giovedì 20 agosto 2009

Amare tutto quello che accade. La storia del cinese

Oggi ho terminato un bellissimo libro che vi consiglio di leggere. Si intitola "Risveglia la tua eccellenza" ed è stato scritto da Eric de la Parra Paz (ed. Essere Felici - 2008, pp.177). E un testo di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ed è indicato per tutti quelli che vogliono prendere in mano la propria vita.

Il piccolo passo che vi voglio citare è la storiella di un cinese abituato ad accettare qualsiasi evento gli capitasse, considerandolo sempre utile e positivo. Come scrive l'autore, una delle prime credenze per essere una persona di successo è la seguente: "Tutto ciò che mi accade è per il mio bene!"
A mio avviso, questo è molto significativo ed estremamente vero. Anche quando nella vita possono capitare situazioni che al momento giudichiamo negative, non serve a niente disperarsi anzi, è bene cogliere l'aspetto positivo o l'utilità che una simile esperienza potrà avere nel futuro. Magari un simile atteggiamento può sembrare difficile, ma credo sia l'unico per non farsi prendere troppo dalle circostanze, rischiando di sminuire i momenti belli della vita, entrando così in una spirale di negatività che potrebbe alla lunga portare anche a forme di depressione.

Ecco la breve storia che, qualora compriate il libro, potete trovare a pag. 158:

"C'è una famosa storia. Un cinese viveva sulle montagne, in un luogo abitato da gente semplice. Aveva un cavallo che usava per arare. Una volta non chiuse bene il recinto e il cavallo scappò.
Arrivarono i vicini e dissero: «Che sfortuna». Lui rispose: «Sfortuna, fortuna, chi può dirlo». Il mattino dopo, il cavallo ritornò portandosi dietro un branco di cavalli bradi, che il cinese chiuse nel recinto. Arrivarono i vicini e dissero: «Che fortuna». Lui rispose: «Fortuna, sfortuna, chi può dirlo». Il giorno dopo, il figlio si ruppe una gamba cadendo da un cavallo che cercava di domare. Arrivarono i vicini e dissero: «Che sfortuna». Lui rispose: «Sfortuna, fortuna, chi può dirlo». Il giorno dopo arrivò un ufficiale per reclutare i giovani della provincia e mandarli in guerra, ma il figlio con la gamba rotta venne escluso. Arrivarono i vicini e dissero: «Che fortuna». Lui rispose: «Fortuna, sfortuna, chi può dirlo»."

Impariamo ad essere come il cinese dell'aneddoto. Impariamo ad essere vincitori.

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