giovedì 23 agosto 2007

Don Gelmini ingrato

Vi ricordate l'infelice espressione di Don Gelmini? In un'intervista parlò di "offensiva ebraico-radical chic che mira a screditare la chiesa cattolica" suscitando subito proteste dalla comunità ebraica italiana. Preso dal rimorso, il giorno successivo alla sua esternazione si scusò dicendo di essersi sbagliato perché in realtà si riferiva alla "lobby massonico-radical chic". Si sa, i massoni preferiscono non alzare polveroni su di loro...
Don Gelmini però, con la sua precisazione, è stato scorretto due volte. Uno perché ha messo in mezzo i massoni senza fornire prove, due perché è stato ingrato nei confronti del suo migliore amico e finanziatore della sua opera: il massone
Silvio Berlusconi!
Bel rispetto degli amici, si è comportato da vero traditore! Dopo tutto quello che il Cavaliere ha fatto per lui!
Ecco un bell'articolo pubblicato su "
L'espresso" n°33 del 23 agosto 2007, dal titolo "Ebrei, massoni e radical chic" scritto da Umberto Eco:

"
Mentre scrivo non si è ancora sopita la discussione giornalistica sul caso don Gelmini, e vorrei subito dire che non sono gran che interessato a sapere se le accuse che si rivolgono sono giuste o sbagliate, perché errare è umano, sia che abbia sbagliato un prete sia che abbia sbagliato un magistrato, e per il resto si tratta di faccende personali. D'altra parte ammetto che gli accusatori non solo sono carcerati o pregiudicati, ma vengono da storie di droga e, se sotto l'imperio della droga si può immaginare di essere assaliti da un mostro con gli occhi d'insetto, si può anche immaginare di essere baciati da un ecclesiastico ottantenne, perché all'orrore (come sapeva Lovecraft) non c'è mai fine.
Tuttavia l'aspetto più interessante della faccenda è quello (che invece è stato liquidato in sue giorni) dell'affermazione che le accuse venivano da una cricca ebraica e radical chic. Poi don Gelmini, di fronte alla reazione ebraiche, si è corretto, ha detto che pensava ai massoni, i massoni come l'Opus Dei o i gesuiti, meno si fa chiasso intorno a loro e meglio è, e quindi non hanno dato gran seguito alla cosa, anche perché nessuno ha mai ammazzato sei milioni di massoni (hanno solo fucilato qualche carbonaro in tempi risorgimentali) e quindi i massoni su queste cose sono meno permalosi degli ebrei.
Sono apparsi subito alcuni articoli (ricordo quelli di Serra e di Battista) che notavano come la citazione di don Gelmini rivelasse echi (consci o inconsci) di antiche polemiche clericali, e che questo costituiva l'aspetto più triste della faccenda. Infatti è più che noto che l'idea del complotto giudaico massonico, prima di andare a nutrire i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, era nata in ambiente gesuitico e aveva percorso tutta la polemica anti rivoluzione francese, prima, e anti risorgimento, dopo.
Ma siccome al complotto giudaico massonico ci aveva ormai rinunciato da quel dì lo stesso Vaticano, sembrava che questa immagine fosse rimasta sepolta in polverose biblioteche di seminari vescovili, lasciandone il copyright ad Adolf Hitler e a Bin Laden. E invece ecco che un sacerdote che vive oggi, e che presumibilmente ha studiato in seminario negli anni Trenta (dopo la Conciliazione), dimostra di aver conservato nei recessi della propria anima ricordi se non altro verbali del mostro che aveva ossessionato i suoi maestri più anziani.
Nel 1992 un povero cardinale, che non pensava affatto agli ebrei ma stava attaccando la mafia, l'aveva definita Sinagoga di Satana. Apriti cielo. Subito era sorta una polemica, a cui avevo partecipato anch'io con due Bustine (ndr, la rubrica curata da Umberto Eco su "L'espresso", si intitola "La bustina di Minerva"). Chi giustificava l'uso di quella espressione ricordava come sinagoga nei dizionari significasse anche riunione, adunanza, conventicola, e che se ne parlava già nell'Apocalisse. Il fatto è che non solo nell'Apocalisse il termine appare in contesto antigiudaico, ma che il suo uso corrente è stato dovuto a un libro pubblicato nel 1893 da monsignor Meurin, "La Sinagoga di Satana", dove si dimostrava che la massoneria, setta di adoratori di Lucifero, era pervasa di cultura ebraica (come del resto, e qui Meurin era molto generoso, gli scritti di Ermete Trismegisto, gli gnostici, gli adoratori del serpente, i manichei, i templari e i cavalieri di Malta) e che attraverso di essa gli ebrei miravano alla conquista del mondo.
Ora, dopo il libro assatanato di Meurin (che all'epoca aveva avuto molto successo) non si può più impunemente usare l'espressione "Sinagoga di Satana" così come non si può più agitare una bandiera con la svastica affermando che si tratta soltanto di un venerabile e innocente simbolo astrale di origini preistoriche.
Annotavo qualche Bustina fa che stanno apparendo da un lato accanite polemiche anticlericali e antireligiose e dall'altro riprese della polemica clericale e sanfedista contro il mondo moderno e (da noi) contro i miti risorgimentali e l'ideologia dello Sato unitario. Altro che passo di gambero...
Però forse mi sbagliavo, non si tratta di un paradossale ritorno a polemiche ormai morte, bensì di un naturalissimo ritorno del rimosso, di qualcosa che era sempre rimasto lì e non se ne parlava più solo per buona educazione. Ma chi è stato educato a temere il complotto giudaico non lo dimentica mai, anche se solo per via di frasi fatte – e anche se una patina di aggiornamento culturale permette di aggiungere espressioni come "radical chic". Insomma, pare che ci cia chi non ha mai smesso di leggere (sia pure di notte) i romanzi di padre Bresciani.

