In un’intervista pubblicata sul n°31 della rivista "Famiglia Cristiana" uscita in edicola il 5 agosto 2007, il Presidente del Consiglio Romano Prodi a proposito dell’evasione fiscale, si è posto la giusta domanda sul perché non ha mai sentito a Messa un’omelia contro questa grossa piaga.
Ecco le parole di Prodi:
"Dobbiamo tutti fare il nostro dovere di contribuenti, perché tutti possano pagare meno. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché quando vado a Messa questo tema, che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie? E’ possibile che su 40 milioni di contribuenti sono solo 300.000 quelli che dichiarano più di 100.000 euro l’anno?"
La mia risposta è semplice: perché non le pagano neanche loro!!!
Lo fanno senza commettere alcun reato ma grazie alle agevolazioni fiscali che il nostro Paese le concede unico in Europa!
L’avete mai sentito parlare di questo in televisione o nella maggioranza dei giornali?
No, questa notizia è tenuta molto nascosta o comunque stranamente viene poco approfondita e messa in evidenza. Probabilmente perché si toccano troppi interessi…
Tempo fa ne avevo parlato in seguito a un articolo trovato all’interno de "laRepubblica" del 25 giugno 2007 credendo che la notizia presto suscitasse roventi polemiche.
In pratica la Commissione europea ha avviato un processo di infrazione contro il governo per le agevolazioni Ici fatte a favore della Chiesa Cattolica. Non c’è Costituzione o legge normativa europea che tenga di fronte allo strapotere del Vaticano.
La cosa più grave è che l’esenzione dell’Ici, non riguarda solo chiese o istituti caritatevoli, ma esercizi commerciali come cinema e le numerose scuole private che spesso sfoggiano un lusso ben lontano dall’austerità predicata da Cristo.
Prodi e il suo governo pare facciano “orecchie da mercanti” avviando per prassi una commissione di studio con a capo il Professor Francesco Tesauro e per metà composta da cattolici. Come faranno a esprimere un giudizio indipendente i componenti cattolici della commissione che sono Monsignor Mauro Rivella (Cei), Patrizia Clementi (ufficio avvocatura della curia milanese) e Marco Grumo (docente di economia alla Cattolica di Milano)?
Significa che in autunno sarà inevitabile un processo all’Italia per gli “aiuti di Stato” agli enti ecclesiastici… Un aiuto veramente poderoso se si calcola che solo a Roma il patrimonio immobiliare esentasse della Chiesa Cattolica arriva, secondo alcune stime, a toccare il 22%!
Eppure i bilanci del Vaticano vanno a gonfie vele come testimonia un’inchiesta pubblicata sul n°30 de “L’espresso” del 2 agosto 2007 dal titolo "Che tesoro di Papa".
A quanto pare il Papa conservatore Benedetto XVI se lo devono tenere molto stretto perché nonostante lo scandalo dei preti pedofili è riuscito a far incrementare l’ "Obolo di San Pietro" del 58% toccando quota 101,9 milioni di dollari! Per la cronaca, l’ "Obolo di San Pietro" è il nome dato alle offerte che i fedeli versano direttamente al Papa.
Senza considerare altre entrate come ad esempio l’8‰ dato alla Chiesa Cattolica che quest’anno è arrivato quasi a 1 miliardo di euro e per la precisione, a 991.278.769,09 euro!
Non ho niente contro l’8‰ perché con esso si riconosce il contributo e il ruolo sociale che le miriadi di parrocchie disseminate in ogni piazza italiana svolgono in realtà anche molto difficili.
Invece sono assolutamente contrario ad un’ulteriore privilegio concesso da questo Stato che di laico ha ben poco.
Mi riferisco al fatto che anche chi nella dichiarazione dei redditi non mette la propria firma per destinare l’8‰ ad alcuno, comunque quella percentuale non va allo Stato ma in grandissima maggioranza alla Chiesa Cattolica.
Solo per dare un dato, se ufficialmente nel 2006 le firme a favore della Chiesa Cattolica hanno toccato la cifra record dell’89,81%, in realtà a fare effettivamente questa scelta sono stati solo il 40% circa degli italiani. L’assurdo sistema consiste nel ridistribuire le percentuali dei “voti espressi” a ciascuna delle sette confessioni religiose, sulla base del totale dei contribuenti e quindi compresi anche i “non votanti”.
Lo stesso sistema "truffaldino" viene utilizzato per il rimborso delle spese elettorali di cui ne beneficiano i partiti. Alla faccia dei milioni di italiani che negli anni nei vari referendum anno espresso la loro volontà contraria, il finanziamento pubblico ai partiti non è stato abolito! Anche qui, i rimborsi vengono calcolati non sulla base dei cittadini che hanno effettivamente votato un determinato partito, ma sulle percentuali totali e quindi sul totale degli aventi diritto compresi chi si è astenuto o chi ha lasciato "scheda bianca".
Come si dice a Roma, “tra cani nun se mozzicano”: il governo e il Vaticano hanno troppi interessi in comune per contrastarsi e controllarsi a vicenda. Senza l’appoggio l’uno dell’altro, non rimarrebbero al potere
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