venerdì 31 agosto 2007

Il blog di Piero Ricca riabilitato

Finalmente Piero Ricca potrà tornare ad esercitare il diritto costituzionale della libertà di pensiero ed espressione.
Poco più di un mese fa, infatti, avevo riportato la notizia del blocco del suo blog a causa delle accuse, peraltro giuste, rivolte nei confronti del giornalista (?) Emilio Fede. Ricca aveva diffuso su YouTube un video andato in onda anche su Striscia La Notizia dove fermò Fede per strada accusandolo di dare un'informazione di parte (nota la sua stima e amicizia con l'ex premier Silvio Berlusconi) e di occupare abusivamente con Rete4 le frequenze televisive che, secondo sentenze della Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Corte di giustizia europea, spetterebbero di diritto ad Europa7.
Ecco la notizia riportata su "L'espresso" n.35 uscito oggi in edicola:

"E' tornato più arrabbiato di prima sul proprio blog Pietro Ricca, noto per aver dato del buffone a Silvio Berlusconi (fu denunciato e poi assolto). Il blog era stato sequestrato dalla Guardia di Finanza in seguito ad una querela sporta da Emilio Fede per diffamazione. Raccontava, anche con un video, uno scontro avuto con Fede al Circolo della stampa. Ora Ricca attacca anche il pm che ha chiesto il sequestro. Lo accusa di aver calpestato la libertà di espressione, ma anche di ignorare le dinamiche di Internet. La vicenda, infatti, ha avuto l'effetto di rendere più popolare quel video, diffuso su YouTube. Fatto sta che poi al pm «sono bastati venti giorni per capire l'errore e correggerlo», dissequestrando il blog (scrive Ricca). Ma non l'articolo su Fede, che tuttora è oscurato."

Come scritto alla fine dell'articolo che vi ho citato, il blocco del sito e dell'articolo "incriminato" era stato totalmente inutile perché non aveva fatto altro che dare un'enorme pubblicità alle opinioni espresse da Ricca. Tanto è vero che il post su Fede lo si può trovare in vari blog personali come ad esempio qui. Questa è la dimostrazione che Internet è più forte di qualsiasi censura.

giovedì 30 agosto 2007

Date a Cesare quel che è di Cesare

Gesù, che per chi ci crede è Dio fatto uomo, fu tentato dai farisei che gli mandarono degli erodiani a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: E' lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Lo scopo di questa domanda era chiara: Gesù sicuramente avrebbe attaccato Cesare e il suo Impero e così facendo, gli erodiani, che facevano parte della dinastia di Erode, avrebbero riferito tutto all'autorità romana. Ma, dopo essersi fatto prestare una moneta con l'effigie di Cesare, stupendoli rispose: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Ho riportato questo breve passo del Vangelo di Matteo per affrontare la polemica di questi giorni sul mancato pagamento dell'Ici da parte della Chiesa in Italia.
E dove starebbe questo rispetto per lo Stato, per la nostra Repubblica Italiana da parte del Vaticano?
Io sono d'accordissimo a non far pagare le tasse agli immobili religiosi e caritatevoli, cosa che viene fatta anche per tutte le
Ong. Il servizio che offre ogni giorno la Chiesa ai più deboli è impagabile e va incentivato.
Ma
come scrissi già qualche mese fa, non è giusto che ad essere esentate siano imprese private che hanno ben poco a che fare con la religione.
Proprio per questo siamo stati richiamati dalla Commissione europea che ha definito quest'agevolazione come "aiuti di Stato illegali".
La
Commissaria alla Concorrenza, Neelie Kroes, ha chiesto al governo italiano «nuove informazioni» perché evidentemente non sono stati dissipati a sufficienza i dubbi di Bruxelles già espressi in una lettera del 25 gennaio 2007.
I numeri in ballo sono enormi e la Chiesa potrebbe essere costretta a versare nelle casse dello Stato ben 1 MILIARDO di euro. Infatti, il solo non versamento dell'Ici si aggira dai 700 milioni secondo le stime dell'
Anci, al miliardo secondo la Cei.
Ovviamente si sono scatenate numerose polemiche: dall' "Interventi pretestuosi" del presidente dei vescovi italiani
Angelo Bagnasco, alla "polemica infondata" scritto su "Famiglia Cristiana", passando al leghista Roberto Calderoli (perché lo cito spesso? Basta leggere i suoi commenti diciamo "folcloristici"...) che ha detto "Se io fossi la Chiesa scomunicherei l'Unione Europea e chi la sostiene in Italia".

La legge deve essere uguale per tutti e, se le agevolazioni fiscali al Vaticano costituiscono un illecito, come tale deve essere punito severamente. Dietro a tutto questo ci sono, infatti, affari enormi, basti pensare solo al numero di immobili tra scuole e strutture ospedaliere private presenti nella sola Roma.
Spesso dietro conventi ristrutturati sono nascosti hotel a quattro stelle come è stato riportato su un'inchiesta pubblicata sul giornale "
la Repubblica" di oggi. Ad esempio, vicino Castel Sant'Angelo a Roma, i Carmelitani condividono un albergo lussuosissimo dove si pagano 83-120 euro a notte, con stanze dotate di Tv satellitare, frigobar e aria condizionata. Senza contare le Orsoline che a Cortina danno ospitalità a vip e turisti ogni anno.
Queste agevolazioni sono da combattere perché si tratta di concorrenza sleale!


Altro discorso invece l'8 per mille. Molti nel calderone delle polemiche hanno tirato in ballo anche il contributo introdotto nel 1985 dopo la revisione del Concordato.
Faccio notare che non è obbligatorio destinare l'8 per mille alla Chiesa Cattolica, non a caso nella dichiarazione dei redditi si può scegliere tra ben sette voci:

  • Stato;
  • Chiesa Cattolica;
  • Unione Chiese Cristiane Avventiste del settimo giorno;
  • Assemblee di Dio in Italia;
  • Chiesa Valdese Unione delle Chese Metodiste e Valdesi;
  • Chiesa Evangelica Luterana in Italia;
  • Unione Comunità Ebraiche Italiane.

Con l'8 per mille si riconosce il ruolo sociale che svolgono queste istituzioni ed è normale se la maggior parte di esso venga versato alla Chiesa Cattolica.
La principale polemica riguarda i conti del 2007 che rivelano che ben il 36% degli italiani hanno optato per la Chiesa Cattolica, il 3% per lo Stato, l'1% per le altre 5 confessioni religiose mentre il restante 60, cioè la maggioranza, ha preferito astenersi senza barrare alcuna opzione. E dove starebbe il problema?
Il problema è che le quote degli italiani che non hanno espresso una preferenza vengono ridistribuite sulla base di chi invece una scelta l'ha fatta. Questo ha comportato il versamento al Vaticano di ben 991.278.769 euro, cioè in sostanza si è passati dal 36% al 90.
Un tempo mi ero stupito anch'io di questo dato e ne parlai male perché mi sembrava ingiusto.
Riflettendoci bene però devo ritornare sulla mia posizione in quanto non avevo notato un particolare. Tra le varie scelte c'è anche lo "Stato" e ciò dunque legittima questa redistribuzione che alla fine si rivela la cosa più giusta. Infatti non avrebbe senso destinare la percentuale dell'8 per mille non optata direttamente nelle casse statali, perché chi voleva farlo ne aveva la possibilità.
Quindi: SI all'8 per mille e NO agli sconti
Ici, Ires e Irap sugli immobili non destinati ad attività assistenziali!

martedì 28 agosto 2007

Eugenia si è risvegliata dal coma

Che bella notizia...
Venerdì pomeriggio mi telefona un mio amico sul cellulare e mi informa che Eugenia, una mia compagna universitaria coinvolta nella tragedia del crollo della terrazza abusiva ad Amalfi, si è finalmente risvegliata dal coma salutando la mamma.
Non potete immaginare che contentezza, un'ottima notizia dopo numerosi bollettini medici che la davano quasi per spacciata.
Peccato che i riflettori mediatici sulla vicenda si siano spenti e l'unica notizia reperibile su internet è la seguente tratta da Videocomunicazioni.com:

"Si risveglia dal coma Eugenia e saluta la mamma, indirizzandole baci affettuosi. La ventiduenne, studentessa romana, ricoverata insieme al fidanzato, Lorenzo Di Chiara, presso l'ospedale salernitano "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" dopo il terribile incidente di Conca dei Marini, ha risposto efficacemente alle terapie. Fino a ieri la prognosi era ancora riservata, ma i sanitari avevano già affermato che le condizioni dei ragazzi facevano registrare lievi miglioramenti. Eppure non ci si aspettava un risvolto positivo così repentino; la ragazza infatti, aveva riportato gravi ferite ai polmoni complicate dal principio di annegamento a seguito della tragica caduta in mare. Un segnale certamente positivo. La trafila ospedaliera sarà ancora lunga. Intanto si spera nel risveglio del fidanzato Lorenzo, colpito da una grave frattura del bacino e, come Eugenia, salvato in avanzato stato di annegamento."

Dal testo si evince che la sua veloce ripresa ha dell'inspiegabile: si vede che le preghiere dei genitori, mie e dei miei compagni sono servite a qualcosa... Ora tocca solo sperare che si riprenda bene senza ulteriori complicazioni e soprattutto che si risvegli anche il suo ragazzo.

