Oggi ho terminato un bellissimo libro che vi consiglio di leggere. Si intitola "Risveglia la tua eccellenza" ed è stato scritto da Eric de la Parra Paz (ed. Essere Felici - 2008, pp.177). E un testo di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ed è indicato per tutti quelli che vogliono prendere in mano la propria vita.
Il piccolo passo che vi voglio citare è la storiella di un cinese abituato ad accettare qualsiasi evento gli capitasse, considerandolo sempre utile e positivo. Come scrive l'autore, una delle prime credenze per essere una persona di successo è la seguente: "Tutto ciò che mi accade è per il mio bene!"
A mio avviso, questo è molto significativo ed estremamente vero. Anche quando nella vita possono capitare situazioni che al momento giudichiamo negative, non serve a niente disperarsi anzi, è bene cogliere l'aspetto positivo o l'utilità che una simile esperienza potrà avere nel futuro. Magari un simile atteggiamento può sembrare difficile, ma credo sia l'unico per non farsi prendere troppo dalle circostanze, rischiando di sminuire i momenti belli della vita, entrando così in una spirale di negatività che potrebbe alla lunga portare anche a forme di depressione.
Ecco la breve storia che, qualora compriate il libro, potete trovare a pag. 158:
"C'è una famosa storia. Un cinese viveva sulle montagne, in un luogo abitato da gente semplice. Aveva un cavallo che usava per arare. Una volta non chiuse bene il recinto e il cavallo scappò.
Arrivarono i vicini e dissero: «Che sfortuna». Lui rispose: «Sfortuna, fortuna, chi può dirlo». Il mattino dopo, il cavallo ritornò portandosi dietro un branco di cavalli bradi, che il cinese chiuse nel recinto. Arrivarono i vicini e dissero: «Che fortuna». Lui rispose: «Fortuna, sfortuna, chi può dirlo». Il giorno dopo, il figlio si ruppe una gamba cadendo da un cavallo che cercava di domare. Arrivarono i vicini e dissero: «Che sfortuna». Lui rispose: «Sfortuna, fortuna, chi può dirlo». Il giorno dopo arrivò un ufficiale per reclutare i giovani della provincia e mandarli in guerra, ma il figlio con la gamba rotta venne escluso. Arrivarono i vicini e dissero: «Che fortuna». Lui rispose: «Fortuna, sfortuna, chi può dirlo»."
Impariamo ad essere come il cinese dell'aneddoto. Impariamo ad essere vincitori.
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