In questa vicenda l’unico aspetto che mi ha stupito è che, nel suo confuso citazionismo, don Gelmini abbia tirato in ballo anche i massoni. Bel senso della riconoscenza, visto che (mi attengo a quanto detto lui) generosissimi finanziamenti ha ricevuto da un ex membro della P2, tessera 1.816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625."
(Note e sottolineature personali)

Strano che Gelmini non sappia che il suo amico Berlusconi abbia fatto parte della
loggia massonica P2. E' talmente notorio che la cosa è riportata anche su Wikipedia a proposito dei suoi finanziamenti di origine ignota:

"Non è tuttora stato possibile stabilire quali siano le fonti degli ingenti capitali di cui disponeva il giovane imprenditore. Berlusconi, interrogato sulla questione in sede giudiziaria dal pubblico ministero Ingroia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Al tempo in cui
Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini, infatti, questa entrò in rapporti d'affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figuravano nomi poi divenuti tristemente famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli e Michele Sindona. La stessa banca Rasini fu indicata da Sindona e da altri "pentiti" come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa[16]. Queste indicazioni assumeranno un importante significato rispetto ad alcune successive ombre sulla figura di Berlusconi (i presunti rapporti con la mafia e l'iscrizione alla loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli con tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978)"

Fatto sta che l'accusa del sacerdote rivolta agli ebrei era la risposta ad una domanda che riguardava lo scandalo dei preti pedofili. Quindi era un modo per difendere l' "onorabilità" del Vaticano.
Non mi sarei mai aspettato che ad agitare lo spettro di un complotto contro la Chiesa sia stato nei giorni scorsi un uomo prudente e colto come il Segretario di Stato vaticano, il
Cardinale Tarcisio Bertone.
Nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto l'Istituto Salesiano Valselice a Torino, dove sono stati trovati centomila euro dietro uno sciacquone del bagno e un sacerdote ha confessato i propri "gusti sessuali", Bertone ha accusato i media di "un disegno preciso contro la Chiesa".
Simili espressioni lasciamole agli ignoranti e a chi, invece di mettere alla luce il male che c'è anche nella Chiesa, vuole tacere il tutto.
Nascondere le cose non fa bene a nessuno, tantomeno al Vaticano.
Giusto non dire che "tutti i preti sono pedofili" e "la Chiesa è corrotta", ma altrettanto sbagliato supporre ingiustificatamente fantomatici complotti.
Sottoscrivo pienamente la nota diramata su "
la Repubblica" del 21 agosto 2007:

"E' un peccato che anche il segretario di Stato vaticano ceda alla moda di gridare al complotto di fronte ad un'inchiesta giudiziaria. Come certamente Bertone sa, i magistrati hanno il dovere di indagare di fronte ad una notizia di reato, e i giornali hanno il dovere di pubblicare la notizia. Nessun "disegno preciso contro la Chiesa", quindi: pm e giornalisti non fanno che il loro mestiere. Invece di invocare inesistenti manovre sarebbe interesse della Chiesa preoccuparsi affinché la verità venga accertata al più presto."

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