Forza Eugenia, continua così!
Al più presto ti andremo a trovare!

giovedì 23 agosto 2007

Don Gelmini ingrato

Vi ricordate l'infelice espressione di Don Gelmini? In un'intervista parlò di "offensiva ebraico-radical chic che mira a screditare la chiesa cattolica" suscitando subito proteste dalla comunità ebraica italiana. Preso dal rimorso, il giorno successivo alla sua esternazione si scusò dicendo di essersi sbagliato perché in realtà si riferiva alla "lobby massonico-radical chic". Si sa, i massoni preferiscono non alzare polveroni su di loro...
Don Gelmini però, con la sua precisazione, è stato scorretto due volte. Uno perché ha messo in mezzo i massoni senza fornire prove, due perché è stato ingrato nei confronti del suo migliore amico e finanziatore della sua opera: il massone
Silvio Berlusconi!
Bel rispetto degli amici, si è comportato da vero traditore! Dopo tutto quello che il Cavaliere ha fatto per lui!
Ecco un bell'articolo pubblicato su "
L'espresso" n°33 del 23 agosto 2007, dal titolo "Ebrei, massoni e radical chic" scritto da Umberto Eco:

"
Mentre scrivo non si è ancora sopita la discussione giornalistica sul caso don Gelmini, e vorrei subito dire che non sono gran che interessato a sapere se le accuse che si rivolgono sono giuste o sbagliate, perché errare è umano, sia che abbia sbagliato un prete sia che abbia sbagliato un magistrato, e per il resto si tratta di faccende personali. D'altra parte ammetto che gli accusatori non solo sono carcerati o pregiudicati, ma vengono da storie di droga e, se sotto l'imperio della droga si può immaginare di essere assaliti da un mostro con gli occhi d'insetto, si può anche immaginare di essere baciati da un ecclesiastico ottantenne, perché all'orrore (come sapeva Lovecraft) non c'è mai fine.
Tuttavia l'aspetto più interessante della faccenda è quello (che invece è stato liquidato in sue giorni) dell'affermazione che le accuse venivano da una cricca ebraica e radical chic. Poi don Gelmini, di fronte alla reazione ebraiche, si è corretto, ha detto che pensava ai massoni, i massoni come l'Opus Dei o i gesuiti, meno si fa chiasso intorno a loro e meglio è, e quindi non hanno dato gran seguito alla cosa, anche perché nessuno ha mai ammazzato sei milioni di massoni (hanno solo fucilato qualche carbonaro in tempi risorgimentali) e quindi i massoni su queste cose sono meno permalosi degli ebrei.
Sono apparsi subito alcuni articoli (ricordo quelli di Serra e di Battista) che notavano come la citazione di don Gelmini rivelasse echi (consci o inconsci) di antiche polemiche clericali, e che questo costituiva l'aspetto più triste della faccenda. Infatti è più che noto che l'idea del complotto giudaico massonico, prima di andare a nutrire i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, era nata in ambiente gesuitico e aveva percorso tutta la polemica anti rivoluzione francese, prima, e anti risorgimento, dopo.
Ma siccome al complotto giudaico massonico ci aveva ormai rinunciato da quel dì lo stesso Vaticano, sembrava che questa immagine fosse rimasta sepolta in polverose biblioteche di seminari vescovili, lasciandone il copyright ad Adolf Hitler e a Bin Laden. E invece ecco che un sacerdote che vive oggi, e che presumibilmente ha studiato in seminario negli anni Trenta (dopo la Conciliazione), dimostra di aver conservato nei recessi della propria anima ricordi se non altro verbali del mostro che aveva ossessionato i suoi maestri più anziani.
Nel 1992 un povero cardinale, che non pensava affatto agli ebrei ma stava attaccando la mafia, l'aveva definita Sinagoga di Satana. Apriti cielo. Subito era sorta una polemica, a cui avevo partecipato anch'io con due Bustine (ndr, la rubrica curata da Umberto Eco su "L'espresso", si intitola "La bustina di Minerva"). Chi giustificava l'uso di quella espressione ricordava come sinagoga nei dizionari significasse anche riunione, adunanza, conventicola, e che se ne parlava già nell'Apocalisse. Il fatto è che non solo nell'Apocalisse il termine appare in contesto antigiudaico, ma che il suo uso corrente è stato dovuto a un libro pubblicato nel 1893 da monsignor Meurin, "La Sinagoga di Satana", dove si dimostrava che la massoneria, setta di adoratori di Lucifero, era pervasa di cultura ebraica (come del resto, e qui Meurin era molto generoso, gli scritti di Ermete Trismegisto, gli gnostici, gli adoratori del serpente, i manichei, i templari e i cavalieri di Malta) e che attraverso di essa gli ebrei miravano alla conquista del mondo.
Ora, dopo il libro assatanato di Meurin (che all'epoca aveva avuto molto successo) non si può più impunemente usare l'espressione "Sinagoga di Satana" così come non si può più agitare una bandiera con la svastica affermando che si tratta soltanto di un venerabile e innocente simbolo astrale di origini preistoriche.
Annotavo qualche Bustina fa che stanno apparendo da un lato accanite polemiche anticlericali e antireligiose e dall'altro riprese della polemica clericale e sanfedista contro il mondo moderno e (da noi) contro i miti risorgimentali e l'ideologia dello Sato unitario. Altro che passo di gambero...
Però forse mi sbagliavo, non si tratta di un paradossale ritorno a polemiche ormai morte, bensì di un naturalissimo ritorno del rimosso, di qualcosa che era sempre rimasto lì e non se ne parlava più solo per buona educazione. Ma chi è stato educato a temere il complotto giudaico non lo dimentica mai, anche se solo per via di frasi fatte – e anche se una patina di aggiornamento culturale permette di aggiungere espressioni come "radical chic". Insomma, pare che ci cia chi non ha mai smesso di leggere (sia pure di notte) i romanzi di padre Bresciani.

In questa vicenda l’unico aspetto che mi ha stupito è che, nel suo confuso citazionismo, don Gelmini abbia tirato in ballo anche i massoni. Bel senso della riconoscenza, visto che (mi attengo a quanto detto lui) generosissimi finanziamenti ha ricevuto da un ex membro della P2, tessera 1.816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625."
(Note e sottolineature personali)

Strano che Gelmini non sappia che il suo amico Berlusconi abbia fatto parte della
loggia massonica P2. E' talmente notorio che la cosa è riportata anche su Wikipedia a proposito dei suoi finanziamenti di origine ignota:

"Non è tuttora stato possibile stabilire quali siano le fonti degli ingenti capitali di cui disponeva il giovane imprenditore. Berlusconi, interrogato sulla questione in sede giudiziaria dal pubblico ministero Ingroia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Al tempo in cui
Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini, infatti, questa entrò in rapporti d'affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figuravano nomi poi divenuti tristemente famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli e Michele Sindona. La stessa banca Rasini fu indicata da Sindona e da altri "pentiti" come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa[16]. Queste indicazioni assumeranno un importante significato rispetto ad alcune successive ombre sulla figura di Berlusconi (i presunti rapporti con la mafia e l'iscrizione alla loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli con tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978)"

Fatto sta che l'accusa del sacerdote rivolta agli ebrei era la risposta ad una domanda che riguardava lo scandalo dei preti pedofili. Quindi era un modo per difendere l' "onorabilità" del Vaticano.
Non mi sarei mai aspettato che ad agitare lo spettro di un complotto contro la Chiesa sia stato nei giorni scorsi un uomo prudente e colto come il Segretario di Stato vaticano, il
Cardinale Tarcisio Bertone.
Nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto l'Istituto Salesiano Valselice a Torino, dove sono stati trovati centomila euro dietro uno sciacquone del bagno e un sacerdote ha confessato i propri "gusti sessuali", Bertone ha accusato i media di "un disegno preciso contro la Chiesa".
Simili espressioni lasciamole agli ignoranti e a chi, invece di mettere alla luce il male che c'è anche nella Chiesa, vuole tacere il tutto.
Nascondere le cose non fa bene a nessuno, tantomeno al Vaticano.
Giusto non dire che "tutti i preti sono pedofili" e "la Chiesa è corrotta", ma altrettanto sbagliato supporre ingiustificatamente fantomatici complotti.
Sottoscrivo pienamente la nota diramata su "
la Repubblica" del 21 agosto 2007:

"E' un peccato che anche il segretario di Stato vaticano ceda alla moda di gridare al complotto di fronte ad un'inchiesta giudiziaria. Come certamente Bertone sa, i magistrati hanno il dovere di indagare di fronte ad una notizia di reato, e i giornali hanno il dovere di pubblicare la notizia. Nessun "disegno preciso contro la Chiesa", quindi: pm e giornalisti non fanno che il loro mestiere. Invece di invocare inesistenti manovre sarebbe interesse della Chiesa preoccuparsi affinché la verità venga accertata al più presto."

mercoledì 22 agosto 2007

Eugenia tieni duro!

