martedì 14 agosto 2007

Don Gelmini clerical-fascista

«La verità è che, partendo dagli Stati Uniti, è in atto un’offensiva ebraico-radical chic che mira a screditare la chiesa cattolica»

Don Pierino Gelmini, sabato 4 agosto 2007

Questa è stata la vergognosa risposta data in seguito ad una domanda dove gli si chiedeva un parere sullo scandalo dei preti pedofili.
Frasi simili si sperava fossero sepolte nei vecchi documentari storici che fanno vedere com'è nata l'idea razzista che era alla base del nazismo e del fascismo. Sconvolge se a pronunciarla nel 2007 sia non un uomo semplice di bassa cultura, ma un sacerdote "pastore di anime" e fondatore della
Comunità Incontro che si occupa del recupero dei ragazzi tossicodipendenti.
Appena le agenzie di stampa hanno battuto una simile notizia suscitando un polverone,
Don Gelmini ha chiesto immediatamente scusa dicendo: "Chiedo scusa agli ebrei. Ho per loro rispetto e molta considerazione. Non volevo fare dichiarazioni contro la loro comunità, mi riferivo alla lobby massonico-radical chic".
In seguito a questa precisazione, ha protestato anche Luigi Danesin, gran maestro della
Gran Loggia Regolare d'Italia di piazza del Gesù rilanciando: "Faccia i nomi di questa lobby massonica che ce l’ha con la chiesa, altrimenti lo denunciamo".
Secondo me la risposta di Gelmini è stata poco amplificata dai media che invece hanno ampiamente fatto mostra dei politici, in maggioranza di destra, che nei giorni scorsi hanno difeso il sacerdote. Anche i suoi difensori avrebbero dovuto prendere platealmente distanza da una frase così aberrante.


Per chi non lo sapesse, Don Gelmini è stato accusato da un ex ospite della sua comunità di molestie ed è indagato per questo dalla procura di Terni la quale possiede decine di intercettazioni.
C'è da dire che per me Gelmini non è solo "innocente fino a prova contraria" come tutti gli indiziati, ma lo è effettivamente perché l'accusa sa tanto di vendetta.
Ecco quello che ha detto Gelmini dell'accusatore in un'intervista pubblicata su "
laRepubblica" del 5 agosto 2007:


"Il mio accusatore è un pregiudicato barese, uno che viene da una famiglia di boss. Vuole ricattarmi. La prima volta mi ha denunciato due, tre anni fa, ma non gli cedettero. Ad agosto dell’anno scorso tornò in comunità grazie all'indulto. Mi chiese scusa e io gli trovai un lavoro. Conservo ancora una lettera: mi scriveva che "la miglior vendetta è il perdono". Ritrattò la denuncia e a Natale tornò in comunità e si scusò pubblicamente, sul palco (ndr, i ragazzi seduti a terra annuiscono). Ma forse voleva di più: soldi. Io l'ho mandato via e lui ha rifatto la denuncia"


E' vero anche che non è l'unico accusatore, ma penso sia sinceramente innocente. Rivestire un ruolo così importante e di responsabilità si presta facilmente a degli attacchi.
In ogni caso lo si saprà solo alla fine del processo e non bisogna nemmeno andare troppo contro gli accusatori perché sarebbe un'enorme ingiustizia qualora le molestie siano realmente avvenute.
Questo però non giustifica la consuetudine, comune in passato, di scaricare i problemi sugli ebrei presi già diverse volte nella storia da "capri espiatori".
Si possono anche comprendere le parole di stizza contro i giudici "anticlericali" visto che ormai è diventato un modo per ottenere facile consenso e pietà agli accusati, pregiudicati e condannati.
Silvio Berlusconi ad esempio l'ha detto innumerevoli volte e ci ha costruito sopra anche un partito...


E' grave che un simile pregiudizio anti-ebraico sia ancora vivo nella nostra società.
Se i giudici che indagano sul caso sono stati definiti superficialmente da Don Gelmini "anticlericali", altrettanto superficialmente, dopo l'infelice frase, il sacerdote potrebbe essere definito "clerical-fascista". Spero che siano entrambi definizioni superficiali...

1 commenti:

Anonimo ha detto...

...è la PURA VERITA'