venerdì 25 maggio 2007

Montezemolo futuro premier?

Il presidente degli industriali Luca Cordero di Montezemolo, ieri ha scaldato la platea dell' Assemblea Annuale di Confindustria e per molti è palesemente sceso in campo in politica. Nel suo discorso ha dato l'intero merito della ripresa economica alle imprese e ha duramente criticato l'intero sistema politico a mio avviso cavalcando un po' l'onda di antipolitica che sta attraversando l'opinione pubblica stando a vari sondaggi.
Ecco alcuni punti del suo discorso:

"[...]
Avevo detto, all’inizio della mia avventura in Confindustria, che “essere classe dirigente significa anche restituire al Paese parte di ciò che si è ricevuto, per farlo crescere e consentirgli di affrontare nuove sfide. Noi lo abbiamo fatto e dobbiamo esserne orgogliosi. Noi abbiamo rifiutato la logica del declino. Noi ci siamo rimboccati le maniche, è a noi in primo luogo che si deve l’aver fatto uscire il Paese dalle secche della crescita zero [...] Quando figure di primissimo piano delle istituzioni si spingono a dipingere come “impresentabile” il capitalismo italiano, senza che si alzi una sola voce dal mondo della politica a smentire questa autentica falsità [...] Dobbiamo domandarci che valore è assegnato oggi in Italia all’intraprendere. L’impresa è strumento di preparazione dei cittadini italiani di domani, crea valore sociale oltre che economico. E’ il luogo dove si affermano valori quali il merito, la cultura del rischio, la concorrenza. L'imprenditore è oggi sempre più consapevole del proprio ruolo sociale [...] La ripresa dell’economia italiana viene tutta dalle imprese e dal mercato. Ed è una ripresa selettiva frutto di un processo di ristrutturazione profondo, inevitabile ma doloroso [...] Partiamo dal fisco. Paghiamo troppe tasse per alimentare la spesa corrente e gli interessi sul debito, mentre i servizi sono spesso insoddisfacenti e gli investimenti pubblici non arrivano ad un modesto 4% del PIL. Non abbiamo soldi da investire in infrastrutture, in ricerca, in education, nei servizi pubblici essenziali. Mancano persino le risorse per garantire adeguatamente la sicurezza delle persone, malgrado l’impegno straordinario di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza che meritano tutta la nostra gratitudine. La sicurezza, questo si, è un problema che tocca da vicino i cittadini! Continuiamo a non tagliare sprechi e privilegi e così la pressione fiscale continua a crescere. Con l’addizionale IRAP arriviamo all’assurdo di togliere soldi alle imprese per premiare le regioni che amministrano peggio! [...] Il taglio del cuneo non finisce nelle tasche degli imprenditori, è un vantaggio per tutta l’economia perché ci rende più competitivi. Dobbiamo ridurre le imposte sulle imprese come hanno fatto in Germania, Spagna, Regno Unito, Austria e Svezia, paesi con maggioranze politiche diverse tra loro [...] Siamo il paese del vecchio continente con l’età media più alta e con l’età di pensionamento più bassa. In tutti i grandi paesi europei si va in pensione ormai a 65 anni e c’è chi - come la Germania - ha già fissato un obiettivo più ambizioso. Non si tratta nemmeno di fare riforme difficili, ma solo di applicare le leggi esistenti, a partire dalla legge Dini, che è stata approvata con le firme di tutti i sindacati, e dalla riforma Maroni. E pensare che l’adeguamento del nostro sistema pensionistico è necessario perché i lavoratori possano avere in tarda età una pensione più consistente. O davvero si pensa che i giovani di domani siano disposti a pagare una pensione per ogni salario? Perché questo avverrà, se non interveniamo oggi. Non si tratta nemmeno di ridurre la spesa sociale, perché in Italia all’alta spesa per pensioni corrisponde una spesa insufficiente per gli aiuti a chi si trova in situazioni di forte disagio. Noi abbiamo bisogno di ammortizzatori sociali moderni, a tutela degli stessi lavoratori. Così potremo ampliare gli spazi di flessibilità contrattata. In questo campo gli altri corrono veloci e per noi non è sufficiente restare fermi e difendere l’esistente. La legge Biagi va completata, non certo ridotta [...] In entrambi gli schieramenti sembra mancare la forza per dar vita ad un grande progetto paese che sappia coinvolgere gli italiani e i cui risultati non si vedranno in tempi brevi. E’ un compito che certamente spetta soprattutto a chi governa, senza alibi o giustificazioni: compresa la necessità, che condividiamo, di migliorare la produttività dei lavori parlamentari. Ma ci aspettiamo anche un’opposizione che esprima un progetto politico e culturale più che propaganda e denuncia. Fare oggi scelte coraggiose, i cui risultati si vedranno fra otto o dieci anni, significa avere senso dello Stato [...] Sulla semplificazione istituzionale vorremmo qualche segnale preciso e semplice, per evitare la spiacevole sensazione che non accade mai nulla. Facciamo, ad esempio, una specie di business plan per l’abolizione delle province [...] La politica è la prima azienda italiana con quasi 180 mila eletti. Il costo della rappresentanza politica nel suo complesso in Italia è pari a quello di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna messi insieme. Il solo sistema dei partiti costa al contribuente 200 milioni di euro l’anno, contro i 73 milioni della Francia. E mi riferisco solo ai contributi diretti. Stime recenti parlano di un costo complessivo della politica vicino ai 4 miliardi di euro. In quale altro paese i partiti politici sono così “pesanti” e così numerosi? [...]"
(Fonte:
Confindustria - sottolineature prese dal sito)