Quando si sentono tragedie nei telegiornali, mai viene da pensare che potrebbe esserne coinvolto qualcuno che conosci.
Domenica leggendo il giornale sono rimasto sconvolto da un fatto di cronaca avvenuto nella Costiera amalfitana: a Conca dei Marini, Salerno, è crollata una terrazza sul mare causando un morto e 8 feriti.
Questo solarium, affacciato su un panorama mozzafiato, era di legno e ovviamente totalmente abusivo. La villa dell' "orrore" appartiene a due napoletani: Luigi Coppola e Rosalia Iacomino. Ora i proprietari sono accusati di crollo colposo, omicidio colposo e lesioni plurime. Spero che ci sia giustizia e che la loro sprovvedutezza sia pagata con molti anni di galera. Ad ogni modo, vivranno sempre con il peso di essere degli assassini.
Intanto ad essere morto per il momento è Antonio Rocco, 54 anni, napoletano. Mi auguro che il bilancio si fermi così.
Ecco cosa hanno detto le figlie Emanuela e Lucia anch'esse coinvolte nella tragedia:

«Ci hanno mandato a morire, con l'esca di quella foto sul panorama mozzafiato pubblicata sul web. I proprietari non dovevano affittarci quell’appartamento assassino, non si mette così a rischio la vita della gente. Ci eravamo accorti che c'era incuria, infissi e dettagli malandati, ma poi vedevi il panorama e ti passava ogni preoccupazione»

Ora all'ospedale San Giovanni di Dio di Salerno, si trova nelle peggiori condizioni una mia cara amica dell’università: Eugenia Bellini. Eugenia ha 21 anni e c'è chi descrive sia caduta come un "fantoccio", facendo un volo di 20 metri colpendo gli scogli prima di affogare quasi in mare. L'hanno presa ormai priva di conoscenza.
Quando ho letto il suo nome non ci credevo. Non ci volevo credere, non era possibile. Subito ho pensato che magari era un'altra Eugenia, non l'Eugenia che conosco.
Volevo non crederci... ma i dettagli erano troppi.
Su "
laRepubblica" di domenica era scritto "21enne studentessa romana, ricoverata in rianimazione con un trauma cranico e sospette lesioni interne". Oltretutto ad essere coinvolto nella disgrazia è anche Lorenzo De Chiara, "il ventiquattrenne fidanzato di Eugenia, caduto quasi abbracciato a lei, mentre l'intero gruppo si godeva il panorama a fine pranzo, nel volo che li ha scaraventati contro il costone".
Letto questo, ho subito chiamato sul cellulare Eugenia ma era ovviamente irraggiungibile.
Allora ho cominciato un giro di telefonate che mi hanno confermato che il ragazzo si chiamava Lorenzo e che si trovava nella costiera amalfitana. Infatti a Ferragosto, Eugenia aveva contattato una mia amica per farle gli auguri, e le aveva detto che dopo essere stata un po' in Puglia sarebbe andata ad Amalfi.

E pensare che doveva essere una vacanza spensierata con il suo ragazzo e un gruppo di amici di Napoli...
La casa l'avevano trovata su internet rispondendo ad un annuncio dove era mostrata la villa e in particolare quel maledetto terrazzo.
Ma come poteva qualche pezzo di legno attaccato alla meglio sulla roccia ad essere definito terrazzo?!
Tra l'altro, dalle immagini pubblicate sui giornali e in ogni tg, si vede che la struttura abusiva era di color verde, quindi facilmente confondibile tra gli alberi, invisibile sia dalla costa che in elicottero.
Case del genere dovrebbero essere demolite subito, anche solo con un giorno di anticipo!
Non sono persone bisognose queste, ma sono interessate solo a fare soldi senza curarsi dei pericoli a cui si può andare incontro. Proprio la signora Rosalia che si trovava lì quel giorno, aveva sollecitato ad affacciarsi su quel terrazzo dicendo che era un angolo di paradiso e che lei ci andava sempre a fare yoga.

Voglio rimanere con un'immagine stupenda descritta da alcuni testimoni.
I ragazzi su quel terrazzo alle 15 del pomeriggio, sorridenti con i rispettivi genitori, stavano buttando delle briciole di pane vedendo i pesci guizzare dall'acqua.

«Abbiamo visto che i pesci saltavano e arrivavano in branco. L'acqua era trasparente – hanno spiegato Lucia Rocco e Fulvio Tudisco – era uno spettacolo, così ci siamo ritrovati in nove tutti alla ringhiera»

Non resta che aspettare i prossimi bollettini medici.
Spero di ascoltare nelle prossime ore notizie positive.
La voglio rivedere all'università con quei suoi capelli rossi inconfondibili e con la sua gentilezza di sempre.
Non voglio nemmeno pensare che possa finire così, all'improvviso, e con una simile violenza.
Queste cose devono succedere solo nei film.
A nome di tutti noi compagni universitari: TIENI DURO EUGENIA!

giovedì 16 agosto 2007

Evasione: vera piaga d'Italia

Finalmente la lotta nei confronti dell'evasione fiscale si sta intensificando.
Occorre dare merito al governo Prodi per il lavoro che sta svolgendo egregiamente.
L'evasione è gravissima perché equivale a rubare. A rubare a tutti quelli che pagano le tasse. Tasse da molti considerate elevate e questa è una diretta conseguenza dei molti "furbetti".
E' finita la luna di miele per chi evade il Fisco.
E' finita la stagione dei condoni voluta dal precedente governo Berlusconi e dal suo ministro dell'economia Giulio Tremonti, che sembrava chiudere un occhio agli imprenditori fraudolenti.
A sentire molti "self-made men", infatti, si percepisce un certo astio nei confronti del governo di centrosinistra.
Quello che mi fa rabbia è che gli onesti che fanno tanti sacrifici ogni giorno non si ribellano abbastanza e anzi, per la loro onestà, sono presi anche in giro.

Pagare le tasse è un dovere e bisogna finirla di trovare ogni modo per evaderle perché è un reato. Ed è giusto che in quanto tale venga fortemente punito.
Un atto gravissimo è stata la minaccia dello sciopero fiscale dell'ex premier Berlusconi contro l'ultima finanziaria. Questo è fortemente antipolitico!
Oltre al fatto che, se si realizzasse, sarebbe due volte ingiusto.
Ingiusto non solo perché si reca un danno all'intera collettività, ma perché a beneficiarne sarebbero proprio i lavoratori autonomi: solo loro possono non dichiarare le tasse! A chi ha un lavoro dipendente infatti, le tasse vengono detratte dallo stipendio.
La gente non lo capisce e ancora continua ad acclamare questo populismo che ha mostrato tutto il suo fallimento nei cinque anni di governo di centrodestra.

L'ultimo celebre evasore, leggendo i giornali, sarebbe Valentino Rossi, campione di moto GP. Secondo il Fisco avrebbe evaso, tenetevi forte, ben 60 MILIONI di euro! Come direbbe Paolo Bonolis, ciò equivale a circa 120 MILIARDI del vecchio conio!!!
Mettersi in regola significherebbe per il "Dottore" a strappare un bell'assegno di 112 MILIONI!
Il campione avrebbe commesso questo reato tra il 2000 e il 2004, cioè da quando ha trasferito la propria residenza a Londra, dove risiede dal 15 marzo 2000.
Non c'è da stupirsi se ha scelto un luogo simile.
Sicuramente l'Inghilterra è un grandissimo Paese, cuore del mondo occidentale, ma è pur vero che è da considerarsi un paradiso fiscale. Non solo perché le tasse sono un po' inferiori rispetto quelle italiane, ma soprattutto perché non è obbligatorio dichiarare i redditi ottenuti all'estero. Questo tipo di legislazione ha radici risalenti al lontano colonialismo ed ha recentemente subito delle critiche da parte della UE.
Ma vediamo il video della sua difesa trasmesso da tutti i telegiornali:



In sostanza ha detto che è stato "crocifisso" ingiustamente dai media perché lui vive a Londra, non a "Paperopoli".
Questo lo staremo a vedere...
Tuttavia le analisi del Fisco sono molto accurate e hanno portato alla conclusione che l'emigrazione di Valentino è solamente formale dal momento che continua a fare affari e vivere in Italia.
Solo per fornire qualche dato, ha otto automobili di grossa cilindrata assicurate tutte a Pesaro: due Bmw (M3 e M5), due Porsche, una Mini Cooper, una Mitsubishi, un minibus Mercedes Sprinter e una Fiat Magnum. Inoltre possiede un lussuosissimo yacht Pershing 46 (il "Titilla") ormeggiato solitamente a Vallugola a Gabicce Mare o al porto di Numana, ad Ancona.
Questo, oltre alle numerose forme di guadagno derivate in particolare dagli sponsor, fanno ben presumere che Rossi sta stabilmente in Italia.

Non è solo Valentino ad essere nel mirino del Fisco. Nei primi 7 mesi del 2007, sono stati beccati 13 mila "falsi poveri", che possedevano macchine di grosse cilindrata impossibili da comprare e mantenere con gli irrisori stipendi dichiarati. Ciò è stato possibile grazie al "redditometro", strumento in parte già presente nel passato ma rivoluzionato. Fino a una decina di anni fa, sulla dichiarazione dei redditi occorreva riempire una casella nella quale andavano indicate le auto e le barche possedute. Solo dopo aver visionato tutti i "740", si potevano eseguire i controlli incrociati, operazione notevolmente complicata e dunque improduttiva.
Con le nuove regole invece, l'Agenzia delle entrate ha l'accesso ad un enorme database su auto grazie alla motorizzazione, sulle barche grazie al registro navale e le società di leasing, sugli immobili con l'Agenzia del territorio e l'anagrafe tributaria e sugli investimenti immobiliari analizzando i conti correnti. Così vengono segnalati quei cittadini che fanno un certo tenore di vita agiato dichiarando invece un reddito da fame. Tali contribuenti dovranno giustificarsi spiegando la fonte dei loro guadagni.
Bravo Prodi, continua così!

martedì 14 agosto 2007

Don Gelmini clerical-fascista

«La verità è che, partendo dagli Stati Uniti, è in atto un’offensiva ebraico-radical chic che mira a screditare la chiesa cattolica»

Don Pierino Gelmini, sabato 4 agosto 2007

Questa è stata la vergognosa risposta data in seguito ad una domanda dove gli si chiedeva un parere sullo scandalo dei preti pedofili.
Frasi simili si sperava fossero sepolte nei vecchi documentari storici che fanno vedere com'è nata l'idea razzista che era alla base del nazismo e del fascismo. Sconvolge se a pronunciarla nel 2007 sia non un uomo semplice di bassa cultura, ma un sacerdote "pastore di anime" e fondatore della
Comunità Incontro che si occupa del recupero dei ragazzi tossicodipendenti.
Appena le agenzie di stampa hanno battuto una simile notizia suscitando un polverone,
Don Gelmini ha chiesto immediatamente scusa dicendo: "Chiedo scusa agli ebrei. Ho per loro rispetto e molta considerazione. Non volevo fare dichiarazioni contro la loro comunità, mi riferivo alla lobby massonico-radical chic".
In seguito a questa precisazione, ha protestato anche Luigi Danesin, gran maestro della
Gran Loggia Regolare d'Italia di piazza del Gesù rilanciando: "Faccia i nomi di questa lobby massonica che ce l’ha con la chiesa, altrimenti lo denunciamo".
Secondo me la risposta di Gelmini è stata poco amplificata dai media che invece hanno ampiamente fatto mostra dei politici, in maggioranza di destra, che nei giorni scorsi hanno difeso il sacerdote. Anche i suoi difensori avrebbero dovuto prendere platealmente distanza da una frase così aberrante.


