente rendersi conto di come sia duro tenere uniti Rifondazione Comunista e l'UDEUR. I piccoli partiti non hanno proprio senso di responsabilità. Si può essere contrari ad una scelta ma a questo punto se ne prendono le conseguenze e si fa cadere il governo. Se vogliono anteporre i loro piccoli interessi a quelli della maggioranza lo facciano pure ma senza fare ricatti e porre veti. Ad esempio trovo veramente da psicopatici la manifestazione del 20 Ottobre contro la riforma del Welfare. Politici attualmente al governo che vanno contro il governo stesso. Ma andatevi a fare una bella seduta dallo psichiatra!
Non ci state? Benissimo, allora fate cadere come nel 1998 il governo Prodi così forse ritornerà il vostro maggiore sostenitore, Silvio Berlusconi.
Completamente legittimo...

Infine voglio concludere con l'Inno del Partito Democratico, ironicamente realizzato sempre da Maurizio Crozza:

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