Che dire... Come molti hanno detto, questo è un vero manifesto politico e non a caso già si fanno sondaggi sui risultato che potrebbe ottenere
Montezemolo se si candidasse alle future elezioni politiche.
Devo dire che su alcuni punti a mio parere ha ragione. Mantenere il nostro sistema politico è veramente troppo oneroso e i nostri politici sembrano far finta di non rendersi conto. Questa è una critica che riguarda entrambi gli schieramenti perché in campagna elettorale fanno tante promesse ma alla fine quello che realizzano soprattutto in questo ambito è veramente poco. Non per niente proprio l'attuale Presidente del Consiglio
Romano Prodi aveva promesso di ridurre i costi della politica e poi all'indomani della vittoria elettorali ha formato un governo di ben 25 ministri!
Sono molto d'accordo sulla cancellazione delle province che sono veramente uno spreco soprattutto quando come ad esempio in Sardegna addirittura aumentano (si pensi solo alla nuova provincia di
Medio Campidano con la bellezza di due capoluoghi, Sanluri e Villacidro!).
Anche per quanto riguarda l'età per andare in pensione, ci sarebbe bisogno di un aumento graduale perché diversamente in futuro sarà insostenibile proprio demograficamente il sistema pensionistico.

Queste però sono tutte belle parole! Cosa fa
Montezemolo e gli imprenditori a favore dei lavoratori e quindi del "Sistema Paese"? La precarizzazione del lavoro soprattutto giovanile è un fatto totalmente trascurabile? Che ruolo hanno giocato gli imprenditori sulle misure di "flessibilità" del lavoro predisposte dalla cosiddetta legge Biagi ? Hanno più bisogno gli imprenditori della riduzione delle tasse o magari chi non riesce ad arrivare alla fine del mese (e questo non è populismo...)?
Proprio secondo l'
Eurispes tra il 2000 e il 2005 in Europa gli stipendi (esclusi quelli della pubblica amministrazione) sono aumentati in media del 20% mentre in Italia solo del 13%. In particolare lo stipendio dei lavoratori è aumentato solamente del 2,7% mentre quello dei manager del 17% all'anno.
Ora, di chi è la responsabilità? Della classe politica o un ruolo importante l'hanno avuto le imprese?
Guardatevi questo video con l'intervento di
Marco Travaglio in una puntata di "Annozero":

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