Per chi non lo sapesse, Don Gelmini è stato accusato da un ex ospite della sua comunità di molestie ed è indagato per questo dalla procura di Terni la quale possiede decine di intercettazioni.
C'è da dire che per me Gelmini non è solo "innocente fino a prova contraria" come tutti gli indiziati, ma lo è effettivamente perché l'accusa sa tanto di vendetta.
Ecco quello che ha detto Gelmini dell'accusatore in un'intervista pubblicata su "
laRepubblica" del 5 agosto 2007:


"Il mio accusatore è un pregiudicato barese, uno che viene da una famiglia di boss. Vuole ricattarmi. La prima volta mi ha denunciato due, tre anni fa, ma non gli cedettero. Ad agosto dell’anno scorso tornò in comunità grazie all'indulto. Mi chiese scusa e io gli trovai un lavoro. Conservo ancora una lettera: mi scriveva che "la miglior vendetta è il perdono". Ritrattò la denuncia e a Natale tornò in comunità e si scusò pubblicamente, sul palco (ndr, i ragazzi seduti a terra annuiscono). Ma forse voleva di più: soldi. Io l'ho mandato via e lui ha rifatto la denuncia"


E' vero anche che non è l'unico accusatore, ma penso sia sinceramente innocente. Rivestire un ruolo così importante e di responsabilità si presta facilmente a degli attacchi.
In ogni caso lo si saprà solo alla fine del processo e non bisogna nemmeno andare troppo contro gli accusatori perché sarebbe un'enorme ingiustizia qualora le molestie siano realmente avvenute.
Questo però non giustifica la consuetudine, comune in passato, di scaricare i problemi sugli ebrei presi già diverse volte nella storia da "capri espiatori".
Si possono anche comprendere le parole di stizza contro i giudici "anticlericali" visto che ormai è diventato un modo per ottenere facile consenso e pietà agli accusati, pregiudicati e condannati.
Silvio Berlusconi ad esempio l'ha detto innumerevoli volte e ci ha costruito sopra anche un partito...


E' grave che un simile pregiudizio anti-ebraico sia ancora vivo nella nostra società.
Se i giudici che indagano sul caso sono stati definiti superficialmente da Don Gelmini "anticlericali", altrettanto superficialmente, dopo l'infelice frase, il sacerdote potrebbe essere definito "clerical-fascista". Spero che siano entrambi definizioni superficiali...

lunedì 13 agosto 2007

Odio il lunedì

Chi è che non odia il lunedì…
Il lunedì è il primo giorno della settimana e quindi si ricomincia a lavorare o, come nel mio caso, si deve ritornare sui banchi di scuola. Vorremmo tutti che il weekend durasse più a lungo. Uno lo aspetta tanto e invece il fine settimana vola presto.

A tal proposito, voglio mettere a confronto due belle canzoni intitolate entrambi "Lunedì", una di Lucio Dalla e l'altra di Vasco Rossi.
Iniziamo con l'ultimo singolo di Dalla passato frequentemente sulle radio:



Ecco il testo:


Mamma ho fame,
è finito il pane e dentro il frigo cosa c'è,
e la bacchetta me la dai;
ma che domande vado al mare se mi svegli tu alle sei,
poi ritorno lunedì.
Ma che buone le lasagne con il vino e poi il caffè,
e com'è bello stare qui.
Quanta gente nuda al mare, com'è bianco quello lì
e guarda l'altro com'è gay,
poi la luce scende,
mentre il cuore mi va su e giù,
c'è un pensiero che l'accende
come un faro o un UFO blu

Sarà che ero malato illuso tranquillo un poco raffreddato lontano bislacco
anche un pochino sbrindellato
dormiglio sbadiglio per niente preparato sedotto seduto e disperato
e allora ecco che vado mi sdraio mi stendo sopra un prato rispondono le stelle
del tempo che è passato
apro gli occhi è già lunedì lunedì lunedì...

Ma come passa il tempo, ore, mesi, anni dall'estate del '63
in casa mia madre non c'è più,
ma cosa è stato tutti questi anni,
cose da niente altre importanti,
un continuo su e giù,
ma se la luce scende, il mio cuore rimane lì,
se c'è un pensiero che l'accende è cercare il lunedì

come quando andavo a scuola illuso tranquillo
e sempre raffreddato un poco bislacco ancora sbrindellato
dormiglio sbadiglio per niente preparato sedotto seduto e abbandonato
e allora allora allora ecco che vado mi sdraio su un biliardo oppure sopra un
prato e mi accorgo dalle stelle del tempo che passa....

....cosa farei senza la vita, cosa farei...io mi ucciderei...senza di
lei...senza di lei....

(testo preso da "AngoloTesti")

Ora invece sentiamo quella del "Blasco" nazionale:



Il testo è il seguente:


La "ragazza" mi ha lasciato
è colpa mia!
Sono stato anche "bocciato"
e non andrò via
Passerò tutta l'estate Qui!
....compresi i Lunedì!
...quelli li odio di più...
non lo so, ma è così!.......
ODIO i LUNEDÌ
........i LUNEDÌ !
La mia ragazza mi ha lasciato una valigia
piena di........
...di auguri perché mi si spezzi il collo
entro Mercoledì!
perché quel giorno lì!
Lei forse torna.....qui!
a prendere le "cose" che ha......dice.....
"dimenticato lì!"
Ma Brava Fai Così!
VIENI DI LUNEDÌ...........

E adesso Basta Vado Fuori
sempre se trovo i pantaloni
e vado ad "affogare".....
Tutti i miei.....Dolori
Perché restare, restare Soli,
fa male anche ai "Duri"
Loro non lo dicono ma.....
Parlano con i Muri
(Forti però quei Duri!!!!!)..........

La "ragazza" mi ha lasciato
è colpa mia!
Sono stato anche "beccato"....
dalla Polizia!
mi han detto "prego, si accomodi lì!"
"Passerà qualche giorno......Qui!"
"Ma vedrà che probabilmente uscirà.....certo....
......prima di Lunedì!"
Voglio Restare Qui!
ODIO quel GIORNO lì!......

e adesso Basta, vado fuori
sempre se trovo i pantaloni
e vado ad "affogare".....
tutti i miei......Dolori
Perché restare, restare Soli,
fa male anche ai "Duri"
Loro non lo dicono ma.....
Piangono contro i Muri
(Buoni però quei Duri!!!!!)...........


(testo preso da "AngoloTesti")

Che ve ne pare? Quale vi piace di più? A me quella di Vasco, ma forse sono troppo di parte perché il rocker di Zocca è il mio cantante preferito.
Per fortuna che questo lunedì non sarà così negativo per molti perché in vacanza chissà dove.
E allora… buone vacanze!

domenica 12 agosto 2007

Affari su Cristo

"Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:

La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».

L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando venne la sera uscirono dalla città."

Vangelo secondo Marco 11, 15-19


Certe parole hanno un peso enorme…
Ma troppo spesso non vengono accolte da chi dovrebbe.
Come si legge da questo passo del Vangelo di Marco, Cristo andava contro l’idolatria e chi con Dio voleva fare affari.
Oggi invece, grazie o per colpa della globalizzazione, si fanno affari miliardari.
Non ci si limita più allo schifo di fronte ai santuari come quello della Madonna di Loreto, Santa Rita da Cascia o quello di San Giovanni Rotondo in onore di Padre Pio.
Una volta, volendo mio padre comprare un ricordino vicino a San Pietro, entrò in un negozietto come ce ne sono a bizzeffe intorno al Vaticano. Entrato, sono rimasto della commessa che dava consigli sulla statuetta da comprare. Sant’Antonio, Giovanni XXIII, San Francesco… ognuno era indicato per un certo tipo di male. Non erano statuine di Santi, erano diventati talismani magici!!!
Chissà cosa direbbe e farebbe Cristo…


E chissà cosa penserebbe se gli dicessero che è diventato un pupazzo supereroe al modico prezzo di 8$ incluse le batterie?!
Ecco la notizia presa da “Il Messaggero” dell’ 1 agosto 2007:


" "Gesù mi ama" è un orsacchiotto di peluche che balla e canta il ritornello omonimo. Accanto a lui c’è "Gesù che parla", un rudimentale pupazzetto di plastica alto poco più di un palmo, (otto dollari incluse le batterie), che ha registrate in un piccolo chip incorporato nella pancia alcune citazioni dalle Sacre Scritture. Ma siamo ancora entro le linee castigate e riduttive che sono state rese famose degli omini della serie Playmobile. Bisogna arrivare allo "Spirito guerriero di Sansone" e sborsare 20 dollari per vedere il primo supereroe con muscoli a sbalzo e peccaminosamente esposti, capaci di contendere il campo a qualsiasi gigante della Mattel: Spider Man e Transformers compresi.
La linea di giocattoli "Tales of Glory" (Racconti di Gloria) debutterà tra un paio di settimane in 400 meganegozi della catena americana Wal-Mart, la quale ha riservato ben 66 cm della sua preziosa planimetria di scaffali alle bamboline di soggetto religioso. Li ha realizzati una piccola azienda californiana la One2believe: "Uno che crede" del quarantenne David Socha, che cerca di conquistare una piccola fetta di un mercato poco conosciuto ma molto redditizio negli USA, quello dei giocattoli di soggetto religioso, che stando alle cifre fornite dalla Coalizione dei Dettaglianti di Articoli di Fede con sede a Denver, in Colorado, conta più di 4 miliardi di dollari l’anno di fatturato.
I pupazzi saranno venduti a fianco di colleghi più ricchi e famosi, e una volta entrati in possesso dei bambini, faranno inevitabilmente parte di collezioni eclettiche e di giochi creativi. E’ impossibile resistere alla forza di alcune domande istintive come: "Davide e il Leone" (8 dollari per i due, più un pezzo di muro in plastica) dovrà vedersela anche dagli attacchi dei gladiatori romani? Cosa succederà quando "Maria, messaggera di fede" con la sua bianca tunica si incontrerà con la Barbie in costume da bagno? E il "Gesù che cammina sulle acque" resisterà alla prova della vasca da bagno, e al probabile incontro con la "Balena di Giona" (dollari 7.99, Giona incluso)?
Una certa dose di autoironia è inevitabile anche per le aziende che operano nel settore. Il popolare gioco dell’Oca negli Usa è offerto anche in una versione di lettura musulmana, nella quale si procede attraverso 99 caselle che recitano i nomi di Allah. O in un’altra di ispirazione ebraica: "Kosherland", dove si è penalizzati per aver mischiato latte e carne nella alimentazione quotidiana.
Giocattoli di questo tipo sono popolari negli stati meridionali del Paese, dove l’influenza religiosa è più forte, e dove esiste anche un ricco mercato di editoria di settore. La catena Wal-Mart è una garanzia di grandi numeri di vendita se la linea ha successo, ma anche di rigore morale: i suoi 3.300 negozi americani sono stati i primi a bandire riviste porno, con o senza copertina di plastica opaca, dagli scaffali, che sono colmi invece di pubblicazioni che celebrano la tradizionale vita domestica della periferia statunitense.
Se le vendite prenderanno il volo, la One2believe è già pronta a sbarcare all’estero, in 15 paesi compreso il Medio Oriente. E nel segno della globalizzazione dei mercati, la sua “Nascita di Gesù” (12 dollari senza mangiatoia e asinello) è rigorosamente "Made in China"
"

Ecco alcune immagini dei giocattoli citati prese dal sito dell'azienda californiana "One2believe":


Gesù


Maria


Mosè


San Pietro


Sansone

Ci sono proprio mercanti senza scrupoli…

lunedì 6 agosto 2007

Ma se non le pagano nemmeno loro…

In un’intervista pubblicata sul n°31 della rivista "Famiglia Cristiana" uscita in edicola il 5 agosto 2007, il Presidente del Consiglio Romano Prodi a proposito dell’evasione fiscale, si è posto la giusta domanda sul perché non ha mai sentito a Messa un’omelia contro questa grossa piaga.
Ecco le parole di Prodi:

"Dobbiamo tutti fare il nostro dovere di contribuenti, perché tutti possano pagare meno. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché quando vado a Messa questo tema, che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie? E’ possibile che su 40 milioni di contribuenti sono solo 300.000 quelli che dichiarano più di 100.000 euro l’anno?"

La mia risposta è semplice: perché non le pagano neanche loro!!!
Lo fanno senza commettere alcun reato ma grazie alle agevolazioni fiscali che il nostro Paese le concede unico in Europa!
L’avete mai sentito parlare di questo in televisione o nella maggioranza dei giornali?
No, questa notizia è tenuta molto nascosta o comunque stranamente viene poco approfondita e messa in evidenza. Probabilmente perché si toccano troppi interessi…
Tempo fa ne avevo parlato
in seguito a un articolo trovato all’interno de "laRepubblica" del 25 giugno 2007 credendo che la notizia presto suscitasse roventi polemiche.
In pratica la Commissione europea ha avviato un processo di infrazione contro il governo per le agevolazioni Ici fatte a favore della Chiesa Cattolica. Non c’è Costituzione o legge normativa europea che tenga di fronte allo strapotere del Vaticano.
La cosa più grave è che l’esenzione dell’Ici, non riguarda solo chiese o istituti caritatevoli, ma esercizi commerciali come cinema e le numerose scuole private che spesso sfoggiano un lusso ben lontano dall’austerità predicata da Cristo.
Prodi e il suo governo pare facciano “orecchie da mercanti” avviando per prassi una commissione di studio con a capo il Professor Francesco Tesauro e per metà composta da cattolici. Come faranno a esprimere un giudizio indipendente i componenti cattolici della commissione che sono Monsignor Mauro Rivella (Cei
), Patrizia Clementi (ufficio avvocatura della curia milanese) e Marco Grumo (docente di economia alla Cattolica di Milano)?
Significa che in autunno sarà inevitabile un processo all’Italia per gli “aiuti di Stato” agli enti ecclesiastici… Un aiuto veramente poderoso se si calcola che solo a Roma il patrimonio immobiliare esentasse della Chiesa Cattolica arriva, secondo alcune stime, a toccare il 22%!

Eppure i bilanci del Vaticano vanno a gonfie vele come testimonia un’inchiesta pubblicata sul n°30 de “L’espresso” del 2 agosto 2007 dal titolo "Che tesoro di Papa".
A quanto pare il Papa conservatore Benedetto XVI
se lo devono tenere molto stretto perché nonostante lo scandalo dei preti pedofili è riuscito a far incrementare l’ "Obolo di San Pietro" del 58% toccando quota 101,9 milioni di dollari! Per la cronaca, l’ "Obolo di San Pietro" è il nome dato alle offerte che i fedeli versano direttamente al Papa.
Senza considerare altre entrate come ad esempio l’8‰ dato alla Chiesa Cattolica che quest’anno è arrivato quasi a 1 miliardo di euro e per la precisione, a 991.278.769,09 euro!
Non ho niente contro l’8‰ perché con esso si riconosce il contributo e il ruolo sociale che le miriadi di parrocchie disseminate in ogni piazza italiana svolgono in realtà anche molto difficili.
Invece sono assolutamente contrario ad un’ulteriore privilegio concesso da questo Stato che di laico ha ben poco.
Mi riferisco al fatto che anche chi nella dichiarazione dei redditi non mette la propria firma per destinare l’8‰ ad alcuno, comunque quella percentuale non va allo Stato ma in grandissima maggioranza alla Chiesa Cattolica.
Solo per dare un dato, se ufficialmente nel 2006 le firme a favore della Chiesa Cattolica hanno toccato la cifra record dell’89,81%, in realtà a fare effettivamente questa scelta sono stati solo il 40% circa degli italiani. L’assurdo sistema consiste nel ridistribuire le percentuali dei “voti espressi” a ciascuna delle sette confessioni religiose, sulla base del totale dei contribuenti e quindi compresi anche i “non votanti”.
Lo stesso sistema "truffaldino" viene utilizzato per il rimborso delle spese elettorali di cui ne beneficiano i partiti. Alla faccia dei milioni di italiani che negli anni nei vari referendum anno espresso la loro volontà contraria, il finanziamento pubblico ai partiti non è stato abolito! Anche qui, i rimborsi vengono calcolati non sulla base dei cittadini che hanno effettivamente votato un determinato partito, ma sulle percentuali totali e quindi sul totale degli aventi diritto compresi chi si è astenuto o chi ha lasciato "scheda bianca".

Come si dice a Roma, “tra cani nun se mozzicano”: il governo e il Vaticano hanno troppi interessi in comune per contrastarsi e controllarsi a vicenda. Senza l’appoggio l’uno dell’altro, non rimarrebbero al potere

domenica 5 agosto 2007

Trovato il modo per risolvere il debito pubblico: tolleranza zero!

Il governo insieme con l’opposizione e “benedetto” dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima del grande esodo estivo ha deciso di inasprire le sanzioni per chi non rispetta il codice della strada.

Ma vediamo quali sono le nuove sanzioni:

  • Alcol (Guida in stato di ebbrezza):

  1. Tasso alcolemico

Compreso tra lo 0,5 e lo 0,8 grammi per litro: multa da 500 a 2.000 euro (ora è tra 258 e 1.032 euro), pena dell’arresto fino a un mese e sospensione della patente da tre a sei mesi;

  1. Tasso alcolemico

Compreso tra lo 0,8 e l’1,5 grammi per litro: multa da 800 a 3.200 euro, pena dell’arresto fino a tre mesi e sospensione della patente da sei mesi ad un anno;

  1. Tasso alcolemico

Superiore all’1,5 grammi per litro: multa da 1.500 a 6.000 euro, pena dell’arresto fino a sei mesi e sospensione della patente da uno a due anni

  • Droga (Guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti)

Multa da 1.000 a 4.000 euro, arresto fino a 3 mesi

  • Auto

I neopatentati potranno guidare solo mezzi la cui potenza non può essere superiore a 50 kw/t

  • Moto (Divieto di portare minori di età inferiore ai quattro anni)

Multa da 148 a 594 euro.

L’autorizzazione a guidare motocicli di potenza superiore a 25 kw è subordinata al conseguimento della patente A da almeno 2 anni

  • Guida senza patente

Ammenda da euro 2.257 a 9.032 euro. In caso di recidiva nel biennio è previsto l’arresto fino ad un anno

  • Velocità

Sanzioni più pesanti per le eccedenze superiori a 40 km/h e a 60 km/h rispetto al limite

  • Autovelox

Via libera ai dispositivi che calcolano la velocità media sui tratti autostradali. Gli autovelox devono essere ben visibili

  • Cellulari (Uso di cellulare alla guida)

    Multe da 148 a 594 euro

(fonte "laRepubblica" del 4 agosto 2007)

Alcune norme contenute in questo decreto legge mi sembrano eccessive. E non lo dico perché tengo poco in considerazione le "stragi del sabato sera" o perché sono un abitudinario delle file alla Posta per pagare le multe. Anzi, fino adesso non le ho mai prese…
Ma una cosa che non mi è mai piaciuta è la "tolleranza zero" usata per difendersi da un problema che non si vuole studiare fino in fondo.
Il problema degli eccessi di velocità è più che un problema di rispetto del codice della strada, un problema culturale. Dovrebbero insegnare fin da piccoli quanto è pericoloso fare lo spericolato per strada quando si porta un mezzo, la macchina, che si può trasformare in un’arma che uccide il prossimo oltre che te stesso. Invece comunemente quando si parla di un nipote o un parente che in poco tempo percorre tratti stradali lunghissimi, viene esaltato perché “svelto” e “in gamba”. Quando invece si sta al fianco di una persona prudente che rispetta i limiti imposti, si critica perché troppo “pauroso”, “timoroso” come se così facendo non sapesse ben portare la macchina.


Quindi invece di affrontare il problema nel suo complesso si è pensato come al solito di aumentare le sanzioni in modo, a mio parere, a volte “ridicolo”.
Ad esempio, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, per incorrere nelle sanzioni minime per la “guida in stato di ebbrezza”, bastano due bicchieri di vino da 125cc o due lattine di birra da 330cc oppure due bicchierini da 40cc di superalcolico. Si dice “sanzione minima” ma di minimo c’è ben poco. Infatti, come ho riportato nella tabella all’inizio di questo post, ciò significa una multa da 500 a 2.000 euro e la pena dell’arresto fino a un mese più la sospensione della patente da tre a sei mesi. Vi pare poco?!


Invece di inasprire le multe, dovrebbero magari aumentare i controlli. In particolare in giornate “calde” come queste dell’esodo estivo.
Così facendo invece sembra più un modo per “rimpinguare” le casse dello Stato seguendo la nobile causa della diminuzione del debito pubblico…
Questo viene spesso da pensare quando si notano in certi tratti dei limiti di velocità assurdi. Tratti dritti, senza curve o incroci pericolosi dove sei costretto a mantenere una velocità di 50 km/h che a volte resta quasi fisicamente difficile da sopportare.
E quando poi ti accorgi che nascosti da un albero o appostati in un qualsiasi altro punto poco visibile c’è una pattuglia della polizia con l’autovelox, cosa ti viene come prima cosa da pensare?
Semplice, che il Comune ha bisogno di soldi…
Spero che almeno rispettino un punto dei sei articoli del decreto legge: gli autovelox devono essere visibili!
Perché devono essere visibili? Perché se c’è un autovelox che non vedo e nel frattempo sto correndo più dei limiti imposti, sicuramente mi arriverà una multa salata a casa ma altrettanto sicuramente io continuerò a mantenere la stessa velocità ignaro dei pericoli in cui posso andare incontro io e chi mi sta intorno.
Questo però molti non lo capiscono o non lo vogliono capire…

sabato 4 agosto 2007

Sandro Bondi poeta

Ecco la foto di un nuovo poeta. Trattasi di Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, che ha scritto un libro di poesie dal titolo "Perdonare Dio".
Ho trovato interessante la risposta data ad Antonella Amendola all'interno dell'intervista dal titolo "Con i miei versi grido forza amore" pubblicata sulla rivista "Oggi" del 25 luglio 2007 n°30, che le chiedeva del perché di un titolo così provocatorio:

"E' una frase femminile. La disse Etty Llesum prima di morire ad Auschwitz. Il Novecento se l'è presa con Dio, l'ha incolpato delle nostre fragilità, se l'è chiesto come potesse permettere l'abisso dei campi di concentramento, dei gulag. Ma possiamo voltare pagina rispetto alle ideologie totalitarie solo con il ritrovato amore per Dio e di Dio. Le donne come la Llesum, Edith Stein, Hannah Arendt, hanno capito prima che ci salva l'amore per la vita, mentre l'ideologia è frutto di una visione guerriera, maschile del mondo che sacrifica la vita a idee astratte, ciò che è al dover essere. Io non mi sento immune dal dover fare ammenda, poiché ho aderito al comunismo, da ragazzo, inseguendo l'assoluto".

Certo, non c'è male come risposta...
Ma vediamo alcune poesie riportate sempre su "Oggi" e dedicate alle persone che stima:


A Walter (Veltroni)
Tenero padre
madre dei miei sogni
Anima ulcerata.
Figlio mio
Ritrovato

A Giuliano (Ferrara)
Antro d'amore
Rombo di luce
Parole del sottosuolo
Fiume di lava
Ancora di salvezza

A Veronica (moglie di Berlusconi)
Bellezza del soccorso
sensuale ironia
vigore dell'amore
intrepida solitudine

A Gabriella (sua moglie)
Dolcissimo Padre
Amore unico
Corazza dello spirito
Roccia di lava
Anima fuggitiva

A Francesco (suo figlio)
Mi calmavi
fingendo di dormire
Sembravi tranquillo
ma ti asciugavi
le lacrime
Padre di tuo papà
come sarà
nel momento dell'addio

E chi se lo sarebbe mai aspettato da Bondi? Spero che abbia un futuro da poeta...
Seguendo il suo esempio, anche a me è venuta l'ispirazione per scrivere una poesia...
A Prodi
Speranza di salvezza
Vana illusione
Padre senza carisma
Ciambellano della prassi
Capo popolo
senza potere
Ti invoco:
CANCELLA IL CONFLITTO D'INTERESSI!
Anche per questo
ho votato te

venerdì 3 agosto 2007

Sai, la gente è matta...

Così iniziava la bellissima canzone di Mia Martini "Almeno tu nell'universo" reinterpretata molto bene anche da Elisa.
Oggi ho trovato sul giornale due notizie veramente bizzarre.
Iniziamo con la storia di una signora di 81 anni di Catania che caccia di casa suo figlio di 61 anni perché faceva le ore piccole. Come se non bastasse, non gli paga nemmeno più la paghetta! Capisco che ormai gli anziani sono molto longevi, ma questa storia è assurda proprio per l'età dei protagonisti.
Ecco la notizia riportata sul giornale "laRepubblica" di oggi:

"Non rispettava gli orari di rientro a casa e usciva senza dirle dove stava andando. Dopo le ennesime "ore piccole" gli ha tolto le chiavi, l'ha lasciato fuori casa e gli ha sospeso la paghetta. E' la punizione adottata da una madre "esausta" per il comportamento del figlio che arriva al culmine di una vicenda che di anomalo c'è l'età dei protagonisti: lei ha 81 anni, è pensionata, e lui ne ha 61 anni, è celibe e disoccupato e vive ancora in famiglia.
E' stata la donna a rivolgersi alla polizia di Caltagirone per cercare di "convincere quel testone" del figlio a "comportarsi bene con la sua mamma". Pronta la replica di lui: "si comporta male" e poi "mi dà una paghetta settimanale insufficiente" e "non sa cucinare bene". Un agente del commissariato ha fatto da paciere e dopo avere raccolto gli sfoghi dei due li ha convinti a riprovarci e sono tornati a vivere insieme. "Mio figlio non mi rispetta - si è sfogata la donna con la polizia, dopo avere lasciato il figlio fuori casa - non mi dice dove va la sera, e torna tardi la sera. Per punirlo sono stata costretta a togliergli le chiavi di casa e lasciarlo fuori, dopo che aveva fatto ancora una volta tardi. Poi ha sempre un motivo per lamentarsi". E il figlio ha risposto: "La colpa non è mia. E' lei che si ostina a trattarmi male: mi dà una paghetta settimanale modesta, e a me che sono disoccupato quei soldi non bastano".
"

Certo che l'anziana madre ha forse esagerato però pure il figlio a 61 anni credo che sia l'ora che se ne vada di casa...
Invece l'altra notizia che ho avuto modo di leggere questa mattina, riguarda il noto chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards.
A quanto pare non gli basta più la droga che prende e ora è passato a sniffarsi il padre... :)
Ha tenuto a precisare però che insieme alle ceneri del padre, non ha sniffato anche la cocaina...
Ecco questa nuova notizia presa sempre dallo stesso giornale di oggi "laRepubblica":

"Keith Richards ha sniffato davvero le ceneri del padre, ma senza mescolarle con la cocaina, per non mancargli di rispetto. "Sono stato frainteso - ha spiegato il chitarrista dei Rolling STones - Ho detto che l'ho tagliata "come" la cocaina, non "con" la cocaina". Il rocker 63enne, impegnato in questi mesi nella stesura della sua autobiografia, ha tenuto a precisare: "Ho aperto l'urna di mio padre e mi sono detto: Gesù devo fare qualcosa con papà, piantare una quercia o qualcosa del genere. Ho levato il coperchio un po' di papà è finito sul tavolo da pranzo. Non puoi usare spazzola e paletta per una cosa del genere. Allora l'ho raccolto". Così, Richards, è arrivato a inalare le ceneri del padre Bert, morto nel 2002. L'artista ha anche parlato della sua morte: "i miei sapranno che fare di me. Ma vi avverto, aspetto di arrivare a 150 anni prima di tirare le cuoia"."

Però bello leggere queste notizie spensierate sotto l'ombrellone...
A proposito di Richards, ora vi metto qui sotto la scena in cui nel film "Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo" interpreta il padre del pirata Jack Sparrow (Johnny Depp):



giovedì 2 agosto 2007

Le donne e la Chiesa

Ho sempre pensato che le donne fossero emarginate all'interno della Chiesa Cattolica. Sono sempre state di secondo piano e non hanno mai ricoperto ruoli essenziali.
Le suore non possono celebrare messa o confessare e questo mi risulta un po' inspiegabile.
E' vero che Gesù era uomo e ha affidato la divulgazione del Verbo agli apostoli.
E' vero anche però che le donne hanno avuto una certa importanza nella Bibbia, specie nel Nuovo Testamento.
Dalle donne nasce la vita e da una donna è nato il Figlio di Dio, cioè Gesù.
Bellissime le figure della Vergine Maria e della Maddalena, entrambe al fianco di Gesù nel momento di maggior sofferenza, cioè durante la crocifissione.
E allora, perché non valorizzarle di più?

Qualcosa pare stia cambiando e ci sono dei segnali incoraggianti provenienti dal Segretario di Stato vaticano Cardinale Tarcisio Bertone.
Ecco una parte dell'intervista contenuta nell'articolo " "Ci saranno presto donne ai vertici del Vaticano" " pubblicato su "
laRepubblica" del 19 luglio 2007:

"Ci saranno presto donne ai posti di comando in Vaticano. Parola del cardinale Bertone, Segretario di Stato, che elogia la sua segretaria straordinaria e assicura ai giornalisti: le nuove nomine che il pontefice sta studiando prevedono incarichi di responsabilità a guida femminile. Così si romperà una tradizione secolare di emarginazione delle donne nella Chiesa[...]
Il teologo Hans Kueng ha detto che Benedetto XVI è un conservatore capace di riservare grandi sorprese. Ci sarà più visibilità per le donne nella Chiesa, magari cominciando da qualche incarico importante in Vaticano?
«Io penso di sì. Certamente. Stiamo disegnando le nuove nomine in Vaticano, tutti lo sanno, e nel quadro delle responsabilità, dei carismi, delle potenzialità delle donne ci sono incarichi che assumeranno. Sono sicuro che renderanno grandi servigi al Papa, alla Chiesa di Roma e alla Chiesa universale. Io, d'altra parte, ho un segretario polacco, un consigliere diplomatico francese e una segretaria italiana che è straordinaria. Una collaboratrice indispensabile. Infatti l'avevo alla Congregazione per la dottrina della Fede, l'ho strappata da lì e l'ho portata con me in Segreteria di Stato»
[...]"


Vedremo se sarà vero, ma di sicuro sembra strano che a volerlo sia un Papa conservatore come Benedetto XVI che con il motu proprio "Summorum Pontificum" ha “liberalizzato” la messa in latino sminuendo l'importanza del rito introdotto nel Concilio Vaticano II ...
Aumentano comunque i cardinali e i vescovi che "storcono il naso" al solo pensiero di ricelebrare messa con l'antico rito.
L'ultimo in ordine di tempo è il celebre cardinale emerito di Milano
Carlo Maria Martini.
Ecco la notizia riportata da Luca Saitta all'interno dell’articolo " Martini: "Non celebrerò la messa in latino" " pubblicato su "
laRepubblica" del 30 luglio 2007:

"Per lui, ormai, la messa in latino ha più che altro il sapore evocativo della memoria, degli anni della giovinezza e dei suoi primi studi da sacerdote. Ma ritornare a celebrarla adesso, questo no. Il cardinale emerito di Milano, Carlo Maria Martini, sceglie di voltare definitamene le spalle all’antico rito, liberalizzato da papa Benedetto XVI nel motu proprio "Summarum Pontificum" che entrerà in vigore il prossimo 14 settembre.
Il cardinale, in un suo intervento sul supplemento domenicale de "Il Sole 24 Ore", non critica apertamente la scelta di Ratzinger, del quale «ammira la volontà ecumenica a venire incontro a tutti». Ma la presa di distanza dal pontefice – che ha ripristinato la modalità di celebrazione precedente la riforma del Concilio Vaticano II del 1970 – è palpabile. «L'antico rito è stato quello della mia prima comunione, delle incipienti esperienze di chierichetto, della mia ordinazione sacerdotale» ricorda Martini, quasi con nostalgia. Ma sono tre i motivi per i quali il cardinale, alla fine, dice di no alla liturgia pure da lui praticata nel corso di 35 anni di vita.
Per prima cosa, il ritorno ai vecchi riti rappresenterebbe per Martini l'allontanamento da quell'apertura sociale voluta 37 anni fa da Paolo VI che, per tanti fedeli, «ha costituito una fonte di ringiovanimento interiore e di nutrimento spirituale», nonché «un bel passo avanti per la comprensione della liturgia e della sua capacità di nutrirci della Parola di Dio, offerte in misura molto più abbondante rispetto a prima».
Ancora, Martini non nega il timore del ritorno di un sapore un po' asfittico nell'esperienza della fede: «Non posso non risentire quel senso di chiuso che emanava dall’insieme di quel tipo di vita cristiana così come allora si viveva, dove il fedele con fatica trovava quel respiro di libertà e di responsabilità da vivere in prima persona di cui parla san Paolo». Infine, il cardinale si sente chiamato in causa anche come pastore che ha compreso «l’importanza di una comunione anche nelle forme di preghiera liturgica che esprimeva in un solo linguaggio l’adesione di tutti al mistero altissimo».
"

mercoledì 1 agosto 2007

Il tempo delle "Mele"

Evviva la morale cattolica!
Cosimo Mele, 50 anni, parlamentare ormai ex-Udc, è stato scoperto andare con due prostitute d'alto bordo in un festino hard a base di droga e alcol.
Non si sarebbe saputo niente se una delle ragazze, F.Z. di 30 anni non si fosse sentita male a causa della troppa cocaina assunta e ricoverata per questo al San Giacomo.
Il "povero" Cosimo che "soffriva di solitudine" perché lontano dalla famiglia, pur vedendo peggiorare le condizioni della ragazza, ha tentato di non chiamare l'ospedale. Dopo un po' però è stato inevitabile.
Le chiacchiere nel Palazzo si stavano facendo troppo pesanti e così domenica scorsa alle 20 e 45 ha confessato.
Le sue frasi sono state: "Quel parlamentare sono io, ma droga non ne ho vista e la signora mi era stata presentata quella sera a cena da amici", "Quella signora l'ho conosciuta a cena, al ristorante Camponeschi, presentata da amici", "Non sapevo fosse una prostituta" ma quando l'ha capito le ha dato un "regalino", ecc.
Poverino, non è stata colpa sua, è stata la ragazza...
Nel frattempo, mentre il latin lover stava in dolce compagnia, la sua seconda compagna di 37 anni era a casa in dolce attesa di un nuovo figlio. Di figli Cosimo ne ha già tre, avuti due dalla prima moglie e uno dall'attuale compagna.
Proprio un modello di famiglia cristiana! Ha proprio l'autorevolezza giusta per i suoi discorsi sulla difesa della "nostra identità cristiana" e per aver controfirmato la proposta di legge che chiedeva di rendere pubblici i test antidroga da sottoporre ai parlamentari...
Ha proprio ragione
Oliviero Diliberto del Pdci, il quale ha commentato: "E' il trionfo della doppia morale, dell'ipocrisia e dei bacchettoni. Ora voglio proprio vedere come voterà uno beccato a un festino hard, il giorno che voteremo in Parlamento sulla sacralità della famiglia".
Di sicuro Cosimo Mele sarebbe in compagnia, anche se per cose meno gravi, di altri ipocriti in Parlamento come
Pier Ferdinando Casini che, come mi è capitato già di scrivere, dal 1999 si è lasciato dalla precedente moglie Roberta Lubich dalla quale aveva avuto due figlie, Maria Carolina e Benedetta, per accompagnarsi con Azzurra Caltagirone di 20 anni più giovane e con la quale nel 2004 ha avuto la terza figlia Caterina. E' notizia di questi giorni che la coppia si è recata sabato 28 luglio in Campidoglio per l'affissione delle pubblicazioni: in autunno si sposerà con rito civile.
Non ci sarebbe niente di strano se questi politici non fossero gli stessi che tuonano contro le coppie di fatto e hanno partecipato al Family Day per difendere la famiglia cattolica!

La cosa più squallida comunque è che alla prostituta andata all’ospedale non le è stato neanche chiesto scusa scaricando perfino su di lei la colpa. E pensare che lei nemmeno l'ha denunciato...
Ecco quanto ha detto nell’intervista dal titolo " "Solo un’avventura? Vi racconto quella notte" " pubblicata su “
laRepubblica” di ieri:

"«Sono distrutta, la mia vita è finita dopo questa storia con il politico, mia madre e mio fratello, che fa il poliziotto, hanno scoperto come vivo e cosa faccio ma io ho la coscienza a posto, non ho commesso reati, non ho neanche bisogno di un avvocato».
Voce incrinata di stanchezza e di rabbia, uno sfogo come un fiume in piena quello di F.Z., la ragazza squillo finita all'ospedale dopo una notte di sesso e cocaina all'Hotel Flora assieme al parlamentare dell'Udc Cosimo Mele.
«Ho letto le sue dichiarazioni ai giornali e la verità è stata completamente stravolta. Io non l'ho denunciato e lui non solo non mi ha neanche telefonato per ringraziarmi ma, anzi, mi fa apparire in questo modo».
Era la prima volta che lo incontrava?
«Sì, la prima. Me l'ha presentato una persona».
L'onorevole Mele ha detto: «Non sapevo che fosse una squillo». E' vero?
«Certo, come no? Ma se la prima cosa che ha fatto è stata quella di darmi i soldi, ma andiamo...».
Quanto le ha dato?
«Senta, io non ho voglia di parlare di queste cose. Sono rovinata, i miei clienti hanno capito che sono io e nessuno mi chiama più. Io ho un mutuo da pagare, i Rid, come faccio se non lavoro più? Io uso il mio nome, quello vero, perché sono una persona vera. E adesso mia madre e mio fratello hanno scoperto tutto e non mi parlano più, la persona con cui stavo, che sapeva benissimo tutto, mi ha lasciato dall'oggi al domani, non ho lavoro, non ho un compagno, non ho una famiglia, sono distrutta».
Torniamo a quella sera al Flora. L'onorevole Mele dice che, a un certo punto, si è addormentato.
«No, nessuno ha mai dormito quella notte. Siamo rimasti dalle 2 alle 5 del mattino, in tre in una stanza. E poi alla fine mi sono sentita male, ho visto delle cose che mi hanno fatto paura».
L'onorevole Mele ha chiamato l'ambulanza?
«Macché, ha cercato di strapparmi il cellulare di mano. Io ho telefonato al mio compagno e poi a mio fratello».
Lei ha portato la droga? Cosa ha preso? Pasticche? Cosa?
«Io non ho portato assolutamente nulla. Mai. E le pasticche non le ho mai prese in vita mia, tra l’altro mi fanno paura. E poi ci sono le analisi che parlano chiaro»
[...]"

Una soluzione per evitare in futuro simili eventi incresciosi, il segretario dell'Udc
Lorenzo Cesa l'ha trovata: "Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento familiare".
Come se non prendessero abbastanza! Facciamogli anche questo favore! Ma io allora farei una nuova proposta per non discriminare chi non ha famiglia: paghiamo le "puttane" ai politici single!!!
Che schifo...
Ovviamente subito dopo l'intervento di Cesa, si sono alzate numerose polemiche.

Cesa allora ha corretto il tiro, dicendo: "l'Udc difende con convinzione l'unità delle famiglie, di tutte le famiglie, e dunque anche di quelle dei parlamentari italiani e resta convinta che vivere ed operare avendo affianco i propri congiunti, consenta a tutti, deputati e senatori compresi, maggiore serenità ed armonia".

Ora vi riporto l'opinione tra l'ironico e il serio di Francesco Merlo scritta nell'articolo " Il deputato con la squillo? "Portiamo le mogli a Roma" " pubblicato sul quotidiano "
laRepubblica" di ieri:

"Come Newton scoprì la legge di gravità dalla caduta di una mela, così lo scienziato sociale Lorenzo Cesa ha scoperto da legge del coito parlamentare dalla caduta di un Mele. Riflettendo infatti sulla mirabile vicenda sessuale dell'onorevole Mele, che ha detto di essere stato posseduto – suo malgrado – da una prostituta, lo statista planetario Lorenzo Cesa, segretario del virtuosissimo Udc, il partito del latinorum, della messa ratzingeriana in latino, ha accolto le dimissioni di Mele.
Ma ne ha compianto "la solitudine e la vita dura" e ha infine proposto la legge del rimborso coitale, o meglio, del risarcimento del coitus obstruitus atque obliteratus. Eccola: gli eletti alla Camera o al Senato devono avere "la moglie sempre pronta" come dicevano i contadini di Roma antica, Venus sempre parabilis, perché dopo una giornata di fatica, di zappa e terra, mancano tempo ed energia per sedurre "ragazze in cerca di avventura". E' dunque giusto, incalza il dotto Cesa – che lo Stato paghi all'onorevole l'indennità di astinenza. Insomma: il costo della moglie sempre parabilis al seguito, oppure le sozzerie.
Ebbene, a noi il ragionamento di Cesa sembra così inverosimile e scellerato che abbiamo deciso di migliorarlo. Perché non proporre "l'indennità di Priapo" alle parlamentari, signore e signorine, e "l'indennità di Venus" agli onorevoli maschi? Per i trans, i gay e le lesbiche diamo a Cesa quel che è di Cesa, e dunque ci rimettiamo alla sua saggezza informata a cultura e profondità di studi. E si potrebbe continuare organizzando una fiaccolata postribolare in via Veneto per ricordare il martirio di Mele il solitario, con una raccolta di fondi per una prima sistemazione del coito parlamentare che, per limitarci al cortile di casa (chiusa) nostra, già Cavour, Einaudi e Bobbio intravedevano come necessità statuale, guaina preservativa contro le brutte avventure della democrazia negli hotel di via Veneto che sono a rischio piattole, luoghi dove le prostitute si spacciano per Mary Poppins confondendo gli ingenui onorevoli di turno.

Stia attento il lettore: a dispetto del tono che stiamo usando, questa non è una storia di peccato, ma di vizio. L'orgasmo di Mele non è più riferibile all'Italia crapulona di Tognazzi, ma alla Costituzione reale della sordida Italia che di giorno discrimina i gay e che di notte se li fa portare in Camera. Molti italiani – la gran parte – potrebbero pure chiudere un occhio, anche in segno d’intesa, sul deputato adultero e magari anche sul ministro con la mantenuta, perché in fondo da rappresentanti simili si sentirebbero forse ben rappresentati. Ma ci fanno venire l'orticaria quei viziosi politici che, proprio come l'onorevole Mele, montano campagne contro
la droga e poi sniffano coitando; che divorziano ma rumoreggiano in difesa dell'indissolubilità del vincolo familiare; che chiedono di schedare i clienti della prostituta, alla quale riservano la definizione di "ragazza in cerca d'avventure" solo quando "batte" nelle loro alcove.
Che quello di Mele non sia un eccesso su cui chiudere un occhio, una banale boccaccesca storia di adulterio, un dignitoso peccato su cui indulgere, lo si capisce dal cinismo usato a copertura del ridicolo. L'onorevole infatti ha chiesto perdono alla moglie e ai figli, al partito, alla patria, ma non alla ragazza che con lui si è drogata, finendo da sola in ospedale: «Non l'ho pagata ma le ho fatto un regalo in denaro». L'onorevole, il quale dice persino – proprio così! – di essere orgoglioso di sé, non ha pensato che quel drogarsi era la sola maniera possibile di stare con lui. No: lui non voleva, lui è stato sedotto, «non sapevo nemmeno che la signora facesse quel tipo di prestazioni», certe donne – si sa – sono ladre di sperma.
Secondo la ragazza, l'onorevole non voleva neppure chiamare l'ambulanza. Certamente non l'ha accompagnata, e se ne è liberato. A tutti i costi non voleva essere compromesso perché, come dice l'adagio, "il sesso non vuole pensieri".
Rimane vero, ma non gli fa onore, che l'onorevole Mele non è lussurioso come Sardanapalo, non è libertino come Casanova, non è trasgressivo come Oscar Wilde e non è neppure uno sciupafemmine casereccio alla Vittorio Sgarbi. Degrada le atmosfere di "Totò, Peppino e la malafemmina", rende grave la debauche al borotalco dei calendari dei barbieri della sua Carovigno, a pochi chilometri da Brindisi, paese di mandorle, olio ed etnia apolo-pakistana per dirla (sempre) con Amato.
Insomma, mai ci saremmo occupati di questo minuscolo rappresentante del popolo carovignonese o carovignacciano se, come dicevamo all’inizio, non fosse intervenuto l'onorevole Cesa, calabrese, segretario del partito di Casini, di Bottiglione, di Giovanardi, del partito dei pellegrinaggi organizzati dal cappellano della Camera, teologo e rettore dell'Università pontificia monsignor Rino Fisichella. L'Udc è uno dei partiti del Papa oltre che di Cuffaro, è votato dal 6, 7 per cento degli italiani, è il partito dei molti inquisiti, è il partito dello zelo puritano che è sempre losco, scivoloso e sporco. Il caso Mele-Cesa lo certifica: l'Udc è il partito dei falsi buoni cristiani che si battono contro i peccati, per il trionfo del vizio"
(sottolineature personali)

Forse a qualcuno di voi farebbe piacere conoscere la biografia politica di questo Mele.
Ebbene, originario di Carovigno, "lu Mimmo" è stato vicesindaco democristiano del suo Paese. Peccato che nel 1999 ha dovuto lasciare il posto perché arrestato per concussione e corruzione: tra il 1995 e il 1998 aveva preso tangenti di centinaia di milioni delle vecchie lire per assegnare appalti pubblici e per assunzioni. Con i soldi delle tangenti andava insieme al sindaco a giocarseli al casinò di Montecarlo.
Nel 2000 da ex democristiano cerca di entrare in
An per diventare consigliere regionale: richiesta non accolta. Ad accoglierlo a braccia aperte sarà l'Udc...
Nel 2003 famosa la sua gaffe: durante un'assemblea pugliese si parla della guerra in Iraq e della concessione delle basi militari italiane agli Usa e "Mimmo", non sapendo che dire, ha la geniale idea di rileggere "paro paro" un discorso che aveva fatto l'allora segretario dell'Udc
Marco Follini solo 15 giorni prima: è stato presto scoperto...

Ma è possibile che una persona del genere con problemi con la giustizia sieda in Parlamento?!
Per cacciare simili "politici", ricordo ancora di partecipare al
VAFFANCULO-DAY organizzato da Beppe Grillo l'8 settembre 2007 in tutta Italia!

Per finire in modo più leggero, vi posto qui sotto una scena del film adolescenziale "Il tempo delle mele" da cui ho preso il titolo di questo post: